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∀ Gundam Episodes ⑤ Cronaca delle Battaglie della Signora Heim

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Il 2024 segna il 25° anniversario di ∀ Gundam, uno dei lavori più significativi della produzione gundamica di Yoshiyuki Tomino-- Forse il suo primo "vero" Gundam.

Per celebrare questo anniversario ho deciso di rimpolpare un pò la lore di questa serie offrendovi la traduzione dei racconti brevi che costituiscono il volumetto Episodes, firmato dal romanziere di fantascienza Shigeru Sato e che chiudono la sua esperienza nell'adattamento in romanzo della serie TV.
Sato, pur non essendo direttamente legato alla produzione dell'anime è fan di lunga data di Gundam e ha collaborato con Shigeru Morita, membro dello Studio Nue e curatore dell'ambientazione di , e sembra che per la compilazione dell'adattamento in romanzo della serie TV abbia incluso anche elementi originali ideati da Tomino ma non inclusi nell'anime.

Anche questi brevi racconti quindi, pur incentrandosi su un'interpretazione personale delle vicissitudini dei personaggi in questione, tengono però conto dell'ambientazione originale e possono costituire un'interessante risorsa di minutaglia targata Correct Century.
Il volume è inoltre illustrato da un altro grande, il mangaka Kenji Tsuruta, che ha saputo reinterpretare i personaggi di in maniera particolarmente evocativa, di cui potete vedere un accenno nella "copertina" dei post!
In questo capitolo torniamo ad investigare la guerra "dal punto di vista dei civili", seguendo il trauma, la reazione e la speranza di una delle "comparse" della serie, la Signora Heim, madre di Kihel e Sochie..!


Una tranquilla mattina di Luglio

...Mi è sembrato di aver sentito chiamare il mio nome.

Non trovi la cravatta? O la camicia è troppo stretta?
Se il ragazzo dei Lineford viene da queste parti, dovrà fermarsi per un tè.
Kihel non c'è, quindi dovrò chiedere a Sochie di rimanere alla villa oggi. Dovrò dire a Cahallan e Loran di non prendere la macchina, per evitare che la portino al campo d'aviazione di Kung.
Oh, forse sono po' troppo casual con questo vestito? Sì, può darsi.
So che non giudichi le persone dal loro aspetto.
E so che vuoi che gli altri facciano lo stesso.
Ma ti ricordi?
Quando sei venuto a casa dei miei genitori per chiedermi di sposarti, eri in abiti da lavoro, ricordi?
Non c'è da stupirsi che mio padre fosse contrario.
Il motivo per cui siamo dovuti fuggire è che non ti preoccupavi molto del tuo aspetto.
Non è il momento di ridere.
...Se lo stai facendo...

Se si potesse descrivere la durezza di un suono, questa sarebbe il rumore di una pietra che cade.

È un suono pesante e umido, come una grande pietra calda e bruciata che cade con grande forza sul fango freddo e morbido. Il calore riempie l'aria con impeto, attenuando il suono ma diffondendolo in lungo e in largo. La casa scricchiola.
Poi un odore.
L'odore della polvere da sparo, come quella nella tenuta dei Lineford durante la caccia al cervo.
“Signora!," giunse da lontano la voce di Jessica, la governante.
"La camicia di Dylan ha bisogno di essere stirata."
Sopra c'era il sigillo della miniera degli Heim.

...Dylan Heim.

"Il padrone mi ha... detto di..."
Jessica disse in tono sommesso, abbracciando la signora Heim.
"Dylan?," la signora Heim guardò nel grembiule di Jessica con sospetto.
"Sì, di portare a sua moglie... La sua..."
"Capisco," disse la signora Heim in camicia da notte.
"A proposito, che ne è del ragazzo dei Lineford?”
Guid Sard Lineford, nipote del signore di Inglessa, avrebbe dovuto essere qui. Aveva detto che non aveva a che fare con una caccia al cervo o di una festa in giardino, quindi perché non è ancora arrivato..?
La signora Heim cercò di ricordare.
"Padron Lineford sarà presto qui," disse Cahallan.
Oh, quindi verrà, pensò la signora Heim, sentendosi un po' sollevata.

...E poi.

Dal cielo lontano arrivò quello che sembrava il boato di un tuono.
Anche nelle immediate vicinanze della villa si sentirono persone urlare.
"Un tuono..? E chi è, così presto al mattino a fare tutto questo baccano..?"
"Signora, sono solo degli ubriachi."
Uscendo dalla stanza, vide una sala piena di una densa nuvola di fumo. L'odore di qualcosa che bruciava, un odore sconosciuto, riempiva l'aria.
"Beh, questo è un pò troppo per Sam. Hai chiamato il falegname?”
Guardando in basso, in fondo alla coltre di fumo della polvere da sparo, si vedeva un grosso buco al centro della sala di marmo, la finestra in fondo alla sala era saltata e si sentiva debolmente il cattivo odore di qualche residuo bruciato.
"Sì, è quell'odioso mostro della Galia..."
"Galia?"
Il continente oltre il mare orientale. La signora Heim inclinò la testa chiedendosi se fossero in affari con la gente di un posto del genere.
"L'ufficio e la stanza di Dylan sono completamente scomparsi, vero?"
Al piano inferiore, la metà orientale del tetto della villa, l'ufficio della compagnia mineraria al piano terra e la stanza di Dylan Heim al secondo piano, erano crollati in un mucchio di tegole elettriche.
"I vestiti di Dylan devono essere sistemati. Puoi chiamare immediatamente il sarto?"
Dopo aver detto tutto questo, la signora Heim ascoltò preoccupata.

