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GUNDAM EVOLUTION

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Oggi Ú un giorno importante, Ú infatti il compleanno di Gundamverse.it 😇

Per l'occasione ho deciso di proporre un articolo commemorativo (l'ennesimo!) incentrato sulla storia di Gundam, e se vogliamo anche sulla ragione di questo sito, immaginandomi una mia personalissima "mostra immaginaria" dedicata al Demone Bianco con alcuni "cimeli" dalla mia collezione.
Questo articolo prende infatti ispirazione dalla mostra MANGA HEROES recentemente conclusasi a Milano, che ha sottolineato un concetto interessante che a ben persarci Ú comune a una buona parte delle serie che continuano a fare la storia del genere: l'"Evoluzione".

Nel folle universo dei manga e degli anime un personaggio non Ú mai "game over": per lui esiste la possibilità di evolversi, crescere, proseguire le sue avventure in eterno. [...] Così come protagonisti di "Dragon Ball" e "Naruto" maturano serie dopo serie sino a passare la staffetta ai propri figli, le creature meccaniche "Mazinger Z" e "Kido Senshi Gundam" eseguono un upgrade tecnico e stilistico decennio dopo decennio, capistipiti di saghe che non hanno alcuna intenzione di esaurirsi.

Questo estratto dalla presentazione alla parte della mostra denominata "Teoria dell'Evoluzione", in cui comparivano anche alcuni cimeli dedicati a Gundam, ed Ú stato l'input che ha fatto scattare la molla per alcune riflessioni e il pretesto per questo articolo.

Non Ú un caso se l'immagine che fa da "copertina all'articolo" sia dedicata ai "libri per l'infanzia" di Gundam, come queste partano da storie originali strampalate fino a diventare piccole "enciclopedie" che spiegano i risvolti della trama e mostrano i dettagli dei mecha, alzando la qualità dell'informazione: voglio sottolineare come l'evoluzione di Gundam sia direttamente proporzionale alle nuove esigenze del pubblico moderno, come il target di questa serie sia "fluido".
Al momento siamo in attesa di ancora molti prodotti dedicati al Demone Bianco: un live-action prodotto da Netflix, una nuova serie televisiva che probabilmente aprirà un'ulteriore nuova linea temporale, ambiziosi lungometraggi animati promessi ormai da decenni-- Il nostro franchising sembra godere di ottima salute, e la carenza di materie prime di cui soffre l'intero globo sembra aver dato ancora più vigore al complementare mondo dei gunpla, scatenando una vera e propria "corsa al Gundam Plamo", con risvolti spesso grotteschi--

In molti storceranno il naso pensando che "tutto ciò che Ú venuto dopo" il 1979 probabilmente Ú un semplice accessorio della serie storica di cui si sarebbe fatto volentieri a meno. Chi sostiene questo mente sapendo di mentire, e la prova sta nel fatto che proprio da costoro si ergono voci che reclamano a gran voce "un remake" del First Gundam, senza rendersi conto che questa richiesta cozza contro la dignità del "classico", che per definizione funziona proprio a prescindere dagli anni che passano.
E' significativo, in questo senso, come la stessa Sunrise abbia più e più volte "messo mano" alla serie storica: la prima volta negli anni '80, con il remake cinematografico nella trilogia di Tomino, e in tempi recenti, con il remake del vituperato episodio 15 della serie storica, L'Isola di Cucuruz Doan.
Il destino gundamico Ú quello quindi dei gunpla del Biancone, o delle sue statue in scala reale, sempre più dettagliate e stilose, alla ricerca di un nuovo canone che riscriva il vecchio in favore del nuovo--? Ma a quel punto, quanto rimarrebbe della "leggenda", di quel sapore che solo un "reperto" può avere, del peso che certe tematiche, affrontate allora, hanno in maniera ancora più evidente ai giorni nostri--?

"Dal Cielo alla Terra": volantini pubblicitari delle aree che fanno da palcoscenico alle statue gundamiche: il rimpianto Gundam Front ad Odaiba del Gundam RX-78-2 e la Gundam Factory a Yokohama del RX-78F00.

Nell'eterno dialogare tra passato e presente, credo che la strada degli universi alternativi dell'Another Century sia quella vincente. PerchÚ attraverso la loro visione, attraverso la loro contestualizzazione si riesce a fruire di "Gundam" in una maniera sempre così inedita e originale che riesce, almeno nel mio caso, a compensare l'esperienza dell'animazione giapponese in toto.
Col cipiglio della provocazione, sì, posso anche sostenere che tra manga, anime, videogiochi e romanzi, costituisce il franchising perfetto che risponde a tutte le esigenze dell'otaku, senza distinzioni di genere, età, ceto sociale.

