Si tratta della traduzione dei racconti brevi che compongono Gundam AGE -UNKNOWN SOLDIERS- (機動戦士ガンダムエイジ–UNKNOWN SOLDIERS–), la fotonovela pubblicata sulla rivista Hobby Japan e dedicata alle MSV della serie televisiva.
L'obiettivo del Campionato Mondiale della classe MSS, noto come MSS Grand Prix, era decretare il modello più avanzato e conseguentemente la miglior casa produttrice al mondo.
Eravamo nel round finale.
Lo Shaldoll-G di Woolf Enneacle si stava avvicinando al Dante's Peak, l'ultima e più difficile parte del percorso della Vulcan Course, la cui peculiarità era il terreno particolarmente ripido. La colonia era stata originariamente costruita con propositi residenziali, ma l'abbandono del progetto la convertì in un'area d'intrattenimento che ospitasse il Grand Prix; questo portò a uno scarso rinforzo strutturale, la cui conseguenza fu che la forza di rotazione fu gravemente ridotta. In una colonia che utilizza la forza centrifuga per dare l'illusione della forza gravitazionale, questa condizione diede vita a una situazione simile a quella della superficie lunare--
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Quando fu annunciato che l'ultima gara della stagione si sarebbe tenuta a Vulcan, e sarebbe stata una gara di sprint dove i salti di più di un chilometro erano vietati, i partecipanti non nascosero il loro disappunto.
Una gara tra MS caratterizzata da salti brevi in un ambiente con scarsa gravità non sarebbe stato spettacolare. Era chiaro che gli sponsor avevano a cuore la promozione di Vulcan come meta turistica, ma una gara noiosa sarebbe stata la peggiore delle attrazioni.
Ma non è così che funzionavano gli affari, a quanto pareva.
Mentre guardava il team manager cercare di convincere lo staff che valeva la pena partecipare all'evento-- Woolf sentì il suo corpo rabbrividire.
Dopo tutto, erano solo il passatempo delle grandi aziende. Anche l'adesivo "001" che sfoggiava il suo modello, il simbolo del campione che aveva trionfato l'anno precedente, era come il trucco di un clown pronto a recitare nella prossima farsa.
Così Woolf fece il peggior inizio possibile per il round finale, nonostante la sua prima posizione alla griglia di partenza.
Non appena partì il segnale, Woolf fece uno skip, uno di quegli slittamenti all'indietro di cui sono vittime i pivellini, causato dall'inceppamento dell'autobilanciatore del modello.
Fu però una scelta deliberata di Woolf, visto che a bordo del suo Shaldoll-G la maggior parte dei sistemi di controllo erano spenti.
Dopo la prima curva si trovò quindi in nona posizione, ma sembrava fare di tutto per restarvi, continuando questa specie di passi di danza che in circostanze normali gli sarebbero valsi una squalifica per guida pericolosa-- Nonostante ciò, l'eccitazione del pubblico aveva raggiunto il suo apice, e con la noiosa gara finale sul Vulcan Course, gli organizzatori non osarono interrompere la gara, versando eventualmente tutte le responsabilità sul giudice di gara a fine evento.
Ma a metà gara, il piano di Woolf prese una piega inaspettata.
Un lungo ponte attraversava un'enorme sezione illuminata della colonia denominata "Fiume", un rettilineo così audace dove tutti i corridori rimasero coinvolti in un tamponamento a catena. Il leader del gruppo riuscì a scamparla, ma gli altri modelli uscirono rapidamente di scena-- Woolf, che aveva deciso di dare filo da torcere a sponsor e organizzatori, si trovò quindi in terza posizione.
C'erano adesso solo due modelli davanti a Woolf, uno dei quali era il leader della gara, molto più davanti a lui.
L'altro invece era proprio di fronte a lui, e rallentò voltandosi, come a chiedere come aveva deciso di proseguire la gara: il modello in seconda posizione infatti, era il nuovo arrivato della sua stessa squadra.
Era vietato comunicare tra i piloti durante la gara, quindi Woolf lo esortò ad andare avanti con un gesto.
Tuttavia, il novellino lo ignorò sfacciatamente e si fece da parte, con l'intenzione di farsi sorpassare.
Anche se avesse perso questa corsa contro un nuovo pilota, il punteggio di Woolf, che sorpassava alla lunga tutti gli altri, non sarebbe stato in pericolo. Woolf aveva cercato di regalargli la vittoria della finale, ma questo ragazzino aveva intenzione di sputare sulla sua generosità?
