Gundam W venne trasmesso in Giappone nella primavera del 1995.
In quel periodo l'Italia stava vivendo un nuovo "anime boom" e in molti attendevano di vedere una nuova serie gundamica in TV, forti delle notizie che si alternavano in maniera più o meno caotica su riviste di animazione e fanzine.
Tra queste ultime poteva trovarsi uno dei primissimi articoli in patria dedicati alla "Nuova Generazione" di Gundam, che introducendo Gundam W ne parlava come di "un prodotto commerciale e fruibile".
Era il Marzo 1998 ed usciva il primo numero della fanzine Animedream, anzi, l'unico "numero zero", edito dal negozio milanese Japan & Project Shop.
Parlando di Gundam Wing, si batteva il tasto sulla complessità della trama e la narrazione coinvolgente, riassumendo la visione con un onesto "posso assicurarvi che la maratona di 49 episodi della serie Ú stata la più stressante che abbia mai fatto"-- Plauso anche alla caratterizzazione dei personaggi "veramente magistrale" e la qualità delle "impeccabili" animazioni, "a volte quasi a livello da OAV".
L'autore riusciva anche a contestualizzare il mecha-design "poco militare" delle macchine, che "si rivela perfettamente adatto allo scopo, dando ai cinque Gundam look completamente diversi, ma molto d'effetto". Mi hanno fatto molto sorridere alcune osservazioni sul protagonista, Heero, descritto come "un vero e proprio bastardo!" e come questo "potrebbe renderlo antipatico alla maggioranza del pubblico".
Si concludeva con una netta promozione, in cui Gundam W veniva definito un "prodotto valido sotto ogni punto di vista" e i lettori venivano invitati a "non lasciarselo scappare" qualora gli capitasse tra le mani.
A margine, la rivista includeva anche la recensione della colonna sonora dell'anime, in cui il Volume 3 veniva promosso come un "buon acquisto, soprattutto se avete amato la serie come l'ho amata io".
L'articolo includeva alcuni errori di traslitterazione, alcuni ovvi, altri un pò meno, come il titolo della serie, trascritto come "Shin Kodosenki", o il cognome di Relena reso come "Dorian".
Quello che mi ha colpito di più di questo articolo, però, Ú che l'autore conferma di "aver visto la serie", cosa non sempre ovvia.
In questo senso, un altro resoconto "dell'epoca" ci arrivava da un'altra fanzine, Nippon, targata Nippon Edizioni (le stesse di un'altra celebre fanzine, Sushi), che nei suoi due primi numeri ("numero zero" e "numero uno") esordiva proprio con uno speciale in due parti dedicato a Gundam e tutte le serie rilasciate fino ad allora.
Nello specifico, il "primo numero" uscito nel Novembre 1998, si concentrava sui lavori degli anni '90, includendo gli universi alternativi gundamici, e quindi Gundam Wing.
"Lotte, cambi di fronte per alcuni personaggi, sentimento e un mecha design sempre più accurato sono i punti di forza di un Gundam che riprende in definitiva i temi che avevano sancito il successo dei suoi predecessori".
L'articolo si concludeva ricordandoci che "la serie ottenne un buon e meritato successo", che si discosta dalla fantasia popolare che Wing sia stato accolto con freddezza in Giappone, diventando celebre in occidente solo dopo l'uscita negli Stati Uniti.
Anche qui troviamo i soliti errori, si ripeteva quello sul titolo, "Kodosenki", e la serie veniva riportata come composta da 39 episodi, indizio evidente che non era stata vista in prima persona.
Nel Gennaio 1999 arrivò una "fonte autorevole" a contestualizzare i recenti progetti della Sunrise, l'indimenticata Kappa Magazine, rivista ammiraglia di approfondimento della casa editrice Star Comics, in cui Alessandro Casini, con un lungo articolo di apertura completamente a colori pretendeva di fare chiarezza su questo presunto "nuovo fenomeno" gundamico.
Ad esempio confonde e stupisce vedere l'articolo -esplicitamente dedicato agli "universi paralleli" di Gundam- aprirsi con l'elenco delle side-stories manga dell'Universal Century (in cui trovano posto sbrigativamente nelle battute finali anche G-Unit, Episode Zero e Blind Target), così come la mancanza di G Gundam, che pure in quel periodo veniva pubblicato regolarmente da un'altra testata della Star Comics, GAME OVER (ma forse Ú stato tralasciato volontariamente proprio in virtù dell'approfondimento lì pubblicato).
