
L'inizio del percorso come scrittore è partito dall'amore per i videogiochi
Per prima cosa, potrebbe raccontarci cosa l'ha spinta a diventare uno scrittore?Kamoshida: Fin da bambino adoravo i videogiochi, e il desiderio di poterne creare io stesso è stata, credo, la prima scintilla che mi ha avvicinato alle attività creative. Mi piacevano particolarmente i giochi di ruolo, quindi ho iniziato a desiderare di creare storie mie, e iniziare a scrivere romanzi è stato il primo passo.
L'opera di debutto di Kamoshida è stata "Kaminaki Sekai no Eiyūden" (神無き世界の英雄伝, trad: "Cronache Eroiche da un Mondo senza Dio") del 2007. Si trattava di un lavoro in stile fantascientifico. Le sue preferenze vertevano verso questo genere?
Kamoshida: Per quanto riguarda i generi letterari, leggo molta fantascienza, ma il mio punto di partenza era più orientato verso il fantasy. All'epoca mi piaceva leggere opere cose come Record of Lodoss War. Da lì sono passato a space opera come Legend of the Galactic Heroes, avvicinandomi gradualmente a tutti i tipi di opere fantascientifiche.
Come ha conosciuto “Gundam”?
Kamoshida: Dalle mie parti, Gundam fu replicato mentre andavo alle elementari. Poco dopo sono stati trasmessi anche Z e ZZ. È stato quello il mio primo approccio con ‘Gundam’. Essendo uno studente delle elementari, ricordo semplicemente di averlo apprezzato dal punto di vista del “Che figo il Gundam!".
C'è stato un momento cruciale in cui hai deciso di guadagnarsi da vivere come scrittore?
Kamoshida: Sicuramente l'adattamento anime di The Pet Girl of Sakurasou, che ho scritto prima della serie Rascal does not Dream. Non si è trattata di un'esperienza significativa solo come romanziere, ma anche come scrittore, poiché è diventato un catalizzatore per varie opportunità lavorative che si sono aperte successivamente. Una di queste è stata quella con Mari Okada, che si è occupata della composizione della serie per l'adattamento anime. Quell'incontro ha portato al mio coinvolgimento in Iron-Blooded Orphans.
A proposito, cosa l'ha spinta a intraprendere la carriera di autore di light novel?
Kamoshida: Avendo letto opere come Lodoss War, conoscevo bene il genere delle light novel, quindi mi è sembrata una scelta piuttosto naturale. Almeno per quanto riguarda le mie inclinazioni personali, i gialli incentrati sulla risoluzione di crimini non mi hanno mai attirato particolarmente.
Cosa apprezza maggiormente come romanziere? Quali sono i punti di forza delle sue opere o gli aspetti a cui desidera i lettori prestino maggiore attenzione?
Kamoshida: A livello superficiale, una cosa è “renderlo facile da leggere”. Presumo che le light novel siano rivolte principalmente agli studenti delle superiori, quindi sia che si tratti di Sakurasou o Rascal, scrivo partendo dal presupposto, “Non è questo il tipo di libro che avrei voluto leggere quando andavo a scuola?”. Scelgo consapevolmente uno stile che il me stesso più giovane avrebbe potuto leggere senza difficoltà e parole facili da comprendere.
La differenza tra i romanzi e gli adattamenti manga risiede nell'attenuazione
Attualmente è impegnato nella sceneggiatura di “Gundam Eight” per questa rivista. La serializzazione è arrivata alla prima metà del capitolo 4. Come valuta la risposta del pubblico finora?Kamoshida: Beh, quando è stato pubblicato il primo capitolo, l'impatto che ha avuto su tutti è stato significativo e ho percepito che le persone seguivano le serie con grande aspettativa. Dato che si tratta di un lavoro che coinvolge molte persone vorrei che ottenesse ancora più visibilità, ma soprattutto sono sollevato dal responso positivo.
Aveva delle preoccupazioni in proposito?
Kamoshida: Considerando l'enorme numero di fan di Gundam, è naturale che ci siano grandi aspettative per qualsiasi cosa porti questo nome. È normale che ognuno abbia la propria opinione, ed ero preparato al fatto che le reazioni non sarebbero state tutte positive. Tuttavia, sono davvero grato che l'accoglienza sia stata così favorevole, dissipando le ansie che avevo prima della serializzazione.
C'è stata qualche differenza nel suo approccio o nello stile di scrittura tra romanzo e manga?
