La Bandai non inventò nulla di nuovo, infatti i plamo, ovvero i "plastic model", erano già una realtà consolidata dell'hobbistica giapponese, ma già da allora si aveva il sentore che questi apparentemente innocenti modellini avrebbero finito per sovrascrivere la serie da cui erano nati per vivere di luce propria.
Gli Albori dei "Maniaci dei Gunpla"
E' il 1981 e la Kodansha decide di mandare in stampa una rivista di fumetti destinata ai bambini, Comic Bom Bom.Visto che Gundam tirava forte e la casa editrice aveva già legami col franchising, la richiesta fu di creare un adattamento inedito della serie TV per la rivista, ma tra ritardi e questioni che a noi non Ú dato conoscere, il progetto abortì e si decise di puntare su un altro argomento piuttosto in voga, i gunpla.
Plamo Kyoshiro debutta sul numero del Febbraio 1982, e si presenta da subito come un lavoro destinato a lasciare un forte impatto: la serie Ú ambientata "ai giorni nostri" e vede come protagonista Shiro Kyoda, studente delle elementari "malato per i plamo" (il titolo Ú un gioco di parole, mentre infatti "Kyoshiro" Ú il nome in codice adottato da Shiro ed una contrazione del suo nome e cognome, in giapponese "Plamo-kyo" significa appunto, "malato per i plamo").
Un bel giorno il responsabile del negozio dove di solito si rifornisce il ragazzino, padre di una sua compagnuccia di classe, lo invita per provare il suo innovativo "Plamo Simulation Machine" per sedare una discussione nata con altri suoi compagni di classe plamo-maniaci.
Uno degli omaggi di Plamo Kyoshiro in cui appaiono i membri della "Stream Base", mitico gruppo universitario dedicato a Gundam: i membri sono, a partire da sinistra, Katsumi "Meijin" Kawaguchi, Masahiro Oda e Masaya Takahashi.
Plamo Kyoshiro Ú, a prescindere da Gundam e i gunpla, un omaggio sfrenato al modellismo giapponese, nato e sviluppatosi su rivista e fanzine, che copre i robottoni come i film di Godzilla e le serie TV super sentai.
Vi fanno le loro comparsate il Meijin Kawaguchi e altri personaggi storici in questo senso, i nomi dei personaggi hanno riferimenti a marche di modellismo e i mecha design principali sono opera di Okawara in persona.
Sfacciato e sfrontato, Ú però anche vero che Shiro annienta senza remore aerei e carrarmati della WWII, l'X-Wing, Alien o i super robot allora in auge, come a sottintendere il primato dei gunpla sul modellismo tutto, un messaggio decisamente arrogante, anche se sotto le mentite spoglie di un fumettino per bambini che però punta al cuore anche dei fan più grandicelli.
Hobby Formativi
Si abbandona quindi "la guerra" in senso realistico e militareggiante e si torna al "torneo".Non sorprende quindi che con l'acquisizione della Sunrise da parte della Bandai la prima serie TV legittimamente ambientata in un universo alternativo riprenda questa formula avvincente e appassionante per G Gundam. Come abbiamo visto i Gundam in questa serie mantengono il loro ruolo di armi, ma assumono anche quello di "simbolo": un mezzo altamente customizzato ed esclusivo, quasi un "doppio" dei loro piloti, proprio come i gunpla di Kyoshiro.
Ma il concetto di "torneo" così come abbiamo imparato da decenni di anime giapponesi non Ú semplicemente un pretesto per incattivire gli animi con la competitività e l'ambizione, ma Ú soprattutto un'esperienza formativa.
Nel 2009 viene eretta ad Odaiba la statua in scala 1/1 del Gundam, il cosiddetto "Real Grade" Gundam.
Com'Ú ovvio, la cosa ebbe un impatto piuttosto notevole sugli appassionati, ma fu da traino anche per avvicinare nuovi fan al mondo di Gundam.