La malafede dell'autore si subodora già nell'introduzione a Gundam Wing dove prima si elogiava la qualità dello staff e della realizzazione tecnica, poi quando si trattava di analizzare il conseguente "ottimo share" si specificava subito che "tutti gli spettatori sono, a conti fatti, per la maggior parte ragazze" distinguendole dal "vecchio pubblico dei fan di Gundam" che "non pare interessato all'ultima produzione Sunrise".
Si continuava quindi con delle imprecisioni tese a giustificare il fatto che "la realizzazione pratica del progetto ha sofferto non poco nella valutazione complessiva a causa di alcuni elementi che in un certo senso hanno determinato il successo presso una certa audience": la mancanza di realismo (?), il fatto che i mezzi non siano mai sottoposti a manutenzione (??), il fatto che siano impiegati dei mecha antropomorfi rivelabili dai radar (?!!!) ma soprattutto che "i cinque protagonisti e i loro Gundam richiamano alla mente i personaggi e le armature di Samurai Trooper, e altre serie del genere che vedono protagonisti bei ragazzi posti alla difesa della pace". Per "altre serie del genere" immagino si riferisca a Saint Seiya, certo, insieme al citato Samurai Trooper tutte serie "per donne" che il pubblico maschile ha sempre schifato. Particolarmente fastidioso, col senno di poi, Ú il presupposto che il pubblico femminile sia un pubblico di "serie B" e gli unici a "capire" le serie robotiche possano essere solo gli uomini, e nel caso specifico, gli unici a "capire Gundam" possano essere solo i "fan uomini di vecchia data".
Casini continuava nel suo sistematico delirio tirando in ballo come "il target della serie non Ú certo interessato ai modellini, anzi, gli appassionati del vecchio Gundam non hanno dimostrato nessun interesse verso Gundam Wing" e quindi come "la Bandai continuava a richiedere a gran voce una testa di ponte per spingere le vendite dei suoi modellini"-- Quindi la Bandai foraggiò la creazione di Endless Waltz con design che "azzerano ogni credibilità meccanica"--
Naturalmente il film "risulta un buon successo ai botteghini", ma si trattava di un dettaglio trascurabile perchÚ comunque "la serie OAV 08MS Team" (?!!!) resta "l'unica alternativa per i fan di vecchia data".
Nonostante l'impegno dell'autore di proporci informazioni aggiornate e corrette, ad esempio si sceglie il titolo in Inglese della serie evitando strafalcioni, "New Mobile Chronicle Gundam Wing", persistevano alcuni erroretti di traslitterazione, come nel caso della "Romeloffer Fundation", ma tutto sommato le informazioni e i riassunti delle trame erano relativamente precisi.
Questo articolo Ú da segnalare più che altro perchÚ raccoglie esattamente lo spirito delle "vecchie generazioni" una volta che Wing apparve sui nostri teleschermi: rigetto assoluto e preciso, contrapposto all'entusiasmo delle nuove generazioni che venivano a contatto per la prima volta col mondo di Gundam.
Il 6 Marzo 2000 Gundam Wing venne trasmesso per la prima volta sulle emittenti televisive americane, foraggiato da una pioggia di gadget di varia natura, scatenando un vero e proprio terremoto nella comunità anime occidentale.
In molti suppongono che questa fosse stata la prima serie gundamica ad approdare negli USA, ma non Ú così. Nel 1999, infatti, i tre film della trilogia di Gundam, seguiti dagli OVA War in the Pocket e il lungometraggio riassuntivo di Gundam 0083 furono distribuiti per il mercato home video dalla Bandai Entertainment, con doppiaggio curato dalla Animaze.
Inoltre sempre lo stesso anno iniziò la regolare pubblicazione del manga Mobile Suit Gundam 0079 di Kazuhisa Kondo per la VIZ.
Insomma, questa immagine degli americani un pò "fregnoni" che non conoscono Gundam e si innamorano di Wing a prescindere a causa di un certo "imprinting facilone" Ú un pò da sfatare.
