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"Perchè il tema della 'Maledizione' è stato scelto per un Gundam dei giorni nostri" - Intervista a Takuya Okamoto

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Bentrovati alle celebrazioni del 1° Anniversario di The Witch From Mercury, in cui riviviamo i retroscena e lo sviluppo della serie animata attraverso le parole dello staff coinvolto nei lavori!
Oggi ho per voi la prima parte di una lunga intervista concessa dal produttore Takuya Okamoto alla testata online ASCII.jp. L'intervento è particolarmente significativo perchè risalente al giorno esatto della trasmissione del primo episodio della Second Season; in questa prima, interessantissima parte, il produttore riprende tutti i temi trattati nella storia finora, contestualizzandoli e rivelandone origine e presupposti creativi.

Prima di tutto, ci tracci un suo profilo come produttore.
Okamoto:
Sono entrato nella Sunrise nel 2006. Ho iniziato la mia carriera come assistente di produzione in Code Geass: Lelouch of the Rebellion. Successivamente, ho partecipato a Inuyasha: The Complete Arc, e poi ho lavorato alla parte animata del gioco Gihren's Greed e a Mobile Suit Gundam UC, che è stato il mio primo coinvolgimento nella produzione di Gundam.
All'epoca non sapevo molto della serie, quindi ho iniziato a guardare Mobile Suit Gundam come materiale di studio per Gihren e UC.

Quindi non conosceva già Gundam?
Okamoto:
Esatto. Mi sono unito alla compagnia perché volevo lavorare nell'industria cinematografica, sia in live-action che in animazione, e non avevo famigliarità con Gundam fin dall'inizio.
In seguito, ho lavorato alla serie Code Geass e a Cross Ange, e mi sono chiesto se sarei mai stato coinvolto di nuovo in Gundam ...... ma poi mi sono improvvisamente unito alla produzione di Gundam Iron Blood Orphans. All'improvviso mi è stato chiesto di occuparmi del lavoro di scrivania per questa serie. In seguito sono stato coinvolto nelle serie Gundam Build.

Ora ci racconti come è nato il progetto di "The Witch of Mercury".
Okamoto:
Per The Witch of Mercury ci è stato chiesto di realizzare un Gundam con un personaggio femminile come protagonista e, come per le precedenti serie di Gundam al di fuori dell'Universal Century, il nostro obiettivo era quello di allargare la fanbase di Gundam.

Da qui, come avete dato vita a "The Witch From Mercury"?
Okamoto:
Prima di tutto, quando sono stato contattato, avevo già una proposta di progetto della Morion Airlines, e una delle parole chiave era "The Witch from Mercury".
Allo stesso tempo, stavo pensando a un progetto con Kobayashi per vedere se potevamo fare qualcosa di nuovo, così gli ho chiesto di dirigere il film.

Perché ha deciso di affidare la regia a Kobayashi?
Okamoto:
Quando ho parlato con lui, ho realizzato che era molto intuitivo e che aveva idee e pensieri precisi.
Ho pensato che, quando si realizza un progetto originale, è meglio avere un regista con un'idea precisa di ciò che vuole rappresentare e del messaggio che vuole trasmettere al pubblico, quindi ho pensato che avrei potuto affidargli questo lavoro, e gli ho chiesto di farlo.
Inoltre, quando ho visto i film di Kobayashi, ho pensato che, come regista, la sua capacità di creare scene che rendessero affascinanti i personaggi fossero sì importanti, ma soprattutto mi hanno impressionato le sue abilità di composizione della storia. Nella durata limitata di un film, riesce a condensare sia il tipo di visione del mondo che i temi che vuole affrontare.

Chiaro! Allora, come è arrivato Ichiro Ohkouchi a essere il compositore e lo sceneggiatore della serie?
Okamoto:
Confrontandomi con Kobayashi su chi sarebbe stato il miglior sceneggiatore, mi è venuto in mente Ohkouchi, così gliel'ho proposto.
Gundam è un dramma corale con una visione del mondo complessa e un numero molto elevato di personaggi. È come un dramma epico, e questa volta c'è anche l'elemento nuovo di una protagonista femminile.
Conosco il signor Ohkouchi dai tempi di Code Geass e penso che sia uno sceneggiatore in grado di mettere insieme elementi molto complessi e che sia anche molto abile nel far risaltare i personaggi.
Inoltre, ha un gran numero di idee. Le opere originali vengono create da zero, quindi se non c'è qualcuno che ha molte idee, c'è il rischio di rimanere bloccati a metà. Inoltre, è necessario essere in grado di prendere in considerazione istantaneamente un gran numero di idee provenienti da diversi membri dello staff.
Tenendo conto di questi fattori, abbiamo chiesto a Ohkouchi, che ha sia capacità di caratterizzazione che di composizione, oltre a molta inventiva.
Abbiamo anche chiesto a Seiichi Shirato, che si occupava della ricerca delle ambientazioni, di unirsi a noi in una fase iniziale, in modo da poter recuperare le idee di varie persone e solidificare i contenuti.
La politica che abbiamo seguito per questo lavoro è stata quella di espandere la fanbase di Gundam.

