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"Un Nuovo Approccio al Futuro" - Intervista a Takuya Okamoto

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Continuo a proporvi le interviste dallo scorso numero di Great Mechanics G e stavolta voglio concentrarmi su Gundam Build Divers Re:Rise, che naturalmente tutti stanno schifando in virtù dei propri gusti sopraffini, ma che secondo me nasconde delle grandi, piccole rivoluzioni e delle intuizioni sul genere molto significative.
Ce ne parla il produttore Takuya Okamoto, per la prima volta alla guida di una serie gundamica "tutta sua" dopo il supporto fornito a produzioni come Gundam Unicorn e Gundam Iron-blooded Orphans.
--Un grazie alla solita Teap per l'istant-check sulla traduzione 😅


Come avete proceduto per il progetto “Gundam Build Divers Re:Rise”?
La richiesta iniziale prevedeva una serie che si inserisse all’interno della precedente Gundam Build Divers, quindi ragionai su cosa si intendesse col “Build” di “Build Divers”, e il risultato fu quello di “una serie in cui si combattesse con ciò che si riusciva a costruire”. Aggiungendo la feature del “Diver” si contestualizzava nel mondo online del “Gunpla Battle Nexus” (GBN), un posto facilmente accessibile e con un certo volume di contenuti, e questo Ú da dove siamo partiti. In seguito si Ú deciso cosa aggiungere in più.

Quindi il progetto Ú iniziato come genuinamente legato a “Build Divers”.
Esatto. Non si chiedeva specificatamente un sequel di Build Divers. E’ stata una mia decisione che se ne ponesse a culmine. A parte Gundam Build Fighters Try: Island Wars non sono mai stato coinvolto nella produzione di questo genere di lavori in precedenza. Tuttavia, lavorando nella stessa compagnia, mi Ú capitato spesso di seguirne la trasmissione. Quindi dopo averne discusso con i membri dello staff precedente ha assunto la forma attuale.

In quanto produttore, su cosa ha concentrato la sua attenzione?
Si tratta del quarto lavoro della serie Build. Ho sentito che a causa del focus sul merchandising la serie stesse perdendo un pò di freschezza, quindi la mia priorità Ú stata rendermi conto se potessi aggiungere qualcosa di veramente nuovo alla saga. Quindi ho cercato un approccio a questa serie leggermente differente.

Che genere di approccio?
Le serie precedenti partivano più o meno dagli stessi presupposti, un un’ambientazione vivace in un un nuovo utente si sentisse a proprio agio. Tuttavia in questo lavoro ho preferito concentrarmi un pò di più sulla crescita della consapevolezza dei personaggi. Quindi ha un approccio leggermente più drammatico rispetto alle serie precedenti.
Il concetto del “Build” viene inteso come “allargare la propria cerchia associativa”.
Gundam in particolar modo ha una lunga storia, e la mia impressione Ú che le persone trovino difficile avvicinarvicisi a causa della sua mole. Voglio procedere senza cambiare il ruolo che Build ha giocato in questo senso.

In che senso c’Ú un approccio più drammatico riguardo i personaggi?
Stavolta, a iniziare dal protagonista, c’Ú la sensazione che si tratti di un gruppo di "vagabondi". Hiroto, Kazami, May, Parviz sono i personaggi principali, ma la storia principale riguarderà i legami in costruzione tra queste quattro persone. Il punto Ú vedere come questi personaggi mal assortiti formeranno un legame. In particolare, visto che un cardine delle serie Build Ú che i protagonisti siano subito introdotti come buoni amici, ho voluto cambiare la storia a partire da qui.

C’Ú anche l’impressione che Hiroto come protagonista sia molto più abile degli altri.
Esatto. Per concepire il Core Gundam e il suo Planet System si tratta di un utente esperto estremamente abile. Inoltre, finora i protagonisti delle serie Build erano studenti delle medie o elementari, ma qui si passa a ragazzi delle superiori.
Non mi sarebbe dispiaciuto usare il target precedente per raccontare delle storie tormentate, ma ho creduto che sarebbe risultato troppo pesante, questa Ú l’età giusta per affrontare argomenti un pò più seri.

“Build” ha il ruolo di avvicinare altri fan a Gundam, ma anche i fan già esistenti possono goderne.
E’ così. C’Ú questa sensazione di un double target. Mi chiedo se il fatto che sia così difficile da definire a chi destinare il lavoro non sia una fortuna nella sfortuna… L’intenzione finale diventa che alla fine vogliamo divertirci anche noi. Essendo arrivati alla quarta serie di Build, c’Ú l’intenzione di non tradire la fiducia dei fan, ma anche di tradirla un pò, in senso buono.


