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"Tre Motivi per Guardare 'G no Reconguista'" - Intervista a Toshikazu Yoshizawa

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Questa intervistina apparsa a fine Marzo sulle pagine digitali di V-Storage Ú dedicata ad un personaggio che merita un pò di approfondimento: parliamo del buon Toshikazu Yoshikawa, animatore, regista, direttore di produzione e praticamente "tutto-fare" della Sunrise.
Noto per aver diretto Gundam NT, in precedenza ha anche curato la regia di alcuni episodi della serie televisiva di G no Reconguista; nella compilazione dei lungometraggi cinematografici assiste Tomino nella regia dei film in un ruolo assimilabile a quello dell'aiuto-regista.

Yoshizawa durante un incontro con i fan in occasione delle prime proiezioni cinematografiche del primo film di G no Reconguista; l'immagine proviene da questo report su Gundam.info.

Il regista Ú come il narratore di kamishibai?

Yoshizawa, sembra che lei abbia partecipato alla produzione della serie TV.
Yoshizawa: Sì, oltre ad aver partecipato al primo e al secondo film, ho curato la regia degli episodi 3 e 11 della serie televisiva, oltre alla sigla di chiusura.

In cosa consiste esattamente il suo lavoro?
Yoshizawa: Ci sono varie mansioni, ma una di queste Ú far capire al resto dello staff l’idea originale del regista. Ogni persona ha il suo modo di fare le cose, ed essendo stato originariamente un animatore, mi Ú più facile far capire agli animatore cosa serve, anche disegnando concretamente uno storyboard, o addirittura disegnando la scena necessaria. Purtroppo nel caso del mio ruolo le informazioni vengono solo ripartite verbalmente, quindi non rimane una traccia fisica del mio contributo. La mia mansione principale Ú controllare il ritmo dell’animazione mentre scorre sullo schermo. Questa Ú un pò la mia opinione personale, ma Ú un pò come fare kamishibai. Se pensi che il regista Ú un pò come il narratore che ne fa scorrere i fogli, e sceglie il momento in cui stupire o spaventare gli spettatori grazie alla velocità o le pause che utilizza compiendo i movimenti-- Serve quel tipo di consapevolezza, quel tipo di controllo del racconto.

Il regista lavora osservando gli storyboard, da profani sembra davvero difficile immaginare il ritmo dell’animazione solo da quello.
Yoshizawa: Questa Ú una cosa che mi ha detto Tomino, che lo storyboard Ú simile ad uno spartito musicale, se non sai leggere le note non capisci il suono di una melodia. Naturalmente, attraverso l’esperienza inizi a comprendere quel ritmo. Ormai non leggo quasi più le note degli storyboard. Infatti a volte interpreto male una scena e allora penso, “Cavoli!” LOL Lo storyboard descrive con una scena un tempo approssimativo di 3-4 secondi, spesso per interpretarla bastano le battute di riferimento che contiene. Gli storyboard disegnati da Tomino hanno una presa sul lettore molto potente, c’Ú questa impressione, mentre li leggi, che tutto attorno a te stia vorticando, Ú la sua unicità.

Sembra che gli storyboard di Tomino contengano quindi molte informazioni, lei Ú stato in grado di interpretarli da subito, lavorando a “G no Reconguista”?
Yoshizawa: Ho seguito i lavori di Tomino fin da bambino. Tomino ha il ritmo nelle vene, credo che i suoi storyboard siano estremamente facili da trasporre in video.

1 Il racconto Ú legato a problemi attuali

Che genere di discussione ha con Tomino durante i meeting?
Yoshizawa: Per altri lavori, discutevamo su specifiche istruzioni, conferme e progressi, per G no Reconguista non c’Ú stato nulla di tutto ciò, Ú stato tutta una serie di deragliamenti LOL Tuttavia, in questo genere di disgressioni c’Ú sempre un indizio, qualcosa che brilla. Se hai dei dubbi, vai da lui e ne discuti informalmente, Ú come avere il privilegio di entrare nel “dojo di Tomino”. Ogni volta ne esci arricchito LOL
Per farvi un esempio, ricordo una discussione riguardo il concept che c’Ú dietro il G-Self. Durante il primo incontro, chiese espressamente a Yasuda di disegnarlo come fosse un giocattolo per bambini-- E intorno all’episodio 4 ci venne chiesto se sapevamo cosa fosse un giocattolo.
Ai miei tempi i giocattoli emettevano luci e suoni quando premevi un bottone, quindi nella scena in cui il G-Self evita un attacco col Photon Shield aggiunsi un effetto luminoso in questo senso, dopo essermi consultato con lo staff..

Espandendo questi “indizi nelle disgressioni”, siete riusciti a dar vera vita al G-Self.
Yoshizawa: Credo che il motivo per cui il G-self venga distrutto nell’episodio finale abbia a che fare con l’idea che i giocattoli prima o poi si rompono, ed una persona Ú costretta a smettere di giocarci una volta diventato adulto. Similarmente, anche il ∀ Gundam viene chiuso in un bozzolo e “messo da parte”.