L'editoria italiana non si lascia scappare la cosa, e puntualmente tornano gli sgangherati report su Gundam Wing delle fanzine, ma anche le notizie dell'editoria ufficiale.
Tra le meteore dell'editoria italiana, Banzai Manga, rilasciata dalla Comic Art Publishing, dedica un servizio a Gundam Wing nel numero di Novembre 2000:
Questo articolo tra l'altro, Ú il primo in assoluto a far intuire un interessamento da parte di Mediaset all'acquisto della serie: "anche se la notizia non Ú pienamente confermata, Mediaset dovrebbe aver preso i diritti di questa serie e ce la potrebbe presentare con tutti i gadget annessi".
La conclusione dell'articolo non può che far sorridere consapevolmente: "Da una parte rabbrividisco pensando all'adattamento, dall'altra sono contento perchÚ così mi compro il modellino dell'Epyon."
Per una conferma "un pò più ufficiale" bisognerà però aspettare addirittura l'Aprile 2001, quando il buon Davide Castellazzi sussurrò "un'imminente programmazione di Gundam Wing in buona parte d'Europa" nella rubrica postale Side 7 di Gundam 0079:
Il numero di Maggio includeva quindi un piccolo approfondimento dedicato a Gundam Wing, che ormai era associato a prescindere agli "States":
A chiusura articolo, un altro indizio sulla prossima trasmissione della serie sugli schermi italici: "e presto anche il pubblico italiano potrà fare conoscenza col variegato mondo di Gundam Wing".
La conferma dell'acquisto da parte di Mediaset e una programmazione "fra Settembre e Ottobre" venne quindi confermata nel numero di Luglio di Gundam 0079, nell'ambito delle notizie della rubrica Telex dalla Federazione, sempre curata dal puntuale Castellazzi.
Aldilà della stampa ufficiale, Man-Ga, terza incarnazione della rivista associata a Yamato Video, nel numero di Luglio/Agosto 2001 dedica a Gundam Wing e al suo straordinario successo negli Stati Uniti un lungo servizio a colori.
Il 18 Settembre 2001, quindi, faceva finalmente la sua comparsa su Italia 1 Gundam Wing, che segnava il ritorno di Gundam sulle TV italiane dopo decenni di ingiusta carestia.
Qualche giorno prima però, avevano già fatto capolino nei negozi di giocattoli, ma anche nei supermercati, i primi frutti della strategia di invasione della Bandai, che avvalendosi della distribuzione locale puntava a far rivivere ai bambini del nuovo millenio i fasti di quel lontano 1980.
Non fu un caso se uno dei primi "giocattoli" a comparire sugli scaffali fu proprio il diretto erede del Gundam in metallo della Clover, ovvero il Gundam Wing Super Trasformabile: si trattava di un "gigante" di una trentina di centimetri in plastica con dettagli in metallo, le cui armi andavano costruite a parte, rendendolo quasi un ibrido gunpla. Peculiarità del prodotto, il fatto che si trattasse di un'action figure trasformabile:
Ad oggi, infatti, il distributore ufficiale per i prodotti Bandai in Italia resta la Giochi Preziosi (che ha rilevato ufficialmente la GIG nel 2006).
Non sorprende quindi trovare sugli scaffali anche i primi gunpla, stampati in Giappone, inscatolati negli USA e "adesivizzati" in Italia proprio da GIG:
Parlare di anime in Italia significa soffermarsi anche sulle loro sigle nostrane, quindi non posso certamente glissare sulla sigla di apertura tutta Made in Italy, cantata da Giorgio Vanni sui testi di Alessandra Valeri Manera, Gundam Wing.
Tutto sommato si trattava di una sigla divertente con un ritmo accattivante che svolgeva bene il suo compito, ovvero quello di catturare l'attenzione del giovane pubblico prima della trasmissione; inoltre, vorrei farvi concentrare sul modo in cui Vanni pronuncia "Gundam". Non utilizza proprio la stupida "U" italica, ma la pronuncia quasi muta "alla giapponese", nel tentativo di dare un accento internazionale al termine, seppur non ancora corretto.