Gundam è già un contenuto popolare. Perché pensate di dover espandere ulteriormente la fanbase?
Okamoto:
I fan di Gundam sono principalmente persone tra i 30 e i 40 anni o più. Ovviamente è importante fornire contenuti che soddisfino i fan che hanno sostenuto Gundam fino ad ora, ma abbiamo l'impressione che undam imploderà se non espandiamo la fanbase.
Quando abbiamo iniziato a lavorare su The Witch From Mercury, si trattava di un'opera "gundamica" con un tema bellico più forte di quello attuale. Anche la sceneggiatura del primo episodio, scritta da Ohkouchi, era una storia molto interessante.
Quando si è finito di scrivere la sceneggiatura del primo episodio e si era quasi terminata la struttura del secondo, ho avuto modo di fermarmi a riflettere. Mi sono chiesto: "È questo il Gundam giusto per questo momento storico?". È stato anche il momento di dare un giudizio finale sull'opportunità di continuare su quella linea.
Come ho già detto in altre interviste, poco prima di quel momento ho avuto diverse occasioni di parlare con studenti delle scuole medie che erano venuti in azienda per un tour di studi sociali e con giovani che erano entrati nella nostra azienda come nuovi dipendenti.
Mi hanno detto: "Non lo guardo solo perché c'è scritto 'Gundam'. Non credo che faccia per noi", "Gundam è per i vecchi", "Mio padre lo guarda, ma sembra un po' complicato".
Mi sono reso conto che c'era la sensazione che il solo fatto di avere la parola "Gundam" fosse una barriera.

Ho letto quell'intervista ed è stato scioccante... Guardando i social, sembra che ci siano molti fan ventenni, ma dal punto di vista di uno studente delle scuole medie, è "difficile avvicinarvisi"! Anch'io ho guardato la serie di Gundam quando ero alle scuole medie, ma non ho avuto questa impressione.
Okamoto:
Personalmente, penso che le serie di lunga durata siano difficili da seguire per un nuovo arrivato. Anche se si viene informati che si sta preparando un sequel, si può pensare che sia troppo difficile guardarlo ora, o che sia necessario guardare dall'inizio per capirlo.
In un certo senso, la lunga storia e della tradizione di Gundam consiste in questo, ma allo stesso tempo è anche il suo "peso".
Abbiamo anche parlato del contenuto di queste interviste durante il meeting, che forse ci ha dato la possibilità di fermarci un attimo.

Dopo esservi fermati, che genere di correzioni avete apportato per arrivare a ciò che ora stiamo guardando come "The Witch From Mercury"?
Okamoto:
E' arrivata l'idea della scuola. Kobayashi ci ha chiesto, "Che ne dite se lo ambientassimo in una scuola?"
Ai successivi meeting sulla sceneggiatura, il resto dello staff contribuì con varie idee, "Che ne dite di una storia scolastica?" o "Che ne pensate se aggiungessimo elementi da shojo manga?"

Nel primo episodio, la scena in cui Suletta duella con Guel per Miorine, ad un osservatore casuale potrebbe ricordare la classica situazione "si combatte per una ragazza", come in uno shojo o un otome game.
Okamoto:
Lo staff di The Witch From Mercury ha membri giovani e molte donne a decidere in che direzione orientare il lavoro, quindi sono uscite anche considerazioni del tipo "Questo genere di situazioni erano percepite come divertenti quando eravamo giovani, ma adesso..?", "Questa battuta e' divertente anche per le nuove generazioni?" o "Cosa ne pensate di queste situazioni o queste battute dal punto di vista femminile?"

In effetti vedo molti giovani o donne che mi dicono "'The Witch From Mercury' è stato il mio primo Gundam". La ragione di questa popolarità non sembra risiedere solo nel fatto che sia stato fatto per assomigliare ad uno shojo, ma anche perchè ogni elemento sembra attentamente considerato, includendo se sia o meno appropriato per i tempi.
Okamoto:
Spero sia così... Tuttavia, il target di The Witch From Mercury è "ampio", nel senso che si vuole intrattenere tutte le generazioni. Mentre siamo consapevoli di voler far avvicinare i giovani, crediamo anche il punto sia offrire ciò che noi creativi consideriamo interessante.
E' limitante dire "indirizzato ai giovani"... E' brutto presupporre che i giovani siano tutti uguali, e al tempo stesso credo che concentrarsi su una fetta esclusiva di pubblico limiti il respiro del lavoro, quindi in questo caso preferirei puntare a qualcosa che raggiunga un pubblico il più variegato possibile.

Adesso, per favore ci racconti della genesi del concept e della storia di "The Witch From Mercury".
Okamoto:
Come ho detto prima, il titolo della proposta arrivataci da Morion Airlines era "The Witch From Mercury", ma la storia finì per prendere tutta un'altra direzione. Kobayashi fu ispirato dalla parola chiave "strega" e vi affiancò "maledizione" e "incantesimo".
Ambientazione e storia di The Witch From Mercury si soldificarono grazie alla parola chiave "maledizione". Credemmo che si unisse bene al tema della "tecnologia per l'espansione anatomica" discusso in uno dei primi meeting all'inizio del progetto.

