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Al cospetto del Freedom Gundam di Shanghai

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Una delle tappe fondamentali del viaggio a Shanghai è stata ovviamente la statua del Freedom Gundam.
In questo report ve ne parlerò in dettaglio, includendo le mie impressioni e le diecimila foto scattate, ma lasciando le informazioni più "pratiche" e le informazioni sulla Gundam Base per gli articoli successivi.

Qui come sempre trovate l'articolo con tutti i dettagli sulla costruzione della statua, se vi interessa (e dovrebbe).

Ebbene, si arriva al Lalaport di Jinqiao dopo una passeggiatina dalla recentissima stazione di Taiherzhuang Road nel distretto di Pudong, anzi "New Pudong Area", a Shanghai.
Il recentissimo rinnovamento urbano che ha riscritto la topografia di quel che un tempo era un paesello sperduto dove prosperavano attività losche, ha aperto quest'area agli stranieri, decorandola con spazi verdi, una comoda viabilità e scuole internazionali: il massiccio investimento della Nomura e della cricca giapponese dell'edilizia e del comparto bancario è artefice della costruzione sia del centro commerciale che della statua, erta in una delle parti forse meno vivaci della città, e di cui il centro commerciale sembra costituire l'attrattiva principale.

Dalla metro, si arriva alle spalle del Lalaport, costringendoci a tagliare dall'interno-- Lungo il tragitto che porta dalla parte opposta, nell'atrio, oltre alla segnaletica, si possono trovare vari pannelli animati e manifesti che celebrano il Freedom ed i suoi "fratelli" giapponesi:
--E già ci si scalda il cuore.

Qualche altro passo verso l'esterno e ci troviamo finalmente a cospetto del Freedom:
La prima impressione alla tiepida luce del tardo pomeriggio lascia un pò spaesati: è veramente alto 18 metri? La posa massiccia e l'imponente silhouette in effetti, lo fanno sembrare fuori scala se paragonato ai suoi corrispettivi giapponesi, facendoci dimenticare che in effetti le statue giapponesi sono più alte di qualche metro-- La posa, che è stata fortemente criticata dal soliti fanfaroni, definita "instabile", è effettivamente funzionale a gestirne la grande massa, alternando braccia, gambe ed ali in linee parallele che rendono la silhouette sia dinamica che ben identificabile.

L'impressione che si ha è quindi quella del Freedom intento a spiccare il volo, o al contrario, appena atterrato sulla piazza. Una posa dinamica che rende visibili e valorizza i vari spunti del modello, anche considerando che, al contrario delle statue giapponesi, il Freedom ha una struttura per lo più fissa: le uniche parti mobili sono la testa (che si alza, si abbassa e ruota) e le mani (che ruotano verso l'alto).

Rispetto alle immagini promozionali e del merchanding, il nostro vanta adesso una nuova livrea, inaugurata lo scorso anno per le celebrazioni del suo secondo anniversario:
La struttura laterale, che permetteva di guardare la statua a distanza ravvicinata, anche dall'alto, è un'altra reliquia delle medesime celebrazioni. Al momento è inaccessibile.

Osservando i dettagli del modello visto da vicino, vale la pena soffermarsi sulle trovate originali che lo differenziano dal design dell'anime, come i carrelli posizionati sulle ali, ideati da Katoki, che hanno la semplice funzione di aumentare la stabilità della struttura: nel design originale infatti le ali sono staccate da terra; questa trovata aumenta l'impressione "realistica" del Freedom pur soggiagendo a mere necessità strutturali.
--Spero che i dettagli ravvicinati siano di vostro gradimento (immancabile il "panty-shot"!) 😃 Personalmente adoro le mani di questo modello!

Nei pressi della statua, così come all'interno del centro commerciale (a meno che non ci siano sfuggite, cosa che dubito) non è presente uno schedule degli spettacoli luminosi e delle proiezioni sul maxischermo del Lalaport, ma guardandoci intorno siamo riuscite a cogliere degli indizi-- L'esponenziale aumento di visitatori e spettatori con macchine fotografiche in mano ci ha fatto capire che il primo spettacolo era imminente-- Ed in effetti intorno alle 1700 è partito il primo video con la prima illuminazione, sfortunatamente non molto evidente nel pomeriggio ancora piuttosto assolato.

In questo primo video ci viene mostrata l'attivazione del Freedom nell'anime, ma con le animazioni del modello sostituite dalla CG della statua, la cui illuminazione riprende quella sullo schermo.
Potete trovarne una ripresa qui, che cattura anche l'illuminazione della statua, che come vedete non risalta a pieno nella luce.

Se siete curiosi riguardo lo spettacolo principale, invece qui potete trovare l'intero video, ancora, con ripresa dello schermo e degli effetti luminosi e movimenti della statua.
Il video, diretto da Fukuda in persona, e che può essere considerato un "prototipo" di Seed Freedom, visto che in questa occasione il nostro ha per la prima volta preso in considerazione l'animazione in CG per i mecha, racconta di uno scontro tra l'Archangel e le forze di ZAFT nei pressi dell'Oceano Pacifico, e si conclude con l'incontro tra il Freedom e Lacus a Shanghai. Particolarmente suggestiva la parte in cui l'Archangel sorvola lo skyline della città, e le attrazioni incontrate sul tragitto del Freedom.
A questo proposito, non ne sono certissima, ma credo che Kira incontri Lacus sul ponte Fangsheng, a Zhujiajiao (di cui vi consiglio vivamente la gitarella).

Dopo aver cenato nel centro commerciale, abbiamo avuto l'occasione di vedere anche questo spettacolo col buio, molto meglio--!

Sul finale una curiosità: mentre si fotografava la statua con la luce pomeridiana, abbiamo notato questa specie di "discarica" sotto alla statua con questi contenitori dall'aria tremendamente losca, e già si era oltraggiate per il trattamento riservato alla sentinella dell'Archangel--
Solo dopo lo spettacolo si è capito di che si trattava-- Sono i contenitori da cui si sprigiona la "nebbia" ai piedi della statua... Non sorprende che le ali appaiano "inumidite" dalla condensa 😅

--E dalla intorpidita cittadina di Jinqiao è tutto! Se avete l'occasione di visitare Shanghai, fatevi coraggio, ed arrivate fin qui!
Ne vale decisamente la pena!

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