Una brutta sensazione.

Le grida provenienti dall'esterno si fecero più forti e la voce di Sam sembrava ovattata tra di esse.
La signora Heim guardava con sospetto la porta d'ingresso, deformata e danneggiata, tenuta in piedi a malapena da un unico cardine.
"Presto, usciamo dal retro," disse Jessica.
"La signora è malata..." la voce perplessa di Sam si sentì da dietro la porta.
"Malata..?"
La signora Heim si scrollò di dosso la mano di Jessica dirigendosi verso la porta, "Sono... Malata?"
"S-Signora!"
Senza ascoltare le parole di Jessica, la signora Heim mise la mano sulla maniglia sporca di fuliggine.
La porta non fece resistenza, sbattendo verso l'esterno.
La bianca nebbia del mattino e l'odore di molti esseri umani entrarono nella casa, accarezzarono la pelle della signora Heim.

Sgombero

"Perché tutto questo trambusto di prima mattina?”
Sam e la folla che si affollava intorno a lui trattennero il fiato, non credendo ai loro occhi alla visione della signora Heim in camicia da notte all'ingresso, davanti la porta spalancata.
"C-Che diamine--?," mormorò la folla all'atteggiamento della signora Heim, in contrasto con i suoi abiti da notte.
...Erano i cittadini di Vicinity.
Erano presenti anche molti minatori della miniera di Heim.
"La Militia ci ha detto che qui si trova un generale di Galia," disse uno di loro.
"Galia? Impossibile," sorrise la signora Heim, "Oh, ma... Non stavano facendo un accordo..?"
Si ricordò improvvisamente che Jessica aveva detto qualcosa del genere prima.
"S-Signora... Qui è dove...," Sam si affrettò a spingere la signora Heim all'interno.
"Oh, c'è anche Jay? La miniera non sarebbe nei guai se tu, il caposquadra, non fossi al lavoro?," disse con aria di rimprovero la signora, una volta scorto un volto familiare tra la folla.
Jay era il presidente del sindacato dei minatori. Beveva in continuazione durante gli scioperi e alle riunioni del sindacato, uno scapolo che non aveva mai avuto una donna nei suoi quasi quarant'anni. Era amico d'infanzia di Dylan e della signora Heim.
"Signora..."
Sam fece un'occhiataccia e Jessica afferrò il braccio della signora Heim.
"Come moglie di un proprietario di miniera, devo dire che," la signora Heim si scrollò di dosso il braccio di Jessica e si addentrò nella folla, "Perché voi minatori siete qui quando il vostro padrone è talmente occupato a lavorare da non poter tornare a casa?"
"I-Il padrone..?," la folla apparve sconvolta.
"Sì, proprio così. Cosa fate voi... quando Dylan Heim lavora ogni ora del giorno senza neanche tornare a casa?"
La folla rumoreggiò.
"Andate a lavorare!"
"Signora, al resto ci penso io," ma la signora Heim interruppe sia Sam che la folla, "Se volete il vostro salario, dovete lavorare!”
Grida, spingendo Sam da parte, "Non date altri problemi a Dylan," mormorò con un tono di voce un po' stentato, dato che non vedeva suo marito da molto tempo.

Non ti vedo da molto tempo...?

La signora Heim si sforzò di ricordare l'ultima volta che aveva visto suo marito.
Ma tutto ciò che rusciva a ricordare era il suo immancabile sorriso, che in qualche modo le faceva venire le lacrime agli occhi.
"Siamo venuti a chiederle di non chiudere la miniera!," si levò un grido dalla folla.
"...Chiuderla?"
"Signora!," Sam spinse la signora Heim a rientrare in casa.
"A che gioco state giocando? Avete chiuso la miniera perché il presidente è morto!," gridò qualcun altro dalla folla.
“Signora!," gridò Jessica, tirando per mano la signora Heim e trascinandola di nuovo nel salone.
"...E' morto?," borbottò a bassa voce la signora Heim mentre veniva spinta di nuovo nella sala.
La sala aveva un grande buco e l'intera metà orientale della casa era scomparsa, così come il tetto.
...Così come la stanza del suo amato marito.
"Dylan è... Morto?"
"Il mostro di Galia non sputava fuoco?," gridò la folla, "La Galia non ci ha attaccato dando fuoco a Nocis?!"
"La Galia... Dando fuoco..."
La signora Heim finalmente ricordò.