Non so spiegarvi come la Banrise (o meglio, l'ormai Bandai Namco Filmworks) sia riuscita in un simile miracolo ma sono abbastanza sicura del quando: nel 1985, quando si diede a Tomino carta bianca per creare Z Gundam.
Tomino fu il primo ad intuire la necessità dello "spezzare" un prodotto prima che diventasse tradizione, fu il primo a "tradire certe aspettative": quindi apparirono nuovi personaggi, nuovi mecha, e addirittura un nuovo staff, che vide un giovane Mamoru Nagano all'opera sul modello titolare. In questa serie Tomino ribaltò anche alcune certezze del genere: ora "i terrestri" erano i nemici e gli eroi arrivavano dallo spazio.
Imagawa fu il secondo creativo a prendersi la responsabilità di far evolvere ulteriormente Gundam, paradossalmente facendogli fare i conti proprio con quel "genere" da cui tutti cercano di allontanarlo: con G Gundam si entrava nei vituperati stilemi della robotica ortodossa col "mostro della settimana", e le suggestioni tipicamente shonen del "torneo di arti marziali"-- Si ribaltarono ancora di più alcune certezze, e le colonie diventarono l'apice della tecnologia e del benessere dove l'umanità segregata su una Terra in rovina ambiva di vivere.
Il terzo colpo sarà assestato da Gundam SEED, una delle prime, migliori sintesi tra Universal Century e Another Century: ricalcando la trama del Gundam storico, riesce ad arricchirlo con suggestioni da tutte le serie precedenti, creando di fatto un nuovo universo coerente, originale ed appassionante-- Ma uno dei più grandi meriti di SEED risiede probabilmente nella sperimentazione con l'animazione, il contaminare Gundam con un "dinamismo" che non gli apparteneva.

Prospettive audaci, un montaggio incalzante, ma soprattutto uno stile completamente nuovo di intendere l'animazione mecha portato avanti da Shigeru Morita, che prese i "bambolotti" di Okawara e li deformò, li alterò, li snellì e piegò alla necessaria espressività in una maniera totalmente inedita. Con SEED i mecha non sono più "semplici" mecha, ma diventano anche loro "personaggi".
Una rivoluzione quindi, che oltre che tematica diventa in primo luogo stilistica.

E' infatti priorità di un franchising che voglia restare "sulla cresta dell'onda" rinvigorire quelli che sono i suoi punti di forza e tenerli "al passo coi tempi". Nel caso di Gundam, questi aggiornamenti tengono in considerazione la storia stessa del franchising, che ha ormai assunto i toni della "mitologia": abbiamo infatti un "demone bianco" sempre più demoniaco, pensiamo al Barbatos di Iron-blooded Orphans, ad esempio, e un nemico sempre più rosso e talmente mascherato da aver perso talmente tanto della sua identità da arrivare a svuotarsene completamente (Full Frontal di Gundam UC) o rigettare il fatto di essere "un clone" (Raww di SEED, o anche Zoltan di Gundam NT tra gli esempi più recenti) in un inedito dialogo meta-narrativo--

Ma anche la prontezza di saper puntare su sfide che portano Gundam "fuori" dal suo contesto di anime, con videogiochi sempre più interattivi che coinvolgono l'utente in veri e propri tornei, manga che arricchiscono l'esperienza del lettore attraverso vari media, come possono essere i gunpla o il fandom stesso, eventi incentrati sui doppiatori che portano i personaggi su un palco, fino ad arrivare all'esperimento inedito del live-stage dedicato ad una serie popolare del nuovo millennio come Gundam 00-- Fuori dagli anime sperimentando nuovi mezzi espressivi ma anche "fuori dal Giappone", con eventi internazionali e collaborazioni sempre più "locali", fino ad arrivare alla prima statua gundamica in scala 1/1 costruita all'estero.

"Fuori dallo Schermo": i pamphlet degli eventi legati a Gundam 00, dalla proiezione cinematografica di a Wakening of the Trailblazer arrivando allo stage-play Re:Build, dopo essere passati per il live-reading di Re:Vision.

E' un gioco che furbescamente la Bandai affronta tenendo il piede in due scarpe: ma tra i rigurgitini di Char & Co. offerti in pasto ai fan "storici" in home video e al cinema, e le nuove serie alternative mandate in TV con l'obiettivo di attirare carne fresca senza la zavorra dei suoi 40 anni di storia, non c'Ú dubbio dove la creatività e la sperimentazione, anche con la loro accezione di paraculaggine per far soldi, perchÚ no, la facciano da padrone.

E' quindi un pò anche questo il segreto dell'evoluzione: tener ben presente da dove si viene facendo finta che non sia poi così importante. Ed Ú così che Gundam si Ú garantito la sopravvivenza finora: grazie alla prepotenza con cui si Ú prefisso di cambiare.

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