A questo proposito, nel 2010 per festeggiare il trentennale della nascita dei gunpla, vede la luce il progettino targato Bandai Gunpla Builders Beginning, che si compone di un anime (in G), un manga (in A, perchÚ pubblicata sulla rivista KeroKero Ace), una fotonovela di stampo modellistico (in J, perchÚ pubblicata sulla rivista Hobby Japan) e una side-story manga (in D, perchÚ pubblicata sulla rivista Dengeki Hobby Magazine).
In Gunpla Builders la statua di Odaiba diventa un pretesto per far avvicinare il protagonista ai gunpla.
L'idea Ú quella non del modellista isolato nella sua stanzetta a perdere decimi preziosi di vista, ma quello di un ragazzo che grazie al modellismo e a Gundam "esce" dal suo involucro, stringe legami forti di amicizia e stima, e la rivalità Ú sempre costruttiva e stimolante.
Gunpla Builders Ú un piccolo esperimento a sÚ stante, una chicca promozionale destinata ai fan di vecchia data ma che strizza anche l'occhio alle eventuali nuove leve, ma avrà un impatto notevole dentro e fuori dal fandom.
Durante il BMKWC ("Bandai Model Kit World Championship") del 2010 i partecipanti inizieranno a definirsi "gunpla builders", trovando finalmente un'espressione che li definisca a pennello: nel 2011, la Bandai ribattezzerà il suo concorso modellistico GBWC, appunto "Gunpla Builders World Cup" in virtù di ciò.
Il torneo quindi non come mera "arena", ma come un pretesto per "fare amicizia attraverso lo scontro", così come ci aveva detto per la prima volta G Gundam: i pugni diventano calde strette di mano.
Pacificazione Generazionale
Nel 2013, su questa scia vincente, la Bandai alza la testa e produce Gundam Build Fighters, capolavoro di intrattenimento e paraculata assoluta di marketing in puro stile nipponico.Anche qui, tornei, amicizia e crescita la fanno da padroni, ma più che in Gunpla Builders c'Ú il sottotesto di quella che ho deciso di chiamare "pacificazione generazionale".
Questa serie infatti, con le sue innumerevoli citazioni e riferimenti svolge infatti un interessante compito "divulgativo", e al tempo stesso diventa fruibile dai ragazzini, ma anche dai loro genitori nostalgici: l'immagine che mi Ú subito venuta in mente infatti Ú quella di un padre e un figlio che guardano insieme la TV.
Avete presente quelle scene, insomma, molto frequenti anche in Italia, col gunota cresciuto coi fansub delle serie più attuali e il fan di vecchia data per cui esiste solo PETERREI? Ecco, Build Fighters cerca di creare un prodotto dove entrambe le tipologie di fan possano godersi uno spettacolo fatto di citazioni, rimandi e camei speciali, senza sfociare nel vile fanservice e mantenendo una certa originalità di contenuti, una certa fondamentale "separazione" tra i due prodotti.
I gunpla protagonisti cercano di coprire tutte le serie gundamiche più amate che si sono succedute negli anni: non manca lo Zaku rosso di Char, il Wing Gundam, lo Strike Gundam e l'Astray Red Frame, ma neanche il Gundam X o la versione "riveduta e corretta" del Bearguy di Gunpla Builders.
L'idea Ú di promuovere non solo le serie "storiche", ma anche quelle più recenti con cui gli adulti hanno meno dimestichezza o che tendono ad ignorare.
Durante le scene di Build Fighters Ú facile incappare in citazioni e camei dalle serie TV di Gundam, come in questo caso, Char e Lalah appaiono tra la folla.
Questa idea del fan che "plasma" chi lo circonda viene ripreso anche nella seconda stagione della serie TV, con la co-protagonista Fumina che fa da mentore all'inesperto protagonista Sekai, che partendo dalle gunpla battles perchÚ esperto di arti marziali (e qui torna il pesante riferimento a G Gundam) si appassionerà poi anche alle serie TV e al mondo di Gundam in generale.
Il fattore Videogioco
Finora però a parlarne così sembra che queste serie strizzino solo l'occhio al mondo del modellismo.In realtà in concetto di "gioco" e "battaglia" rientra anche in un altro filone gundamico molto proficuo, ovvero quello dei videogiochi.