Il giorno prima del solstizio d'estate, la rassegna di Militia al castello di Bostonia a Nocis, la capitale di Inglessa.
Le fiamme che hanno bruciato la notte di quel ricco banchetto.
Un'ombra enorme si agitava tra gli edifici di Nocis, illuminati dalle fiamme.
Passi che rimbombavano sul terreno e si avvicinavano.
...Era...
Un'enorme testa rotonda con un unico grande occhio.
Al di sopra delle sue gambe, troppo lunghe per il corpo, e delle sue braccia, troppo piccole per il corpo, il suo enorme, unico occhio fissava la signora Heim.
...Nocis era stata bruciata dal mostro della Galia.

"Aaah..."
"S-Signora!," Sam si precipitò a sorreggere la signora Heim che stava per svenire, "No, il signore è in viaggio d'affari in un altro territorio," cercava di nascondere la signora Heim alla folla con la sua schiena, "Quando avrà finito, sarà di ritorno," continuò, scuotendo la testa come se gli dovesse cadere, "Va tutto bene, signora..."
"La Galia ci sta invadendo e non possiamo vincere se chiudiamo le miniere!," le grida della folla riecheggiarono nella sala senza tetto, "Anche se il presidente è morto, la miniera può continuare!"

Quella notte...

Dylan Heim era andato a Vicinity per assistere la figlia più giovane nei festeggiamenti per la maggiore età...
La signora Heim scivolò instabilmente dalle braccia di Sam per dirigersi ancora una volta verso l'ingresso.
"Signora Heim! I campi di grano di Vicinity non sono pronti per il raccolto! Se arriva l'inverno, moriremo di fame perché non abbiamo lavoro!," continuava a gridare la folla.
"Dylan--," gridò la signora Heim,

"--Non è morto!"

La folla si ammutolì.
"Era in viaggio d'affari in un altro territorio, ma dopo l'attacco di Galia è corso a difendere Vicinity!"
I capelli d'oro della signora Heim si illuminarono.
La nebbia del mattino si era dissipata e adesso splendeva il sole.
"È il momento per gli abitanti di Vicinity di unire le forze...”
La piccola berlina della famiglia Heim uscì dalla casa con un'esplosione rimbombante che soffocò la voce della signora Heim.
"S-Signora!," Cahallan si precipitò senza fiato all'ingresso, "Il padrone è rimasto ferito ed è scappato da solo!"
"Non possiamo nemmeno contare sui Lineford!," gridò qualcuno dal fondo della folla.
"U-Uno dei Monocoli di Galia si dirige verso di noi!," qualcuno arrivò di corsa dalla città, gridando, "C'è del fumo che proviene da Nocis! Sta bruciando di nuovo!”
"Vicinity è finita!"
La folla và nel panico.
"Silenzio!," gridò la signora Heim "Corriamo verso le miniere!"

Le Miniere

Il pettine continuava ad impigliarsi tra i suoi capelli biondi, come se non si fosse pettinata per molto tempo, e ad ogni tiro la fronte della signora Heim si corrugava. Ad ogni pettinata, l'ambiente circostante sembrava diventare sempre più chiaro.
"Hey! Che fai nella stanza della padrona!," gridò Jessica quando vide nella stanza una donna in tenuta da lavoro che si spazzolava i capelli.
"Come sto? Ti sembra che vada bene bene?," si voltò la donna.
"S-Signoraa...," Jessica quasi svenne alla vista della padrona di casa in pantaloni.
"Come puoi essere sicura che i Monocoli di Galia non ci attaccheranno di nuovo? Non possiamo scappare per tempo indossando un vestito!," sostenne la signora Heim.

Quella mattina nebbiosa...

Mentre gli abitanti di Vicinity terminavano l'evacuazione verso le miniere, i mostri guerrieri di Galia sciamavano per le strade di Vicinity. Distrussero addirittura Monte Ark, che si ergeva a nord della città, con le loro temibili frecce di fuoco.
Dalle miniere all'ombra della montagna, il cielo si macchiò di rosso con i frammenti delle rocce sgretolate sparsi nel cielo.
"Non indosso una tuta da equitazione da quando andavo a scuola," disse la signora Heim, come se si fosse dimenticata della montagna in fiamme.
"Non posso credere che-- La signora debba indossare abiti così sporchi...," Jessica cominciò a piangere.
"Oh, non è-- curioso piangere per una cosa del genere?," disse la signor Heim con poca convinzione.
"No, no, no... Non dirò mai che stia bene così, mi sembra di vedere la signorina Sochie--!"
“...Sochie."
La figlia più giovane, Sochie, era scomparsa da quel giorno, "Che ne è di Sochie?"
"Secondo i soldati di Militia, ha attaccato una nave del castello di Galia con una bambola meccanica rotonda che ha dissotterrato dal Monte Ark..."
"Eh!," alla signora Heim viene quasi un infarto, "Sembra proprio qualcosa che farebbe Sochie," si riprese divertita davanti a Jessica che era corsa ad accertarsi delle sue condizioni.

Le miniere degli Heim si trovano a nord-est di Vicinity, all'ombra del Monte Ark. Le uniche strade che vi conducevano erano la ferrovia della miniera e una stretta strada di ghiaia che si snodava attraverso una stretta valle.
Si tratta di una zona pericolosa.
I circa 500 abitanti di Vicinity, che non avevano un luogo dove evacuare, dovettero fare delle strutture e delle gallerie delle miniere il loro rifugio.

