
Tuttavia, se c'è una saga animata in cui l'evoluzione del design è stata ancora più evidente e caratterizzante, questa non può essere che quella di Gundam.
Riprendendo l'idea della "mostra immaginaria" GUNDAM EVOLUTION, che sottolineava la fluidità e versatilità del mondo di Gundam nell'adattarsi a storie e medium differenti, in questo nuovo articolo che celebra i 45 anni di Gundam in concomitanza col Romics, voglio accompagnarvi in un suggestivo excursus che parte dal Biancone storico dei nostri ricordi firmato da Kunio Okawara, il mitico RX-78-2, ed arriva all'incarnazione più recente del visionario Ikuto Yamashita, l'affascinante gMS-Ω GQuuuuuuX.
Dal RX-78-2 della nostra infanzia al RX-78F00/E del Gundam Pavillion
La nascita del design del Gundam storico della serie TV fu il risultato di un grande compromesso tra l'ambizione dello staff della Sunrise di staccarsi da certi stilemi dell'animazione robotica degli anni '70 e la necessità della Clover, lo sponsor storico della Sunrise dell'epoca, di vendere giocattoli.Il risultato è un design massiccio, lineare, ma molto più agile e dinamico di quello delle grandi icone robotiche degli anni '70: per questa intuizione visiva bisogna ringraziare il senso pratico del "mechanic designer" Kunio Okawara, il primo disegnatore di animazione ad essere riconosciuto come "specialista" in design robotici.
Partendo dall'immagine di un "astronauta" infatti, il nostro ha aggiunto intuizioni legate all'immaginario del "samurai", e unendovi l'esigenza di utilizzare una colorazione a basso costo che lo rendesse appetibile per i bambini, si arrivò a definire il design del nuovo robot protagonista della serie animata del 1979.
Quello che sarebbe dovuto essere un design "scolpito nella roccia" subì da subito delle modifiche: le prime furono proprio apportate dallo sponsor col suo giocattolo in plastica dura e metallo del Gundam che vantava gimmick come un lanciarazzi sulla spalla, pugni a proiettile e ruote su backpack e gambe per poter essere usato a mò di macchinina-- Modifiche che certamente fanno inorridire i fan più sofisticati dei nostri tempi, ma nell'ottica della Clover cercavano solo di rendere appetibile un giocattolo dall'aspetto "noioso" come il Gundam.
La seconda modifica arrivò con Yoshiyuki Tomino, che nel suo romanzo distrusse il Gundam dell'anime per introdurre un nuovo modello dalla colorazione alternativa più subdola, il grigiastro Gundam RX-78-3, soprannominato "G-3".
Ma le modifiche più sistematiche e sostanziali furono firmate dal suo stesso creatore, Kunio Okawara, che iniziò a condividere design alternativi o "scartati" dei modelli della serie TV sulle riviste di modellismo dando vita al fenomeno delle Mobile Suit Variation ("MSV"), dove appaiono, oltre al G-3, il prototipo RX-78-1, con la caratteristica colorazione bianca e nera, o la versione "Full Armor" del FA-78-1, con armatura aggiuntiva e un'affascinante colorazione verde militare.
Anni dopo, sarà sempre Okawara a modificare di nuovo il design del Demone bianco, stavolta su indicazione di Yoshikazu Yasuhiko, per il manga Gundam THE ORIGIN.
Non fu un caso che le prime evidenti modifiche del Gundam fossero legate al mondo del modellismo, e non sorprende quindi che il primo "Real Gundam", la prima statua del Gundam in dimensioni reali, fosse legata al re-design del Demone Bianco per una nuova linea di gunpla, la linea "real grade", appunto.
Per questo nuovo design fu impiegato un altro talento del "mecha-design", quel Hajime Katoki fattosi notare come illustratore nelle riviste di modellismo a metà degli anni '80 e presto impiegato nella Sunrise a partire da Gundam ZZ: in tempi recenti, è proprio lui a revisionare il design del Gundam storico nei nuovi anime ambientati durante la Guerra di Un Anno, come Gundam THE ORIGIN e L'Isola di Cucuruz Doan.