Di che altro si parla?
Yoshizawa: A volte parlavamo dei cambiamenti climatici, altre volte dei film che aveva visto-- Cose del genere. Tomino ha degli interessi molto ampi e vari, e ci sono punti nei suoi lavori dove questo si nota. Ad esempio, nell’episodio 17 c’Ú una scena dove Bellri e gli altri aiutano ad eliminare i rifiuti spaziali, con l’aiuto dell’esercito. Questa situazione non appartiene al mondo di oggi. Ancora adesso, ci sono decine di flotte militari che attraversano in lungo e largo l’oceano. Ma quegli stessi mari sono invasi da microplastiche, che sono arrivate a creare vere e proprie isole di immondizia-- Ed Ú come se G no Reconguista dicesse, “Ok, adesso ti mostro cosa dovresti fare”. E’ un lavoro misterioso, che suggerisce in maniera subdola delle soluzioni a problemi che sono sotto gli occhi di tutti.

Anche se ambientato in un luogo e in un’epoca differente, fa riferimento a problemi molto attuali.
Esattamente. Forse la pensiamo così perchÚ da ragazzi eravamo pessimi studenti… Le persone che eccellono negli studi tendono a specializzarsi, a fossilizzarsi su certe posizioni ed avere difficoltà a concepire soluzioni alternative. Considerarsi in una posizione inferiore, aperta alla critica, Ú il primo passo per capire che materie coma la fisica, la chimica o l’economia sono sia incredibilmente vaste nei contenuti che tremendamente limitate nelle soluzioni. Quando si utilizza un certo approccio questo traspare nei propri lavori.

2 In “G no Reconguista” non ci sono “cattivi”

Qual Ú la sua impressione dei lavori di Tomino?
Yoshizawa: L’impressione Ú molto differente a seconda del lavoro, penso che la produzione di Tomino di possa distinguere in quella prima e dopo Brain Powred. Tra questi credo che G no Reconguista sia un lavoro a parte, con un’atmosfera molto più strana ed elusiva, un lavoro davvero molto curioso. Vorrei mostrare G no Reconguista al me da bambino. Che impressione mi avrebbe fatto? Ora come ora sono nello staff, e ne discuto con Tomino, non posso essere oggettivo… Mi piacerebbe un parere da quel punto di vista.

Non ha chiesto pareri su “G no Reconguista” a qualcuno che conosce?
Yoshizawa: Quando consiglio G no Reconguista agli amici che solitamente non guardano anime, mi dicono che Ú “pulito”.

Cosa intendono per “pulito”?
Yoshikawa: Non ci sono personaggi “cattivi”. Ad esempio, ne Il Contrattacco di Char c’Ú Gyunei che Ú un personaggio ambizioso, vuole Quess e vuole distruggere il Gundam. In Z Gundam c’Ú Basque, in V Gundam c’Ú Fuala, che hanno i caratteri della rabbia, della crudeltà e della follia… Ci sono dei personaggi negativi per bilanciare la storia dal punto di vista dell’intrattenimento, ma in G no Reconguista non ci sono dei “cattivi” propriamente definiti. Ognuno ha le proprie ragioni. Ameria e Capital Army sono in disaccordo per la gestione del commercio delle batterie fotoniche. Anche nella vita reale ci sono momenti in cui chi Ú nel giusto Ú costretto a impugnare le armi. Per questo credo che lo definiscano “pulito”, perchÚ il tema della storia non Ú opporre un buono a un cattivo. Ci sono aspetti della storia che sono difficili da capire, perchÚ la guerra non Ú il suo fulcro, non ci sono cattivi con motivazioni ovvie, non ci sono scene in cui uno scontro ha una ragione precisa, non Ú un lavoro la cui trama si muove grazie all’odio o la rabbia di un personaggio definito. Tomino ha sempre creato dei lavori che non si limitano a parlare di buoni che puniscono cattivi perchÚ investiti di una giustizia universale, ma in cui la posizione della giustizia cambia a seconda del punto di vista… E’ quello il realismo di una guerra. In questo senso, G no Reconguista Ú un semplice frammento di realtà che vivono Bellri ed i suoi amici.

Il punto di vista di Tomino sulla guerra non Ú cambiato affatto.
Yoshizawa: Il G-Self Ú un’arma, può uccidere delle persone a prescindere dal suo schieramento. All’epoca della produzione abbiamo deciso di ritrarre il G-Self in molte scene con delle ombre molto definite, come a sottolineare questa sua natura negativa. E’ una cosa di cui discussi con gli animatori.

3 “G no Reconguista” come una nuova forma di intrattenimento?

Per favore, ci illustri i momenti più intensi.
Yoshizawa: Non ci sono! G no Reconguista non Ú un film hollywoodiano, che segue un certo schema e una certa tempistica per creare appagamento nello spettatore. E’ un film che corre lungo il Regild Century, che esce da certi schemi. E’ un film che ti cattura col suo ritmo forsennato, guardandolo ti chiedi se abbia mai visto qualcosa di simile prima d’ora. Credo che G no Reconguista possa essere considerato una nuova forma di intrattenimento cinematografico...

Non Ú uno di quei lavori in cui il finale ti fa piangere esattamente per cinque minuti, insomma.
Yoshizawa: Vorrei che fosse visto da persone che non conoscono “Yoshiyuki Tomino”. A volte basta sentire la parola “Gundam” per partire dal presupposto che sia interessante, pur non avendo visto tutte le altre serie di Gundam, ed Ú giusto che ogni persona possa godere di questa libertà. Penso sia un anime robotico che Tomino ha deciso di proiettare verso il 2020. Per favore, lanciatevi nel mondo di G no Reconguista senza pregiudizi!

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