Quando la signora Heim si presentò davanti a loro, gli abitanti di Vicinity sussultarono involontariamente per lo stupore.
Gli uomini non rimasero indifferenti alla vista della bella vedova, con le sue lunghe gambe e i suoi ampi seni avvolti in semplici abiti da lavoro.
"Cosa dovremmo fare ora?," chiese la signora Heim senza preamboli.
Erano gli abitanti a voler fare questa domanda, quindi risposero della leader improvvisata con il silenzio.
"Andiamo a comprare qualcosa a Nocis..?," mormorò ingenuamente, "Ho ancora un pò di soldi..."
"Siamo in guerra! Non sia sciocca!,” gridò qualcuno, infastidito.
"Allora... Che facciamo?," alle parole intimidite della signora Heim, gli abitanti di Vicinity cominciarono a mormorare ansiosi.

...Se ci fosse stato Dylan, adesso...

La signora Heim si accasciò, senza parole.
"Non potete iniziare a prendervela con la signora, adesso!," una voce si levò dalla folla.
Alzò lo sguardo e vide Jay che si guardava intorno minaccioso.
"Ma non possiamo continuare a nasconderci e basta," una risposta intimidita provenne da uno degli abitanti, "Non è come se aspettassimo di morire di fame, così..?"
"Se ce ne andiamo, i soldati di Galia ci troveranno," disse un'altra voce, e l'agitazione si diffuse silenziosamente tra gli sfollati.
"Rimanere qui e morire di fame, oppure uscire e lasciarci prendere dai Monocoli dei Gali...Siamo finiti in ogni caso”
“Esiste qualcosa di peggiore..?"
Alle voci pessimistiche degli uomini seguirono i singhiozzi soffocati delle donne. Anche i bambini piccoli, pur non riuscendo a capire cosa stesse succedendo, cominciarono a piangere.
"Ehi, ehi! Ci sono ancora i campi di grano e possiamo recuperare l'acqua dalle profondità delle montagne," gridò Jay sopra le grida acute dei bambini, "Finché ci sono cibo e acqua, la gente può sopravvivere!"
"Ma..."
Gli abitanti, esausti, si guardarono l'un l'altro con incertezza.
"Uomini grandi e grossi che si lagnano come ragazzini," li rimproverò Jay, "Non sapete cosa significhi per la signora mettersi al posto del padrone per ricostruire Vicinity?"
Gli uomini di Vicinity fissarono la signora Heim, che se ne stava lì in piedi. La luce del sole brillava sui suoi capelli dorati.
Notarono anche che era piena di una bellezza intoccabile, come un vecchio dipinto di una regina guerriera, che se ne stava lì impotente.
Il mormorio di singhiozzi si dissipò rapidamente.
"E'... Così... No..?"
"E' così."
Gli uomini cominciarono ad alzare la voce per rincuorare la bella vedova, "Va tutto bene, signora!"
"Signora! Io falcerò il grano!"
"Mi occuperò dell'acqua!”
Alle grida eccitate degli uomini, la signora Heim era confusa, arrossì e rispose con femminile imbarazzo, non sapendo cosa dire.
Anche questo conquistò il cuore degli uomini di Vicinity.
Di tutta risposta, le mogli dicevano, “Non fare troppo il galletto!," e da ogni parte si levavano grida di dolore dei mariti quando gli pizzicavano il sedere, rimproverandoli.

Dopo il comizio, Jay si presentò davanti alla signora Heim con alcuni rudi minatori al seguito.
"Grazie per prima..."
"No, non deve preoccuparsi, signora," disse Jay, "Noi scapoli abbiamo deciso che da oggi saremo le sue guardie del corpo”, aggiunse, un pò imbarazzato.
"In questi tempi, deve essere difficile per una donna sola guidare un piccolo gruppo di persone, come avete appena fatto voi."
"Se non fanno quello che dice la padrona, ci penseremo noi," disse uno dei minatori mostrando il pugno.
"Beh, non dovete essere violenti," disse la signora Heim, ammutolendoli, "Ma grazie."
La signora Heim si inchinò gentilmente, "Posso contare su di voi..?"
"Può contare su di me!," confermò Jay arrossendo, "Fino al ritorno di De--Aehm, del padrone, sarò al vostro servizio!"

Probabilmente la signora è ancora sconvolta, ecco perché non comprende la morte del padrone.
Qualcuno deve proteggere questa vedova che cerca di ricostruire Vicinity per conto del suo amato marito. Non è altro che il sottoscritto, che è anche un volto familiare ed è in grado di unire il sindacato dei minatori.
E poi...
Jay resiste all'impulso di abbracciare la signora Heim, stringendosi il petto.

Tramonto

L'unità di taglio del grano guidata da Jay fece un lavoro straordinario.
Si scontrarono ripetutamente sia con la Militia che con i ladri di grano di Galia, che sembravano essere diventati banditi, sui campi di grano ancora in salvo, ed in qualche modo ebbero la meglio.
Prima della fine di Luglio, si erano assicurati abbastanza grano per l'inverno e semi per l'anno successivo.