Ultima incarnazione del Demone bianco, la statua mobile del Gundam che ha ravvivato il porto di Yokohama fino alla sua rimozione nel 2024-- Stavolta la statua presentava nuove sfide, non si trattava più di "modernizzare" il design di un modello iconico, ma di dover anche tenere in considerazione problematiche strutturali in virtù dei movimenti di cui sarebbe stato protagonista il modello.
Si sono quindi rese più sottili le estremità per alleggerirne il peso, aggiunte "pannellature" su gambe e braccia per creare meno tensione sui materiale durante i movimenti... Ed infine, Tomino, invitato dai progettisti a dare la sua opinione come uno dei creatori originali, ha insistito per una vita più snella e un petto più "formoso", rendendo unico il design di questo modello tanto famigliare quanto differente da esigere un nuovo nome, RX-78F00, in onore della "Gundam Factory" che lo ha ospitato a partire dal 2020.
In occasione della presentazione del Gundam Pavillion all'EXPO 2025, un'altra sorpresa: l'RX-78F00, sarebbe tornato in scena per mantenere la promessa fatta ai suoi progettisti. Dopo aver infatti conquistato la gravità della Terra era il turno di trasferirlo sullo spazio: arricchito da una nuova armatura e una nuova IA che gli permette di vigilare sul pianeta a impatto zero sul nostro ecosistema, eccolo ergersi ad Osaka come RX-78F00/E, a prometterci il futuro della vita nel cosmo.
Da Mamoru Nagano a Kanetake Ebikawa: l'Esprit Mecha
Abbiamo visto le modifiche affrontate dal Gundam storico, ma che dire quindi delle innovazioni apportate dai creativi ai Gundam protagonisti delle serie che si sono succedute sulla TV giapponese in questi 45 anni?Il primo contributo da evidenziare è quello di Mamoru Nagano, celebre per le sue meccaniche eleganti e raffinate che hanno dato vita a capolavori visivi come Five Star Stories.
Nagano entra in contatto con Tomino e la Sunrise nei primissimi tempi del "Gundam Boom" degli anni '80, ed arriva, dopo aver partecipato al design di un altro lavoro firmato da Tomino, L-Gaim, a creare il secondo Gundam protagonista di una serie TV, Z Gundam.
Per questa seconda provocazione, il Gundam non è solo affusolato ed elegante, ma anche trasformabile, per cavalcare l'interesse scaturito da Macross qualche tempo prima.
Kunio Okawara, il primo dei mecha-designer, inizia a passare la staffetta a tanti nuovi talenti che iniziano ad affollare il mondo dei "real robot", e che iniziano a gravitare attorno al mondo di Gundam grazie al loro talento.
E' il caso di Yukata Izubuchi, già al lavoro nella Sunrise e già esordiente in Gundam nel 1986 con alcuni design minori per Gundam ZZ, ma che si farà definitivamente notare nel 1988 per i design del Nu Gundam e del Sazabi per Il Contrattacco di Char, ancora oggi due tra i modelli preferiti dai fan di tutto il mondo.
Questa esperienza si rivelerà illuminante per Izubuchi, che nello stesso anno darà vita alla serie per cui è più famoso come mecha-designer, Patlabor.
Successivamente, Izubuchi si farà notare per un altro contributo iconico al mondo di Gundam, l'"Alex" di War in the Pocket.

Con la diffusione dell'editoria di settore e la presenza sempre più sostanziale della Bandai nella produzione, Gundam farà sua questa spregiudicatezza reclutando tra le sue fila artisti formatisi sulle riviste di modellismo ed in seguito approdati al colosso di Shizuoka. Impossibile non ripete il nome del già citato Hajime Katoki, che salirà alla ribalta nel 1997 per l'invenzione del Gundam Wing Custom di Endless Waltz; il famigerato "Gundam con le Ali" stregherà per sempre schiere di fan-- Leggendaria la reazione dello staff della Disney in visita in Giappone in quel periodo, sconcertato dalla meticolosità delle animazioni delle piume del famigerato OAV.
Subito dopo Katoki, è obbligatorio citare Kanetaka Ebikawa, che segue una carriera simile, avendo esordito con un design nel manga Crossbone Gundam come fan, e finalmente approdato al suo primo mecha-design originale in Gundam 00 nel 2008, per cui firmerà gli affascinanti Gundam protagonisti, dal Gundam Exia al Gundam 00 Qan[T], caratterizzati da linee precise e funzionali, design estremamente puliti e lineari, che torneranno ancora nel suo Gundam AGE.

