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GUNDAM SCHOOL ① Faccia da Gundam

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Prendendo ispirazione dall'omonima rubrica informativa di Gundam.info a cura di Ema Baba, GUNDAM SCHOOL è una sezioncina dove mi diverto a prendere in considerazione gli stilemi di Gundam introdotti nell'UC e in seguito sviluppati nell'Universo Espanso per vederne insieme l'evoluzione negli anni!
Potete trovare gi altri capitoli a questo link!

In questo primo capitolo ci concentreremo sul faccione umanoide del Gundam, e vedremo come da imposizione degli sponsor si sia trasformato in una vera e propria icona!

Credo che una delle cose che faccia più infuriare il buon Tomino su come la faccenda "Gundam" gli sia sfuggita di mano, sia rappresentato dal fatto che il faccione umanoide, la parte che più testimonia la mano pesante dell'industria del giocattolo in fase di produzione, sia ciò che renda immediatamente riconoscibile il Gundam "in quanto Gundam".
Irriterà sicuramente i più "puristi" della serie che io inizi questa mia rubrica concentrandomi su un dettaglio così frivolo, ma gentili lettori, non c'è sempre dato decidere cosa debba diventare un'icona e cosa no.

La storia, più o meno leggendizzata, la conoscete tutti: prima che la serie andasse in produzione, ci fu un gran discutere tra lo staff creativo della Sunrise, i direttori dei canali TV e lo sponsor della serie, che allora era la ditta di giocattoli Clover. Naturalmente la Clover ci teneva che la serie di Gundam fosse un successo, per questo motivo spinse per l'inserimento di un robot nella serie (che originariamente avrebbe dovuto solo prevedere l'avventura dell'equipaggio a bordo della Base Bianca nel suo scontro con le forze di Zeon) e questo portò nel progetto il mecha designer Kunio Okawara, su raccomandazione di Yoshikazu "Yas" Yasuhiko, che si era fatto notare col suo lavoro per la Tatsunoko, che lavorando a braccetto con gli sponsor introdusse colori sgargianti e un bel capoccione umanoide guarnito di caschetto simil-samurai secondo il trend dell'epoca.
I giocattoli vendono, i gunpla vendono, ormai non si può più tornare indietro, e il Gundam col suo faccione e i suoi colori non propriamente tattici, ritorna sul grande schermo con Zeta Gundam per poi finire col reiterare all'infinito questo suo particolarissimo aspetto visivo, tanto al punto che non è più possibile considerare un Gundam a prescinderne.

Quello che inizialmente apparve come una costrizione divenne negli anni quindi un punto di riferimento, e anche quando gli autori partivano dal desiderio di ridicolizzarlo, non potevano non solo fare a meno di utilizzarlo a loro volta, e quindi contribuire a diffonderlo ulteriormente, ma soprattutto di avere successo a discapito dei loro tentativi di boicottaggio!

Durante lo sviluppo del franchising, a causa della sua particolare colorazione ed aspetto il Gundam ha iniziato ad assumere caratteri quasi mitologici e divini-- Si parte dal famigerato "Demone Bianco" il cui solo pronunciare il nome era di cattivo augurio per i soldati zeonici, alla "Bambola" di Turn A, un tempo macchina da guerra e ora feticcio di una civiltà dimenticata, ma ancora in grado di scatenare terrori ancestrali in chi vi sovrascrive il nome "Gundam", fino ad arrivare alle recenti contaminazioni demonologiche di Iron-Blooded Orphans, dove ai modelli di Gundam vengono dati nomi demoniaci (in realtà tradizione ben più antica) per farcire il simbolismo delle "corna" (così si riferiscono in Giappone al v-fin, altra icona del simbolismo gundamico), senza naturalmente dimenticare shows come Gundam Wing, che inaugura il ruolo dei Gundam come "liberatori" e "amici delle Colonie"... E se nel 2014, un autore grande, grosso e vaccinato come Ohtagaki, su un'intervista in merito al suo Gundam Thunderbolt ha sentito la necessità di utilizzare queste espressioni--

"Certo, con Gundam c'è l'aspetto dell'arma, ma senza la sua presenza di personaggio perderebbe molto del suo charm. Se li disegni come semplici mezzi, non gli stai rendendo giustizia. Sento che questo si è perso in molti robot anime; tentano di risultare realistici, ma nel processo vengono trattati come oggetti, il che li deruba del loro spirito. Credo che il mix tra arma e spirito sia cosa rende Gundam così affascinante, quindi cerco sempre di tirare fuori quel senso di mistico e divino che fa parte della loro natura. Se non lo faccio, penso che ci sia meno significato nel monoeye dello Zaku o nelle corna del Gundam."

--Significa che forse questa faccenda del faccione è una storia su cui varrebbe la pena farci sopra una storia di per sè.

Daeva.

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