Una sera di fine Luglio, la signora Heim entrò nell'ufficio di Dylan nella miniera.
Le tende nascondevano le finestre chiuse. La pallida luce del sole crepuscolare che traspariva dalle fessure delle tende faceva sembrare la stanza piccola, cosa che non era affatto.
Sulla scrivania dell'ufficio, i fogli ancora in disordine, un giornale che stava per leggere.
Cerchiato in rosso c'era un articolo sull'apertura di una fabbrica di automobili a Lujianna.
Il modello e le specifiche delle auto da produrre, così come il prezzo di vendita previsto, erano sbadatamente confermati in rosso, con la tipica calligrafia di Dylan.
Il giornale era datato due giorni prima del solstizio d'estate...
"Dylan era ancora..."
La signora Heim raccolse le carte.
C'era un sottile strato di polvere sulla scrivania e sulla sedia di pelle.
...Come se fosse così da anni.
In quel momento ci fu un improvviso trambusto fuori dall'ufficio.
"Che succede?," la signora Haim aprì la finestra dell'ufficio.
Nel cielo della sera, sopra la valle della miniera, notò una luce soffusa che non aveva visto.

Finchè siamo abbastanza vicini da odiarci a vicenda
possiamo anche amarci...


Il cielo serale era riempito dalla proiezione di una ragazza in uniforme militare bianca, con dei bellissimi capelli dorati. Una voce familiare riecheggiava nel cielo.
"L-La regina di Galia!" indicarono in tumulto i cittadini.
"Terribile! I Gali usano la magia!," un vecchio superstizioso si buttò a terra terrorizzato, "È finita! Non siamo all'altezza dei Gali!”

"Cosa state dicendo--?," gridò la signora Heim.

Fratelli separati da 2.000 anni,
Riuniti dopo 2.000 anni,
Spero che arrivi il giorno in cui potremo gioire con tutto il cuore...


"--Quella è mia figlia!"
La voce della signora Heim mise a tacere per un attimo i residenti in preda al panico, "E' Kihel!"

...Come poteva sbagliarsi?
L'amata figlia che aveva dato alla luce dopo una gravidanza dolorosa.
I suoi capelli d'oro, le sue guance bianche, i suoi sereni occhi azzurri...
Anche se era vestita con una strana uniforme militare di un altro Paese, la sensazione delle sue spalle quando la abbracciava, l'odore dei suoi capelli dello stesso colore dei suoi, le linee del suo corpo che diventavano più mature di giorno in giorno, erano evidenti alla signora Heim.
La figlia maggiore, che quest'autunno avrebbe iniziato a vivere da sola per entrare all'università di Nocis.
Anche Kihel scomparve quella mattina, insieme alla bambola meccanica bianca di Militia.
E ora quella stessa Kihel veniva proiettata in cielo, appellando alla fine della guerra.
La signora Heim non aveva avuto il tempo di chiedersi il perché. Era solo felice che la sua amata Kihel stesse bene.

"Signora!," Jay, che aveva notato che qualcosa non andava, si precipitò nella stanza.
"Kihel è..."
La signora Heim guardò il volto abbronzato di Jay e scoppiò in lacrime, senza riuscire a trattenerle.
"...Signora."
Jay l'abbracciò con sua stessa sorpresa.

Stella Cadente d'Agosto

L'estate si intensificava di giorno in giorno.
Il mese di agosto portava una brezza pungente nelle miniere nella profondità delle montagne, sfiancando lentamente gli animi degli abitanti di Vicinity, stanchi di vivere nei rifugi.
Ma la signora Heim non si era lasciata scoraggiare dal caldo e aveva continuato a darsi da fare per cercare di stabilizzare le operazioni della miniera.
"Il mercato del metallo non va bene," disse Jay alzando un sopracciglio.
"Sembra che... Lujianna ci stia dando davvero del filo da torcere, eh?," annuì con nonchalance la signora Heim.
"Gli operai dell'officina meccanica si lamentano sempre della mancanza di lavoro," disse Jay con esitazione, "E vogliono i loro stipendi in natura o in denaro di Lujianna, non in denaro di Inglessa, che ha perso valore..."
"Capisco il punto di vista del sindacato," sorrise la signora Heim.
Anche Jay era stupefatto.

Da quando la figlia si era riflessa nel cielo della sera, la signora Heim sembrava cambiata.

"Quella grande stella cadente che è caduta sulle montagne..." la signora Heim continuò, "Spero interessi a qualche riccone della Lujianna."
"Poco ma sicuro... Già un frammento varrebbe un sacco di soldi, ma se si trattasse di una bella roccia--" Jay si asciugò il sudore dal viso e guardò la catena montuosa Ark mezza crollata, "Ho mandato dei ragazzi a vedere ma non sono ancora arrivate novità."
"S-Signora!," gridò qualcuno subito dopo le parole di Jay.
"Signora!," un minatore stava correndo verso di loro, "La signorina è--!"
Jay guardò sorpreso il volto della signora Heim.
"Nella stella cadente c'era-- La signorina Sochie!"