Sia Katoki che Ebikawa faranno la felicità della Bandai con i loro design suggestivi ma funzionali, arrivando a firmare delle vere e proprie linee di merchandising: è il caso dei gunpla MG Ver.Ka ("Version Katoki"), in cui il nostro revisiona e firma design originali di vari Gundam, o della linea di action figure di lusso METAL BUILD, che vedrà Ebikawa come uno dei designer di riferimento.
Satoshi Shigeta e Masami Obari: anche l'Animatore vuole la sua Parte
Meritano un piccolo intermezzo gli animatori, ovvero coloro che danno veramente "vita" a certi mecha-design, mettendoli in movimento sullo schermo.Senza alcuni di questi straordinari artisti, i virtuosismi visivi a cui ci ha abituato Gundam sarebbero solo una fantasia.
Pensiamo ad esempio all'incredibile contributo di Satoshi Shigeta, responsabile delle animazioni mecha in Gundam SEED, che nel 2002 si prese la libertà di "stravolgere" i design di Okawara per donare una flessibilità e dinamismo unici ai modelli della serie, arrivando a deformare e ignorare le proporzioni dei design originali per aumentarne l'espressività visiva.
Altro nome che è doveroso citare, l'immenso Masami Obari, che arriva a Gundam nel 2012 con Gundam AGE, ma brilla con le serie più "spaccone" e spettacolari, come l'universo di Gundam Build: lo stesso Shigeta si definisce suo fan, quindi è inevitabile citarlo.

In virtù dell'uscita di Gundam GQuuuuuuX, mi sento anche in dovere di citare Sejoon Kim. Di origine coreana, Sejoon arriva a Tokyo per intraprendere la carriera di mangaka, ma resta poi affascinato dal mondo dell'animazione ed inizia a frequentare uno dei corsi per animatori della Sunrise. Trova presto impiego in Gundam 00 e Gundam UC, dove si fa notare per le sue animazioni veloci e fluide.
Esordisce addirittura alla regia di un progetto animato nel 2017 con Twilight Axis, e recentemente è stato messo a capo delle animazioni mecha di GQuuuuuuX.
Da Syd Mead a Ikuto Yamashita: parola d'ordine, Design!
La Sunrise, così come la Bandai Namco Films, ha potuto contare su un nutrito gruppo di artisti, ma questo non pregiudica la contaminazione con creativi formatisi in contesti differenti da quelli dell'animazione tradizionale, ed è lì che il design di Gundam inizia a prendere una piega sempre più originale, spesso vista con sfavore dai fan-- Almeno finchè i modelli in questione non vengono visti e goduti nell'animazione!La prima partecipazione eccellente in questo caso è del leggendario "visual futurist" Syd Mead, già legato alle visioni di Blade Runner e Tron, con cui la Sunrise stringe rapporti in occasione di una sua mostra a Tokyo negli anni '80 e che avrà finalmente l'occasione di salire a bordo di Gundam nel 1999 con il celebre ∀ Gundam.
Syd proviene da una visione "industriale" della meccanica, e fu difficile fargli concepire un modello che risuonasse anche col concetto di "personaggio" dei mecha giapponesi, ma il risultato finale fu certamente uno dei Gundam più particolari e originali di sempre.
Ma è negli ultimi decenni del nuovo millennio che questa tendenza "iconoclasta" prenderà sempre più piede nell'animazione gundamica, fino ad arrivare ai design più recenti.
Parliamo del coinvolgimento di Naohiro Washio, diplomatosi presso l'Istituto di Design di Tokyo ed immediatamente attivo come illustratore, mangaka e game-designer. il suo esordio in Gundam avverrà con Gundam 00, dove curerà i design dei Gundam dei fratelli Trinity, per poi approdare al design di un Gundam titolare in Iron-blooded Orphans, per cui creerà le tre chiacchierate incarnazioni del Gundam Barbatos.

Con una carriera simile ed una risonanza forse più eplosiva, merita una citazione anche il dinamico Gyoubu Ippei, illustratore dalle radici prettamente pop coinvolto in prima battuta in Reconquista in G e in seconda in Iron-blood Orphans, fattosi notare per i suoi design incredibilmente originali, al momento coinvolto come mecha-designer di punta del manga Moon Gundam.
Per la serie TV The Witch from Mercury la Bandai Namco Filmworks alza l'asticella, e stavolta si rivolge a nomi celebri del mondo dei videogame-- Con JNTHED di Armored Core e Kou Inaba di Metal Gear viene data nuova linfa ai design gundamici, che si fanno ancora più dinamici ed espressivi: nascono il Gundam Aerial e il Gundam Pharact.
Ma la svolta visionaria si avrà nel 2025, con la collaborazione dello Studio Khara nel brand gundamico per Gundam GQuuuuuuX: la Bandai vende definitivamente l'anima al diavolo e coinvolge il mitico Ikuto Yamashita, che con Evangelion sul suo curriculum sale in cattedra regalandoci alcuni dei design più "industrial" e al tempo stesso onirici di sempre, con il GQuuuuuuX titolare a spaccare ancora una volta la platea con l'ennesimo Gundam che farà parlare di sè, segnando un'epoca.
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