La sua prima registrazione e diffusione ufficiale risale alla compilation Fivelandia 19, rilasciata nell'Ottobre 2001, mentre apparve remixata in versione dance e in versione strumentale per il karaoke nella prima compilation Cartuno del Novembre 2001.
Nel frattempo un gran bel numero di fanzine e di riviste storiche avevano ormai chiuso i battenti, e poche testate sembravano interessate a discutere di Gundam Wing, presi come si era a inorridirsi per le "censure" della Mediaset.
Tra queste, resisteva Benkyo! della Playpress, che nel numero di Novembre dedicava un servizio alla trasmissione italiana di Gundam Wing, cercando di andare oltre il riassunto della storia e le schede dei personaggi:
Il buon Giovanni "Vacillator" Santucci si lasciò andare anche a parecchie ingenuità ; anche lui apparteneva alla schiera del "Gundam W Ú stato fatto per piacere agli Americani", e quindi indugiava sulla "Gundam-mania" statunitense come metro del mondo occidentale, e commentando il character-design dei personaggi riusciva addirittura a concepire una castroneria tipo che "si avvicina più di tanti altri prodotti al modello americano piuttosto che giapponese, soprattutto per i profili. Lo stesso vale per i colori..."
Il nostro non si esimeva neanche dalla solita "polemica" legata a Gundam Wing, su come "in teoria dovrebbe far presa su tutto il pubblico: quello maschile per i mecha e quello femminile per i piloti. C'Ú anche però il rischio che il pubblico non apprezzi il cartone: quello maschile per i piloti quello femminile per i mecha!", riportando probabilmente le opinioni ancora "calde" di una certa platea.
Trovo anche significativo il passaggio in cui, parlando di Heero, ne sottolineava le "tendenze suicide", e come "Ú vero che il bello e dannato fa più presa sul pubblico femminile (e dite che non Ú vero!), ma sono modelli comportamentali da prendere con le molle"-- Insomma era abbastanza palese che Wing non avesse molto a che spartire con Dragonball, e trovo questa constatazione piuttosto interessante. Che le emittenti televisive dell'epoca avessero acquistato il prodotto a scatola chiusa, ammaliati dalla spregiudicata operazione commerciale messa in campo dalla Bandai e tranquillizati dal fatto che si trattasse di un "inoffensivo" prodotto per "bambini" con "i robot"..?
Di certo i cambi di programmazione non segnalano, con una programmazione originale ogni martedì e giovedì alle ore 13:30 che passò ad ogni sabato e domenica mattina fra le 10:00 e le 11:30, un calo di interesse del pubblico in quanto tale, quanto il tentativo dell'emittente di incanalare il target prediletto verso la visione nel fine settimana, con i giorni feriali occupati appunto da Dragon Ball Z dopo pranzo.
Comunque, mentre le riviste del settore e la Mediaset erano alle prese con "Stai attenta∼" "Uccelli d'Attacco" e "Cinque robot tutti DOC", sempre a Novembre di quell'anno iniziava finalmente la pubblicazione del manga di Kouichi Tokita per la Planet Manga:
A partire dal terzo volumino inizierà la "rubrica della posta" denominata After Colony, arricchita con l'angolo delle illustrazioni dei lettori, "Gundam Art".
Da notare e sottolineare, comunque, come l'adattamento del manga seguisse per filo e per segno l'originale giapponese, magari godendo delle maggiori libertà permesse sulla carta stampata rispetto al mezzo televisivo.
La rubrichetta postale continuava a restare un punto fermo di anticipazioni e informazioni, soprattutto quando il buon Castellazzi aveva a che fare con quei fan a contatto con le realtà d'oltreoceano, dove fioccavano side-story ed artbook; incalzato dai fan, quindi, confermava la pubblicazione futura di Episode Zero, ma anche di altri manga che "ci terranno impegnati per almeno un anno".
Ogni promessa Ú debito, e la cavalcata in edicola di Gundam Wing procede senza intoppi, anche a serie TV ormai conclusa: Maggio e Giugno vedono la pubblicazione di Battaglia per la Pace (titolo originale: "Battlefield of Pacifist"):
Luglio rivela addirittura la sorpresa Gundam Wing Special (titolo originale: "Ground Zero") di Reku Fuyunagi nella collana "Manga Graphic Novel" (la stessa che ha ospitato Gundam Crossover Notebook di Kondo, per capirci), arricchita con strepitose tavole a colori e un mini-poster:
Prosegue quindi la pubblicazione "regolare", con i volumi di Valzer Infinito (titolo originale "Endless Waltz"), nel cui volumino 9 Castellazzi ci regala un timido ma apprezzato approfondimento dedicato ai mecha dell'After Colony:
Siamo quindi sul calare dell'estate, che come sapete coincide con la riapertura delle scuole.