“Beh, questa si che è stata una sorpesa," disse divertita Jessica, che era venuta a portarle la cena.
"Una stella cadente cadde sulle montagne e gli uomini andarono a vedere cosa stava succedendo, ed era una bambola meccanica di Galia, vero? E poi la signorina vi era dentro con un uomo..."
"Harry era... L'uomo che era con me?," chiese Sochie.
"Ah, si chiama Harry? Sì, non può ancora muoversi, ma sembra che stia bene," Jessica rise con malizia, "Ha una profonda cicatrice sulla tempia, ma sembra passerà. Sarebbe stato un peccato rovinare il viso di un così bell'uomo."
"...Capisco."
"Oh, cielo! Signorina Sochie, ma non ha mangiato nulla!" Jessica commentò guardando il contenuto del piatto rimasto intatto, "Ero riuscita a trovare della carne di cervo al mercato ed avevo pensato di farla per lei--!"
"Non ho molto appetito..." rispose tirandosi le lenzuola sulla testa, "Per favore, lasciatemi in pace..."
"Signorina..."
Jessica fissò con ansia il rigonfiamento sotto le lenzuola, poi uscì.
Dopo aver sentito il rumore della porta che si chiudeva, Sochie si affacciò con cautela.
Dal suo letto poteva vedere la finestra. Dietro le tende accarezzate dal vento, poteva vedere l'oscurità delle rocce.
Una parte silenziosa della montagna, immutata nella sua forma da migliaia di anni. Sochie temeva di diventare sempre più piccola mentre la guardava.

...Un'assassina.

La bambola meccanica dorata cadde tra le fiamme, ma Sochie non poteva morire.
Di certo la morte non l'avrebbe aiutata ad espiare. Ma anche se avesse continuato a vivere, come avrebbe potuto rimediare?
Il suo corpo tremava e Sochie si coprì di nuovo con il lenzuolo, chiudendo gli occhi.
"Sochie, posso?," la voce della signora Heim proveniva dall'esterno della stanza, "Conosci un uomo di nome Gavan?"
La ragazza si risvegliò alla voce della madre, "Gavan Gooney--?"
"E' quello che vorrei sapere," la signora Heim entrò nella stanza con una grande scatola, "La ditta di trasporti di Lujanna ti cercata ovunque, ma alla fine ce l'ha consegnata."
Dicendo questo, aprì la scatola e ne estrasse un abito da sposa bianco.
"Non lo presenti a tua madre?," chiese la signora Heim consegnando l'abito a Sochie.
Sochie abbracciò tremante l'abito completamente bianco e impreziosito da pizzi e cominciò a piangere, "Anche se volessi presentartelo...," borbottò con voce lacrimosa, "Gavan è stato inghiottito dall'Alba di Mezzanotte..."
"...Alba di Mezzanotte?"
"Una vecchia, vecchia bomba che fa come il Sole."
"Ah... Ricordo quella notte."
La signora Heim si sedette sul letto e accarezzò la schiena del Sochie, "Mi era sembrato che si fosse fatto giorno..."
Sochie piangeva e raccontava di come Gavan Gooney fosse così sprovveduto, di come pensasse sempre agli altri, di come si limitasse a fare favori in un modo o nell'altro, come un amichevole cane del vicinato.
"Sochie... Sei stata fortunata," la interruppe la signora Heim abbracciandola, "Hai avuto una persona che si è presa così tanta cura di te."
"Ma è morto. E... non ho potuto nemmeno promettergli di sposarlo," pianse Sochie sul petto della madre.

"Dovresti essere orgogliosa che il signor Gavan pensasse a te," disse la signora Heim, " Il signor Gavan non sarebbe dispiaciuto di vederti così triste?"
"Madre..."
"Io sono orgogliosa che Dylan mi abbia amato," disse la signora Heim, "Anche se Dylan non c'è più, questo non mi impedisce di essere amata, o di avere te e Kihel..."
"Mamma! Papà--!," Sochie fissò la madre.

Lo ha scoperto? Ha capito che mio padre è morto?

"Guarisci presto e andiamo a visitare la tomba di tuo padre,” annuì la signora Heim, accarezzando dolcemente i capelli di Sochie.
"Io... Devo confessarti una cosa...," Sochie riprese a piangere.
"Che succede?"
"Io..." Sochie guardò il sorriso gentile della madre, tremando, "Ho ucciso mia sorella!"
"Sochie?," la signora Heim fissò i tremanti occhi marroni di Sochie.

Assomiglia proprio a... Dylan.
È proprio come Dylan, con le sue idee stravaganti e la sua iperattività, che mettono a disagio la gente.
Comprò un terreno vuoto e incolto, facendosi anche prestare dei soldi, e sedusse l'ereditiera di un proprietario terriero-- Senza dote.
Le disse irresponsabilmente che se non ce la faceva a vivere in quel modo, avrebbe potuto lasciarlo, ma le promise senza esitare che l'avrebbe resa senz'altro felice.
I suoi occhi marroni, come quelli di Dylan, sono ora immersi nelle lacrime, ondeggiano come una nave in tempesta.