Anche il mecha principale, l’Earthree ed il sistema che lo compone, sembrano costituire un nuovo approccio.
Parlando dei gunpla, discutendone con la BANDAI SPIRITS, abbiamo proposto che i modelli potessero offrire nuove opportunità di gioco. Finora ci si Ú concentrati sull’idea che il gunpla potesse essere completato, noi volevamo aggiungere il concept che ci si potesse giocare e affezionare.
Costruire un gunpla richiede un certo impegno, ed anche se esiste addirittura chi se lo costruisce da zero in full scratch, credo che la maggior parte degli utenti si fermi alla costruzione a secco. Quindi, per l’opportunità di sperimentare da subito il divertimento di customizzare la propria unità, abbiamo voluto introdurre questa idea di un “cambio di emergenza”. Ne abbiamo parlato col regista Shin’ya Watada e il mecha-designer Kanetaka Ebikawa per arrivare alla forma attuale. Ebikawa ha schizzato la prima proposta durante lo stesso meeting.

La base Ú il RX-78 Gundam, un modello che simboleggia un pò l’essenza stessa di Gundam.
Già. Il RX-78 Ú stato preso come base, ma non vorrei che pensiate che il nostro unico obiettivo sia stato quello di avergli fatto dei vestiti, Ú stato qualcosa di calcolato. Pensando a che combinazione creare e come renderlo il più giocabile possibile abbiamo optato per il RX-78 come base.

Ebikawa Ú nuovamente incaricato col design del modello protagonista.
E’ una mia impressione, ma come designer mi sembra davvero velocissimo e capisce al volo le necessità del lavoro e la sua dinamica. Inoltre ha sempre un asso nella manica, e ha una vasta conoscenza di Gundam. Non ho avuto l’occasione di lavorare con chi mette tutto sÚ stesso in quello che fa, quindi quando penso ad Ebikawa credo che non ci siano molte persone in grado di dare certi risultati.

Ho l’impressione che non ci siano molti sostituti.
Esatto. Sono in questo ambiente da molto tempo, ed Ú sempre bello avere a che fare con persone che sanno mantenere approcci differenti a seconda della situazione.

Come si sta regolando per l’uscita dei gunpla che appariranno in seguito?
Il principio Ú quello di assecondare le richieste della Bandai, sviluppando il personaggio intorno al modello prescelto. Non ci sono molte restrizioni, e stavolta sembra che si abbia molto più campo libero. Praticamente trattiamo i Mobile Suit come fossero dei personaggi. Visto che i personaggi che appaiono stavolta sono molto particolari, questo vale anche per i loro gunpla. Credo sia una scelta interessante per fare in modo che il modello partecipi alla drammaticità del personaggio.

Anche l’idea di disegnare i MS come fossero davvero di 18 metri Ú stato ripreso dalle serie precedenti?
Sì, abbiamo ripreso l’idea di scannerizzare il proprio gunpla e riportarlo nelle sue dimensioni realistiche nei combattimenti. Sono passati anche due anni da allora, quindi il procedimento Ú anche più sofisticato. In particolare Ú stato implementato il sistema stesso del GBN, come l’idea del feedback per rendere l’esperienza più immersiva.


Siamo rimasti sorpresi che stavolta la trasmissione principale avvenga attraverso Youtube.
Prima di tutto, i giovani d’oggi difficilmente entrano in contatto con le serie robotiche di loro iniziativa. Con questo presupposto abbiamo scelto questo tipo di diffusione, ovviamente sperando che raggiunga un pubblico più ampio in generale. Ovviamente, essendo questa anche la prima volta che sperimentiamo questa cosa, siamo in trepidante attesa dei risultati. Io faccio parte della generazione cresciuta con la TV, quindi avverto l’enorme differenza di proporzione tra i due media.

Ovviamente una parte della nostra generazione si chiede se andrà tutto bene.
Su Youtube Ú stato aperto il Gundam Channel e a noi sembra una grande sfida, ma considerando com’Ú cambiata negli anni la fruizione dei media la mia impressione Ú che forse siamo addirittura anche un pò in ritardo.

Create i vostri lavori pensando al modo in cui saranno trasmessi?
No, questo non cambia il modo in cui lavoriamo ad un prodotto. Se sei consapevole del mezzo utilizzato ovviamente ci sono degli accorgimenti che puoi prendere, come ridurre la durata a 10 minuti e modificare la frequenza di aggiornamento. Ovviamente possiamo adeguarci a richieste del genere, ma come dicevo prima, in questa serie ci siamo concentrati sul racconto, quindi abbiamo interpretato la necessità di accorciare i tempi come un rischio. Il nostro obiettivo resta mantenere la qualità di un prodotto televisivo.

Insomma vi siete concentrati su come sviluppare in vari modi lo stile di “Divers”.
Esatto. Soprattutto per quanto riguarda gunpla e dati, vogliamo rendere omaggio al nostro lavoro. Tuttavia, pur essendo dati, non vuol dire che si animino automaticamente, c'Ú dietro la stessa anima e impegno. Non so quanto questo venga trasmesso agli spettatori che guardano la serie, ma non voglio che il pubblico dimentichi quello che prova guardandola.

Credo che questo possa essere il punto di svolta della serie.
Stavolta supervisiono la composizione della serie, e spero di poter creare qualcosa di interessante in collaborazione con Watada.
Sto ancora affrontando le sfide che dedicarsi ad una serie del genere comporta, ma sarei felice se gli deste un’occhiata.

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