G Gundam segnò anche il debutto di Gundam su PlayStation, con un picchiaduro senza infamia e senza lode dove i Mobile Suits si prendevano a legittime mazzate.
Sia in Plamo Kyoshiro che nelle serie seguenti, le varie interfacce utilizzate per i combattimenti riprendono in maniera più o meno realistica quelle dei cabinati di un videogioco, tra cui non Ú possibile non ricordare l'arcade Senjou no Kizuna, con il suo innovativo POD ("Panoramic Optical Display") che mimava la visuale di un vero e proprio cockpit.
Un videogioco che Ú quindi "realtà virtuale", e non stupisce che nel recente VR ZONE di Shinjuku il primo videogioco dedicato a Gundam in questo senso sia stato proprio Senjou no Kizuna.
Le postazioni del "Battle System" di Gundam Build Fighters ricordano quelle di un videogioco come nelle altre serie, ma l'interfaccia "porta in vita" i gunpla.
Le action figure Gage-ing gunpla soprattutto, sono customizzabili e smontabili, proprio come il Gundam di AGE, che può essere aggiornato e rinforzato con "custom parts" elaborate sul momento per affrontare al meglio le specifiche del nemico.
Questa linea purtroppo non ha avuto grande successo, anche a causa della distribuzione limitata ai negozi di hobbistica e lo scarso dettaglio dei modelli.
Il concetto della customizzazione dei gunpla ritorna preponderante in un altro videogioco, il popolarissimo Gundam Breaker, dove si parla proprio di "gunplay".
Gundam Breaker vede la luce nel 2013 per PlayStation 3, praticamente in concomitanza con la release di Gundam Build Fighters, lungi dalla coincidenza.
Ad esempio in uno degli episodi della serie TV veniva utilizzato un PG, un "big boss" solitamente impiegato al termine della "missione" di Gundam Breaker in modalità "Normal", mentre nella recente serie di ONA Build Fighters: Battlogue il riferimento si fa ancora più palese: nel secondo episodio Sakai e Yuuma non si affrontano nel solito scontro diretto, ma diventano protagonisti insieme ai loro gunpla di una vera e propria missione; allo stesso modo, nel quarto episodio anche i fratelli Renato si trovano ad affrontare un PG come "boss finale"... Da annotare come in entrambi i casi la cosa sia percepita come una grave violazione di una regola "non scritta", che generalmente riserva il campo di battaglia ai kit in scala 1/144.
In Conclusione
Abbiamo parlato quindi di Gundam, ma anche del suo legame col gioco, e quindi di un universo totalmente a sÚ stante, e proprio per questo fruibile da tutti a vari livelli da varie tipologie di persone di varie età .Ma può un "gioco" come questo essere indirizzato davvero anche ad un adulto, oltre che contenere messaggi e stimoli costruttivi per un bambino?
Siamo soliti considerare il gioco come una parte fondamentale della formazione delle abilità e delle individualità di chi deve ancora sviluppare le proprie facoltà , ma perchÚ precludere questa possibilità anche a chi Ú più grande? PerchÚ precluderci i livelli di abilità e lo svago che sanno regalarci modellismo o videogiochi all'interno del nostro tempo libero, così come sa fare il guardarci un anime?
La forza dell'essere umano Ú la sua capacità di evolversi, capacità che non si esaurisce finchÚ non moriamo, letteralmente: cambiare idea, inventarsi qualcosa, rinnovarsi, per "crescere" non abbiamo un limite d'età e per farlo dobbiamo "uscire", dalle nostre case come dai nostri metaforici gusci, e non importa se lo facciamo durante un torneo internazionale di videogiochi, durante un contest di modellismo, o come Shiro a bordo del suo Perfect Gundam.
Per Approfondire:
⇒ Plamo Kyoshiro⇒ Gunpla Builders Beginning in G
⇒ Gundam Build Fighters
⇒ Cuore di Plastica
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