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Gundam e Guerra: l'Eterno Fraintendimento

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L'uscita del trailer di Requiem for Vengeance credo sia un buon pretesto per discutere un pò su uno dei temi portanti di Gundam, e di come questo sia stato, negli anni, sia sviluppato che frainteso.
La mia presa di posizione sull'argomento la sapete, Gundam parla di guerra solo come un pretesto per mostrarci lo sviluppo del protagonista, ma credo possa essere interessante fare qualche paragone per puntualizzare questo tema.

Innanzitutto, una precisazione: "Guerra" non significa "Militarismo". Ti piace Gundam per il ritratto realistico dei grunts mandati al macello? Per i mecha funzionali alle loro attività belliche? Ritrovi la tua estetica nelle uniformi di Zeon? Zimmerit, rivetti e champagne? Bene, ti piace Gundam per il motivo sbagliato.
--Un prodotto mediatico racconta la stessa storia per tutti, ma Ú come questa viene interpretata soggettivamente a cambiarne i contenuti, come suggeriva Eco in Il Nome della Rosa. Questo vale pure per Gundam.
Alla fine, non voglio dirvi perchÚ una serie di Gundam deve piacervi o cosa dovrebbe piacervi e cosa no. Ma credo che ogni tanto valga la pena puntualizzare certi elementi, non perchÚ più meritevoli di altri, ma perchÚ da una loro interpretazione superficiale si rischia di non capire minimamente cosa si sta guardando, o peggio ancora, di non apprezzarlo per partito preso.

Tomino Ú solito affermare che il sapore anti-militarista della serie Ú stato scelto proprio a causa del preciso periodo storico in cui Ú uscita-- Un periodo di cambiamenti, con lo spettro della Guerra Fredda sul groppone, Gundam ci ricorda di non abbassare la guardia in un momento di tensione.
Ma questo vuol dire che il lavoro sia "pacifista" in senso lato, che veda il conflitto come qualcosa da evitare a prescindere--? Non credo.
Amuro, nella sua vita quotidiana, ci Ú mostrato come un adolescente indolente e pigro, concentrato sui suoi hobby. Non a caso si trova in una colonia neutrale, la guerra non Ú minimamente affar suo.
Quando le forze di Zeon la attaccano, rivelando i sotterfugi della Federazione, Amuro Ú costretto alla reazione e a partecipare ad una guerra che certamente non avrebbe mai voluto che scoppiasse. A fine serie, esce consapevole di come quella vita ordinaria data per scontata, quella "casa a cui tornare", sia inestimabile.
Tomino indirizza la gioventù letargica nipotina del boom economico a guardarsi intorno, ad essere più ricettiva, reattiva e comunicativa: Ú il sogno del "Newtype", che l'umanità riesca a raggiungere un nuovo livello di empatia -preferibilmente grazie agli anime, e non dovendo vivere una nuova guerra.

In Il Contrattacco di Char (per me unico e diretto sequel della serie storica), vediamo nuovamente un Amuro demotivato che "gioca" con i suoi mobile suit. Davanti alle follie di Char, accantona i buoni propositi di collaborazione odorati in Z, sale sul Nu e lo affronta. Se vogliamo, Tomino aggira il tema della "Guerra" per risolvere la cosa con un "Duello" (seppur di proporzioni planetarie!), a mio avviso per sottolineare che "reagire ad un sopruso", anche con la violenza se necessario, non Ú di per sÚ "sbagliato".

Quando gli sveglioni di turno se ne escono con "la fondamentale ipocrisia" del messaggio di Gundam che predica il pacifismo indugiando in contenuti bellici, dimostrano solo di essere in cattiva fede.
PerchÚ persino nel vituperato Gundam W il "pacifismo" in quanto tale viene costantemente predicato attraverso il personaggio di Relena e puntualmente abbattuto dalle circostanze storiche.
Se Gundam si scaglia convintamente contro il militarismo, al tempo stesso sottolinea anche tutte le contraddizioni di un'applicazione "sistematica" del pacifismo.
E' una visione coerente con la mentalità giapponese, perennemente in ansia per le grandi pensate dei suoi vicini asiatici, ed anche, perchÚ negarlo, per insito razzismo.

Tornando a noi, la serie che prende e sviluppa più precisamente questa narrativa Ú Gundam SEED DESTINY: Shinn Ú un Amuro, un ragazzetto come tanti, a cui, contrariamente ad Amuro, viene strappata sia "una casa" che gli affetti dalla guerra -che qui non viene quindi ritratta come un "pretesto formativo", ma come una vera e propria "violenza". Il risultato Ú un ragazzo che si aggrappa ad ogni certezza che gli viene offerta, ritrovandosi completamente manipolato da quelli che pensava essere "persone fidate". Anche Amuro, se vogliamo Ú in una situazione simile: si associa alla Federazione a causa delle circostanze, ma non si può dire che i suoi superiori avrebbero mostrato tutto questo grande interesse verso di lui, se non avesse pilotato il mobile suit titolare...
In una recente intervista, Fukuda raccontava di come SEED DESTINY si sia sviluppato sull'idea "E' veramente sbagliato combattere?" --Un mondo senza competizione, senza tentativi di migliorare, questo genere di "pace" Ú veramente l'opzione migliore--? La risposta la sappiamo, e la troviamo nelle lacrime di Shinn, prima tra le braccia di Lunamaria e poi alle parole di Kira nel 51° episodio-- Incidentalmente Ú significativo come la scena della battaglia di SEED FREEDOM si apra proprio con un fiore i cui petali vengono spazzati via dai movimenti dei mecha... E' un rimando a quel "ripianteremo quei fiori" di Kira nell'ultimo episodio di SEED DESTINY.