"Ecco perché non sono orgogliosa di me stessa," disse Sochie, "E' perchè... Non avresti mai voluto una figlia come me--"
"Adesso basta, Sochie!," gridò la signora Heim, colpendola.
"Madre..?"
"Avanti, siete andati forse fin sulla Luna per divertirvi?," la signora Heim guardò Sochie con le lacrime agli occhi, "Eravate in guerra, non è vero? Avete cercato di uccidere quella regina della Luna per fermare la guerra, non è vero? Odiavate la Regina della Luna per quello che aveva fatto a Vicinity, no?"
Anche la signora Heim non riuscì a trattenersi, tremando e piangendo, "Lo so... Harry mi ha raccontato tutto."
La signora Heim si asciugò le lacrime.

Era stato un odioso e triste malinteso a spingere la sua amata figlia minore ad accoltellare la sua stessa sorella.
...Questa è la guerra.
L'uomo, che disse di essere il capo delle guardie della Regina della Luna, pianse e si scusò per aver cercato di sacrificare Kihel per proteggere la sua signora, per questo Sochie aveva scambiato Kihel per Dianna.
Pianse per non essere riuscito a proteggere nè Kihel, nè la sua Signora.

"È la guerra che odi, Sochie... E se hai tempo di rimproverarti, pensa a come puoi far finire la guerra."
"Mi dispiace... Mi dispiace..."
"Non si può uccidere una persona con un taglierino. Kihel è viva. Credo alle sue parole."
"Mi dispiace... Mi dispiace..."
Sochie fece una grande macchia di lacrime e muco sul petto di sua madre.
La signora Heim l'abbracciò più forte che poteva.

...Sei proprio figlia di Dylan.

Brezza Autunnale

L'estate era passata e l'autunno stava per cambiare i colori del sole e l'odore del vento.
La grande villa nei colori del crepuscolo. Il grande tetto verde squarciato sembrava un melone sul punto di essere mangiato.
La signora Heim ne contemplò per un pò la figura.
"Signora?," la chiamò Callahan, alla guida.
"Oh, salve," rispose la signora Heim, "Hai accompagnato il signor Harry al castello di Bostonia?"

Quando a Harry fu detto che il razzo di Guin era tornato, insistette per andare a Nocis a salvare Dianna e Kihel.
Ma le ferite di Harry erano più gravi di quanto ci si aspettasse.
"Pensi di poter proteggere la mia preziosa figlia o la tua signora in quelle condizioni?, lo convinse la signora Heim.
Oggi, dopo più di mezzo mese di attesa, Harry aveva potuto finalmente recarsi a Nocis.
"Sì, mi ha creduto quando gli ho detto di essere un medico Moonrace," rispose Callahan sollevato.
"Molto bene," la signora Heim tirò un sospiro di sollievo.
Cahallan non sapeva ancora che Kihel era prigioniera da Guin.

...Sono sicura che quell'uomo sarà in grado di salvare Kihel, anche se...
La signora Heim lanciò un'occhiata alla dimora in penombra e poi alla tomba del suo amato marito.
Non è così, Dylan?

"Oh, a proposito, perchè è qui da sola..?
"Non sono sola," rispose la signora Heim.
Guardando meglio, Cahallan vide l'ombra di un uomo che si avvicinava spingendo una bicicletta.
"Gli ho detto che volevo visitare il cimitero e lui mi ha dato un passaggio in bicicletta."
"L'accompagno a casa con l'auto. Torniamo indietro," Cahallan diede un'occhiata maliziosa all'ombra.
"No, ogni tanto è bello andare in bicicletta. Inoltre, sulla via del ritorno darò un'occhiata in giro per vedere come procede la semina il grano.”
"Si sta facendo buio, signora," disse l'ombra, "Lasciamo il controllo della semina a domani, ok?"
"È una bella serata autunnale, non è vero? Perché non andiamo a fare una passeggiata?," disse la signora Heim correndo verso l'ombra e saltando sul retro della sua bicicletta, "Cahallan, torna pure indietro per primo."
"Signora...," Cahallan apparve in difficoltà.
"Non è un pò sprovveduta, signora?, Jay ridacchiò pedalando.
"Eh? Dici?," chiese innocentemente la signora Heim, in sella alla bicicletta.
"Un presidente dovrebbe essere più dignitoso," Jay uscì dalla casa pedalando sulla strada verso nord.
"Un presidente? Io?"
La strada verso la landa desolata del nord era sterrata e, sul retro sgangherato della bici, la signora Heim si aggrappò alla vita di Jay per non cadere.
"S-Signora... Puzzo di sudore, si allontani," Jay arrossì.
"E' così..?," la signora Heim premette il viso contro la camicia sudata di Jay e fece un respiro profondo, "Puzzi proprio di sudore..."
"S-Signora!," esclamò Jay, paonazzo.