Anche io ho realizzato la novità dell'idea dell'espansione anatomica... Al momento, si tratta di una tecnologia che sta godendo di attenzione in campo medico e sanitario, come l'idea di indossare esoscheletri per la movimentazione di carichi pesanti, o nell'uso di arti prostetici... In un certo senso, può includere anche l'utilizzo della realtà virtuale... Come vi è venuta l'idea di inserirla?
Okamoto:
Quando si lavora su una serie di Gundam, uno dei temi che si cerca subito di prendere in considerazione è la definizione di Gundam/Mobile Suit. A volte utilizziamo i concept del Universal Century, ed altre pensiamo a qualcosa di nuovo.
Quando con Kobayashi e Ohkouchi ci siamo messi a discutere sull'argomento, Kobayashi se ne uscì con "Espandi il tuo corpo, espandi la tua coscienza".
I Mobile Suit di The Witch From Mercury sono un'estensione dell'odierna tecnologia sulll'espansione anatomica, ed esiste per espandere i sensi fisici umani.
E' simile all'idea di Tomino della definizione di Mobile Suit come di un'estensione del corpo.
Inoltre, l'idea della "maledizione del Gundam" è connessa all'idea del feedback ricevuto dal pilota.
Mi è venuta l'idea che, se una persona normale continua a pilotare una macchina che espande i suoi sensi avrebbe risentito del feedback sul proprio corpo, quindi "se cavalchi un Gundam, morirai".

Prima ha detto che al regista sono venute in mente le keyword "maledizione/incantesimo" e penso siano esattamente il tema del lavoro.
Okamoto:
Esatto. Nella storia, il Gundam è ritratto come "maledetto", ma ci sono anche relazioni tra genitori e figli ritratte come "maledizioni", come nel caso di Suletta e Prospera, Miorine e Delling, Guel e Vim... Inoltre, sullo sfondo di questo lavoro c'è la "divisione" e la "disparità" tra Spaziani e Terriani.
Uno dei temi è come i protagonisti affrontano e superano le "maledizioni" in cui si trovano finendo in certe situazioni.

C'era qualcosa di cui eravate consapevoli nel modo in cui avete cercato di trasmettere certi temi ad una platea il più ampia possibile?
Okamoto:
L'obiettivo di The Witch From Mercury è stato "Piuttosto che raccontare grandi storie sulla società, vogliamo che gli spettatori empatizzino con i personaggi ritraendo situazioni che gli siano famigliari".
Uno dei modi in cui abbiamo provato a veicolare questa intenzione è ritraendo le "aziende" come forze in conflitto.

Perchè scegliere un'azienda piuttosto che una nazione?
Okamoto:
Le serie di Gundam raccontano di battaglie con varie "forze" che entrano in campo.
Pensando a cosa utilizzare in The Witch From Mercury, una "nazione" poteva risultare un pò difficile da capire per chi non avesse mai visto Gundam o per dei ragazzi... Riflettendo su un esempio tangibile di organizzazione, mi sono venute in mente le "aziende".
Parlando di aziende, anche i teenager avranno avuto l'opportunità di sentire storie su cosa è successo a lavoro ai loro genitori, inoltre le serie ambientate in certi posti di lavoro stanno diventando popolari, e ho creduto potessero risultare comprensibili anche ai più giovani.
Così, abbiamo creato la Benerit Group che creava i mobile suit.

Avete dato la priorità alla facilità di comunicazione?
Okamoto:
Considerando l'esistenza delle "aziende" nella vita reale, non credo che questo abbia rimpicciolito la scala del mondo di Gundam.
Già di questi tempi, una singola azienda può avere un potere enorme.
In Giappone esistono già le cosiddette città aziendali, quindi abbiamo provato a simulare come sarebbe il mondo se avessimo espanso questo concetto all'estremo.
Inoltre in Gundam i design dei mobile suit sono spesso definiti dalla fazione quindi in The Witch From Mercury abbiamo deciso che "le varie aziende avrebbero creato mobile suit per farli competere tra loro", in modo da definirne in questo senso anche i design.
Così abbiamo combinato gli elementi dell'azienda e della scuola con "il Benerit Group che gestisce una scuola che insegna a pilotare mobile suit e gestire un'azienda, ed i figli dei proprietari delle aziende vi studiano", con "a scuola è stato creato un sistema nella quale i mobile suit delle varie aziende competono per testare l'operabilità e performance dei propri modelli".

Partendo dalle parole chiave "strega" e "maledizione" abbiamo espanso e connesso mondo e storia.
Okamoto:
Credo che il tema della "maledizione" ritratto in questo lavoro sia qualcosa a cui chiunque viva nella nostra società possa relazionarsi. La Season 2 di The Witch From Mercury farà avanzare i personaggi tra queste "maledizioni", e sarei felice se seguiste dove le cose andranno a finire.

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