Kamoshida: La differenza più grande è che con un romanzo le parole raggiungono direttamente il lettore, senza alcuna barriera tra noi. Al contrario, quando scrivo una sceneggiatura per un manga, pur avendo certamente l'intenzione di raggiungere il lettore, una parte significativa del processo è indirizzata prima di tutto allo staff. Infatti la priorità è che lo staff capisca i contenuti che intendo veicolare. Piuttosto che concentrarmi sull'espressione letteraria, qui devo progettare un testo che consenta al signor Takagi di disegnare ciò che racconta al meglio.
Come si confronta col signor Takagi durante la produzione?
Kamoshida: Per prima cosa, scrivo la sceneggiatura. Poi la condivido con il team di Eight, che comprende il redattore responsabile e il signor Takagi, partecipando a riunioni regolari per rivedere e confermare insieme il contenuto. Durante queste riunioni, il signor Takagi mi pone domande o mi consulta sulle parti che trova difficili da disegnare. Procediamo in questo modo.
Che tipo di suggerimenti riceve dal signor Takagi?
Kamoshida: In realtà, ne ricevo parecchi. Dato che la sceneggiatura è fondamentalmente solo testo, ricevo varie idee su come tradurla in immagini, e ci sono anche molti punti su cui mi consulto con lui. Ad esempio, il design del palco di Marianela nel secondo capitolo è stato qualcosa di cui ho discusso con il signor Takagi per quanto riguarda il suo impatto visivo, e lui lo ha trasformato in un palco che cattura davvero l'attenzione grazie alla sua espressione artistica.
Quali sono gli aspetti che ha voluto trasmettere finora?
Kamoshida: In primo luogo, rivelare esplicitamente l'antagonista nel primo capitolo è stato il punto più significativo. Dal secondo capitolo in poi, ho proceduto ad approfondire accuratamente ogni singolo personaggio. In effetti, c'è un forte desiderio di concentrarmi sugli elementi drammatici, o meglio, sui personaggi stessi, descrivendone nei minimi dettagli i sentimenti interiori.
E per quanto riguarda i mecha? Penso che gli aspetti piuttosto difficili da trasmettere in prosa possano essere espressi attraverso i manga.
Kamoshida: Se mi fosse stato chiesto di scrivere questa storia esclusivamente come romanzo, avrei probabilmente risposto, “Non credo di essere adatto a questo genere, quindi lasciamo perdere” 😄 Le descrizioni dei mecha sono qualcosa che i manga riescono a fare eccezionalmente bene, e penso che questo sia parte della loro forza. Anche se questo vale anche per le scene di battaglia, per quanto riguarda i mecha, in pratica lascio fare tutto a Takagi: gli dico, “Voglio fare qualcosa di figo così” e lui cattura gli aspetti migliori e li disegna 😄 In cambio, mi assicuro di descrivere con cura cose come i cambiamenti emotivi dei personaggi.
Il "ritmo" da cui nasce la storia da considerare quando si crea un personaggio
Con Naomi al centro, sembra che si stiano gettando le basi per un triangolo infuocato. Proprio come in “Rascal”, credo che le opere di Kamoshida siano caratterizzate da descrizioni delicate e dialoghi incentrati sui personaggi. Che tipo di character drama spera di presentare in “Eight”?Kamoshida: Per quanto riguarda Eight, i protagonisti sono individui che possiedono gli eccezionali geni ‘Eight’, persone che non sono considerate “normali” in questo mondo. Spero di rappresentare i malintesi e gli attriti che nascono dalle differenze tra gli “Eight” e i non “Eight”. Ritraendo con attenzione i sentimenti e i pensieri interiori di ciascun personaggio, derivanti dalle rispettive posizioni, miro a creare momenti in cui i lettori possano immedesimarsi. Anche se non si tratta di un ambiente strettamente scolastico, l'atmosfera è quella, e credo che il dramma romantico sarà incorporato in modo naturale, piuttosto che essere qualcosa di specifico.
Quando crea i personaggi, considera la narrazione che emerge dal loro tumulto interiore. Ci racconti cosa caratterizza Naomi, Marianela, Quince, Federica, Dian e Mathias, i protagonisti del racconto.
Kamoshida: Per Naomi, la premessa fondamentale è che si tratta di una persona che, in quanto essere umano, può ottenere qualsiasi cosa col minimo sforzo. Tuttavia, proprio perché eccelle in modo così straordinario, provoca gelosia, ostilità e soggezione da parte di chi lo circonda. Il modo in cui sua madre lo guardava nel terzo capitolo, come se fosse un mostro, lo descrive perfettamente. Naomi crede sinceramente di fare la cosa giusta, ma gli altri percepiscono le sue azioni in modo diverso. Ha studiato con diligenza, si è allenato rigorosamente e ha affrontato la sua formazione con la massima serietà. Tuttavia, i suoi sforzi non sono mai stati riconosciuti nel modo in cui avrebbe voluto. Questa è l'essenza di Naomi come persona.