Giochi Preziosi entra a gamba tesa con la sua linea scuola dedicata a Wing, composta da astucci, zaini e diari, nel più classico stile italico.
Un altro interessante prodotto uscito in quel periodo, sempre per la Giochi Preziosi, Ú probabilmente il gioco da tavolo Obiettivo Terra, un prodotto inedito nel mercato internazionale che vanta addirittura un "Made in Italy" sulla scatola:
Intanto nel Settembre 2002 usciva in edicola il manga G-Unit, curato e scritto dal solito Tokita, che spostava le avventure dei nostri sulla colonia MO-V:
A Settembre iniziava anche il rilascio da parte della De Agostini dell'edizione home video della serie televisiva, pubblicata come Gundam Wing Collection:
La pubblicazione della serie si concluderà nel Settembre dell'anno successivo per un totale di 26 uscite.
Tornando alle pubblicazioni del manga, nel Marzo 2003 arrivava finalmente in Italia anche Episode Zero:
Si tratta un pò della "rivincita" di Sumisawa, che qui si lascia andare a spiegazioni, retroscena e informazioni inedite.
A seguire, nell'Aprile 2003, il ciclo di pubblicazioni di Wing sarà concluso con un altro volume autoconclusivo, Blind Target:
Questo volume chiude quindi le uscite cartacee di Wing nelle nostre edicole ma, come dice Castellazzi nell'introduzione del volume, "non per le basse vendite (al contrario...), ma per il semplice motivo che abbiamo pubblicato tutto il materiale disponibile".
Torneremo a sentir parlare di Gundam W nel 2005, quando a Novembre inizierà la pubblicazione della serie TV in DVD da parte della Shin Vision:
Com'Ú noto, la Shin Vision fallirà nel Maggio 2008, mentre la pubblicazione di Wing sarà sospesa già nella primavera del 2007, bloccandone le uscite al volume 6 dei 10 originariamente previsti.
Ad oggi, la serie TV di Wing sembra finita in un limbo che ne preclude l'uscita e conclusione in home video, sia che si tratti di una nuova edizione con un nuovo doppiaggio sia che si tratti dell'indecente versione Mediaset-- Scagliandola davvero in un "Waltzer Senza Fine", almeno per quanto riguarda l'anomala situazione italiana.
Arrivava quindi il Maggio 2010 quando la Dynit entrò in campo per portarsi dietro un inedito bottino costituito da "10 film e 1 serie OVA" dedicati a Gundam, con doppiaggi originali e un adattamento finalmente fedele a quello giapponese.
Per la gioia di noi Figli di un Gundam Minore, mentre in Giappone proseguiva la pubblicazione del manga Glory of Losers e del romanzo Frozen Teardrop, in Italia nella primavera 2011 venne annunciata l'uscita della versione cinematografica di Gundam Wing Endless Waltz, disponibile nella versione "Standard" e "Collector Edition" a partire dal 20 Aprile 2011.
E qui si chiude la nostra panoramica nostalgico/storica del transito in Italia del Gundam dell'After Colony-- Un Gundam a cui molti hanno ingiustamente cercato di tarpare le ali, ma a cui non Ú ancora chiaro che NIENTE LO FERMERA' ð¶
Ringraziamenti e Crediti
Un ringraziamento a Claudia del gruppo GIAFFY SUL WEB per le preziose info, chiacchierate e risorse sulle fanzine italiane ♥La fonte di alcune delle fanzine recensite Ú Poochie & other friends;
La fonte dei dettagli sulle uscite home video curate da De Agostini e Shin Vision Ú Gundam Italian Club;
La fonte delle date delle uscite curate da Dynit Ú dvdweb.it;
Infine, la fonte delle foto della maggior parte del merchandising proviene dalle inserzioni su Ebay.it ð
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