"Non ho intenzione di gareggiare seriamente contro un moonwalker."
Solo in seguito Woolf avrebbe saputo che queste furono le parole che sputò fuori dal cockpit il novellino.
"Ho capito..."
Woolf diede una pacca sulla spalla dell'aereo del compagno di squadra e decise di seguire il leader in seconda posizione.
Stavolta però non si esibì nel "Moonwalk", ma sfruttò al massimo le caratteristiche delle sospensioni messe a punto dal Madorna Workshop, lanciando lo Shaldoll-G a tutta velocità.
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Dalla discesa finale di Dante's Peak, si poteva vedere finalmente il traguardo.
Woolf vide "Volpe Rossa" in testa.
"Volpe Rossa" era il nome del modello di Fox, il cui colore era il rosso.
Fox detestava il nome "Volpe Rossa". "Fox" era già di sè un soprannome, ma l'origine del "Rosso" era solo dato dal colore dell'azienda che sponsorizzava la sua squadra. In pratica, il nome "Volpe Rossa" non era stato scelto da lui, ma dal suo sponsor.
Woolf e Fox erano rivali per il titolo di Campione per pochi punti, come al solito, ma era Woolf, che condivideva con Fox la passione per i soprannomi autoproclamati, ad essere detentore del titolo da cinque anni consecutivi.
Dopo aver vinto il quinto titolo, la stampa coniò il nome "Lupo Bianco" per descrivere lui e il suo Shaldoll-G.
Questo soprannome divenne immediatamente popolarissimo, anche in contrasto con la "Volpe Rossa" del suo rivale Fox.
Tuttavia, anche Woolf non era molto soddisfatto di quel "Bianco".
"La G dello Shaldoll sta per GLITTER. Significa che brilla. Il mio modello non è solo bianco, ma argentato-- Dovrei essere chiamato "Lupo d'Argento", non "Lupo Bianco"!"
Un nome di cui essere orgogliosi-- Ecco cosa accumunava i due rivali, e perchè Woolf in qualche modo simpatizzava con Fox.
"Ma a differenza tua, dietro la mia G c'è una leggenda. Me la raccontò il padre di Madorna, e parlava di un leggendario mobile suit bianco chiamato GUNDAM!"
Nella turbolenza del flusso d'aria di Dante's Peak, gli alettoni posteriori impostati per il percorso di Vulcan scricchiolavano.
Inoltre, la discesa, una zona perennemente in ombra che non la rendeva abitabile, era perennemente coperta da uno strato di condensa che rendeva il percorso sdrucciorevole.
Saltare o tuffarsi? Queste sembravano le uniche opzioni disponibili per lo Shaldoll-G.
Tuttavia, sotto il controllo di Woolf, i propulsori del modello lavorarono in perfetta sintonia, facendo affrontare la discesa allo Shaldoll-G come nel salto con gli sci.
Fox invece non era riuscito a risolvere i problemi di scarsa aderenza, ed ora il suo modello sembrava bloccato nella melma; Woolf lo raggiunse.
Il rivale accolse l'avvicinamento di Woolf in silenzio.
"Non volevo andarmene in questa occasione, ma ho deciso che questa sarà la mia ultima corsa", disse.
Il viso del modello rosso sembrò distorto dal rammarico, mentre si ritirava dal percorso.
"Basta con questi giochetti da ragazzini."
Oltrepassata la zona d'ombra, Woolf si lanciò sul rettilineo finale, immerso nel sole e nel tifo degli spettatori in visibilio.
Una splendida farsa... Questo è il Grand Prix.
Ma su questo palcoscenico non c'era nessuna leggenda, nessun Gundam.
Per diventare un vero "Lupo Bianco" doveva passare al livello successivo.
Woolf fece in modo che lo Shaldoll-G assumesse una posa trionfale, alzando il pugno al cielo mentre la bandiera a scacchi sventolava frenetica dandogli il benvenuto al traguardo.
"Alla fine, è stato divertente."
Il regolamento del modello da corsa variava a seconda della durata e del tipo di gara, ma questo design era limitato allo Shaldoll-G ideato dal Madorna Workshop. Secondo alcune voci, il suo costo di produzione e manutenzione era di molto superiore a quello dei modelli per uso militare. Si potè far fronte agli immensi costi solo grazie ai numerosi sponsor, che fremevano dal vedere i loro loghi ovunque sul modello.
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