"...Perchè ha scelto Dee..?," chiese poi a bassa voce, riprendendo fiato.
Era una domanda che aveva tenuto per sé per più di vent'anni.
"Di cosa stai parlando?," sussultò la signora Heim reagendo al soprannome del marito.
"Al festival," Jay fermò la bicicletta.
Il sole stava per tramontare sui campi di grano seminati lungo il Red River.
"Alla cerimonia, ha scelto Dylan come suo partner..."
"Già, già, proprio così..."
La signora Heim scese dalla bicicletta, "Ehi, ricordi? Da queste parti c'era la fattoria della mia famiglia?"
"Sì, signora. La sua famiglia possedeva la maggior parte dei campi della zona," disse Jay, "Hanno venduto la maggior parte ai contadini per investire il capitale nella miniera..."
"Che bei tempi," disse la signora Heim, "Fino a quel momento ero stata la figlia di un proprietario terriero," disse compiaciuta, mettendosi a ballare sul sentiero sterrato, "Signorina, signorina, signorina...," ripeté in continuazione mentre girava su se stessa, "...Sempre e solo 'Signorina'!"
"Signora..."
"Dylan è stato l'unico a chiamarmi sempre per nome," la signora Heim si accovacciò, con gli occhi sgranati.
"Signora!," Jay scese dalla bicicletta e si precipitò dalla signora Heim.
"Oh...," la signora Heim guardò Jay mentre si precipitava da lei. Le lacrime le scendevano dagli occhi, "Anche tu, mi chiami 'Signora'..."
"Signora...," Jay non sapeva che altro dire.
“Ci risiamo, 'Signora'...," la signora Heim si accigliò, "...Non vengo chiamata per nome da quando Dylan è morto."
Jay si chinò per tirare su la signora Heim, poi arrossì, e tornò in piedi.
Chiamò a gran voce il nome della signora Heim.
"Jay?"
"Spero di poter stare con voi e di aiutarvi ancora per molto tempo!"
"Jay..?"
La signora Heim alzò lo sguardo sull'uomo, "Sono ancora in lutto per Dylan," disse a bassa voce, "Non posso accettare la tua proposta."
"Propo-- No! non è così--!," esclamò Jay in preda al panico, "Non intendevo questo--!"
"Ma sono contenta."
Una brezza settembrina arruffò i capelli dorati della signora Heim, "Continuerai a chiamarmi per nome?"
"Signora...," Jay fece per abbracciarla.

"Oh mio Dio!"

La signora Heim si alzò di scatto, sfuggendo dall'abbraccio di Jay, "Jessica è tornata a casa oggi e io dovevo preparare la cena!"

"...Signorina Sochie?," mormorò ansioso Sam nel capanno della miniera riconvertito a cucina provvisoria.
"Posso ancora cucinare la cena al posto di mia madre, eh!," gonfiò le guance Sochie mentre indossava il grembiule di Jessica.
"Credo che dovremmo aspettare il ritorno della padrona," disse Cahallan infastidito, "Sapevo che avrei dovuto riportarla indietro."
"Anche mia madre dovrebbe rilassarsi un pò ogni tanto," disse Sochie versando una zuppa precotta in una pentola piena d'acqua, "E' più salutare di pensare sempre a mio padre."
Ricordandosi improvvisamente di Gavan, si precipitò a recuperare un coltello, scuotendo la testa.
"S-signorina! Quella è la cassetta degli attrezzi di Sam!," esclamò Cahallan in preda al panico.
Sochie non aveva messo la mano nel cestino da picnic che conteneva gli attrezzi da cucina, ma nella cassetta degli attrezzi.
"V-va tutto bene...," Sochie arrossì, rimettendo a posto la sega che stava per tirare fuori.
"Ok, cucinare la pancetta, preparare la zuppa... E lavare i pomodori?," Sochie si guardò alle spalle e cominciò ad affettare pezzi di pancetta sul pavimento. Era spessa come una bistecca servita in un ristorante di lusso a Nocis.
"Ah, Harry non c'è più," ne tagliò per errore una fetta di troppo, "Vabbeh, vorrà dire che Cahallan ne mangerà due fette."
Poi mise le verdure nella pentola della zuppa, che aveva iniziato a bollire, e mise la pancetta in una padella calda.
"Ecco fatto!," esclamò Sochie con orgoglio.
"Signorina! La zuppa sta per uscire fuori!," gridò Sam.
“Signorina, non c'è odore di bruciato?,” annusò Cahallan mentre apparecchiava il tavolo da lavoro.
"Come ha potuto bruciare così in fretta?," Sochie cercò di girare la pancetta, che aveva cominciato a emettere un fumo sgradevole, ma era talmente appiccicata che non si muoveva. Quando riuscì a staccarla con qualche difficoltà, scopì che si era trasformata in un pezzo d'arte d'avanguardia, maculato di rosa e di nero carbone.
“Aaaaah!”
Dietro di lei, Cahallan, poco avvezzo alle faccende di casa, calpestò la tovaglia e quasi ruppe i piatti che aveva appena messo sul tavolo.
"Dove sei andata, mamma?!," Sochie sbatté con forza la padella sul fornello elettrico, lagnandosi.
L'isolante si incrinò e dal filo del riscaldamento in cortocircuito partirono scintille che fecero cadere Sochie sul sedere.
"--Che odio!"

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