In Reconquista in G, il Gundam più recente di Tomino, la guerra ci viene mostrata per ciò che Ú: una colossale "farsa" alla cui base ci sono gli interessi di "chi comanda".
Se in Gundam ad esempio potevamo comprendere la voglia di indipendenza della Repubblica di Zeon davanti le vessazioni economiche della Federazione, e la deriva autoritaria verso il Principato di Zeon come manifestazione di questa frustrazione, in G-Reco Tomino si accerta di farci capire che Ameria non Ú ai ferri corti con Capital per l'equa distribuzione di risorse o per l'ingiusto "tabù" che blocca lo sviluppo tecnologico, ma perchÚ ha bisogno di più energia e tecnologia per portare avanti l'eterna guerra con i nemici di sempre di Gondwan.
Aida Ú come Shinn, manipolata dagli "adulti" in un "simbolo" ad uso e consumo della loro agenda politica. Penso sia interessante sottolineare come, a fine serie, Aida manifesti l'intenzione di continuare gli studi e laurearsi: si può far fronte alle manipolazioni solo sviluppando le proprie capacità cognitive.

In contrasto, Bellri ad inizio serie Ú un ragazzetto sveglio ed intraprendente, e così rimane fino alla fine: la guerra non ha avuto alcuna ripercussione sul suo carattere, non ha avuto alcun impatto formativo per il suo personaggio, si Ú trattato oggettivamente di una "stupidaggine" (anche se ha sterminato migliaia di soldati a suon di materia oscura, ops!), ed ora che Ú finita il nostro può tornare a ciò che gli piace fare, girare il mondo e fare nuove esperienze. Godersi quella pace ritrovata.
Credo sia una posizione anche estremamente diversa da un altro lavoro estremamente significativo di Tomino, ovvero Turn A Gundam: in questa serie l'idea di Loran come "protagonista" perchÚ pilota del Gundam viene annientata, col nostro che ricopre il ruolo di "servitore" durante tutte le fasi del racconto.
Bellri Ú invece un protagonista attivo, che compie azioni e prende decisioni che hanno un peso, così come accade per il resto del cast più giovane. E' proprio vero che G-Reco non Ú "un Gundam per vecchi".
In questa serie mi piace vedere tutte le speranze di Tomino nelle prossime generazioni, la certezza che erediteranno un pianeta disastrato, ma un invito ad avanzare a testa alta, a risolvere quei problemi di cui gli adulti finora sono solo riusciti a lamentarsi.

Arriviamo al Gundam più recente, quel The Witch from Mercury da tanti neanche considerato "Gundam" perchÚ "la Guerra" vi ha un ruolo marginale ed i personaggi non ne rimangono coinvolti più di tanto. MAH.
Personalmente sposo completamente le parole dello staff che raccontano di come nel 2022 non avesse senso cercare di stimolare una generazione molto più attiva ed "attivista" di quella con cui aveva a che fare Tomino negli anni '80 parlando di guerra-- Si rischiava davvero di rafforzare quel sentimento di "estraneità" verso un evento lontano da noi. Si Ú deciso quindi di puntare su un altro genere di conflitto, quello generazionale, altro grande perno della narrativa gundamica.
Come nel caso di Amuro si tratta di un'esperienza formativa, nel momento in cui questo diventa stimolo per la nuova generazione a trovare una propria identità e nuove risposte a problemi già affrontati dai loro predecessori-- E qui la risposta non diventa "distruggere" ciò che c'era prima, ma cercare di portare avanti un discorso con delle nuove consapevolezze.

In quest'ottica, ho trovato le battaglie sulla Terra molto gratuite: l'impressione era che lo staff avesse dovuto inserire quegli specifici episodi, con tanto di omaggio iconografico a MS ERA, come per "dimostrare" ad un certo pubblico di essere in grado di "fare Gundam"... Ma nell'economia del racconto diventano eventi narrativamente incisivi, molto meno gratuiti di quanto si creda: spingono Miorine e Guel a fare i conti con la realtà, ed in seguito, Delling, Sarius e Shaddiq ad affrontare le loro responsabilità. E' una battaglia che c'Ú stata, ma non Ú stata una "farsa", come nella narrativa tominiana, o per il pubblico dei "soldati da tastiera".

Siamo quindi arrivati alla fine di questa nostra breve, ma spero interessante analisi: di sicuro, nelle prossime serie di Gundam i nostri protagonisti avranno ancora a che fare con una guerra od un conflitto di qualche genere-- Il mio invito Ú, invece di giudicare la qualità della resa dei rivetti, di divertirvi ad "indovinare" cosa lo staff stia cercando di comunicarvi con questo lavoro-- Vedrete che così la visione diventerà molto più stimolante, aldilà dei soliti "Questo sì che Ú Gundam!"--

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