Al contrario, Marianela è una persona i cui sforzi sono stati giustamente riconosciuti, guadagnandosi popolarità e consensi. Quindi, dal suo punto di vista, Naomi è un talento sprecato. Trova frustrante che Naomi non riceva il riconoscimento che le sue reali capacità meritano. Avendo lei stessa affrontato l'invidia di molti a causa della sua posizione, comprende profondamente la sua situazione.
Cosa ci dice invece di Quince?
Kamoshida: Quince, come Naomi, era dotato di un talento eccezionale fin dall'infanzia. Tuttavia, ciò che lo differenzia notevolmente da Naomi è che ha saputo gestirlo. Non si tratta di astuzia, era semplicemente in grado di calcolare il limite oltre il quale le sue abilità sarebbero state giudicate eccessive. Si tratta di una persona che ha saputo adattarsi all'ambiente circostante, rendendosi la vita più facile. Tuttavia, le sue capacità erano così eccezionali che non riusciva mai a trovare qualcuno alla sua altezza, il che lo rendeva perennemente annoiato. Poi arrivò Naomi, spronato da Marianela, e finalmente trovò qualcuno con cui poter davvero competere. Lui, a sua volta, fu salvato da Naomi: questa è la loro dinamica.
Federica è molto diversa da Marianela, vero?
Kamoshida: Federica è una rivale in amore piuttosto diretta. Anche se non è necessariamente inferiore agli altri, il suo personaggio è quello di un'eroina rivale, e intendo darle il suo fascino.
Dian invece è un personaggio decisamente solare.
Kamoshida: A prima vista, Dian potrebbe sembrare il buffone del gruppo, ma in realtà è molto vigile. Si potrebbe dire che è il tipo di persona che sa fingersi sciocca. Se la situazione richiede qualche battuta scherzosa, assume volentieri quel ruolo. Quindi, in termini umani, Dian è semplicemente una persona davvero empatica.
La preghiamo di parlarci anche di Mathias.
Kamoshida: Fratello minore di Marianela, Mathias è un ragazzo eccezionalmente capace. È orgoglioso di avere una sorella così straordinaria e ha un carattere brillante e allegro. Possiede un fascino vivace e ingenuo.
Immagino che anche i lettori siano curiosi di vedere come si svilupperanno in futuro le relazioni tra questi sei personaggi e, naturalmente, anche tra gli altri.
Kamoshida: Non si tratta semplicemente di un mondo in guerra, bensì di un gruppo riunito allo scopo di esplorare lo spazio. Credo che questo offra qualcosa di nuovo all'interno del franchise di Gundam. Naturalmente, però, si verificheranno vari eventi. Ci saranno cambiamenti nelle relazioni tra i personaggi e il dramma attende ciascuno di loro nei rispettivi percorsi.
Quando sviluppa i personaggi segue delle regole precise?
Kamoshida: Non si tratta proprio di regole, ma cerco naturalmente di non trattare ogni personaggio come un'entità isolata. Ad esempio, Marianela come individuo è diversa dalla Marianela nel suo rapporto con Naomi. Penso al contrasto di Marianela con gli altri, o a ciò che emerge quando vi interagisce, alle emozioni che suscita. Quando definisco un personaggio, spesso considero questi aspetti come un insieme. Anche se questo può portare alla nascita di sentimenti romantici, quello che cerco davvero è come sviluppare un certo "ritmo".
Lei ha partecipato anche alla serie “Iron-Blooded Orphans”. In che modo quell'esperienza è stata applicata a “Eight”?
Kamoshida: Credo che l'approccio alla creazione delle scene di battaglia attinga dalle intuizioni acquisite grazie al confronto con il regista Tatsuyuki Nagai. Si tratta di concentrarsi sugli elementi fondamentali, mirando consapevolmente a rappresentare le parti più avvincenti senza dilungarsi troppo. Quando si descrive una battaglia dall'inizio alla fine, è inevitabile ricorrere a sequenze “di riempimento”. Ma non è questo che il pubblico vuole vedere. Inoltre, nei manga e negli anime, anche la rappresentazione di queste parti di riempimento richiede uno sforzo enorme.
Dopo aver lavorato a Iron-Blooded Orphans, sono giunto alla conclusione che se una scena non è essenziale per la trama, è meglio tagliarla e concentrarsi sulla resa dei momenti culminanti con il massimo impatto. Questo approccio mi sembra particolarmente adatto ai manga, dato il loro stile narrativo basato sulle vignette.
Dalla serie TV a "Urdr Hunt", 10 anni di "Iron-blooded Orphans"
Quest'anno ricorre il 10° anniversario di “Iron-Blooded Orphans”. Lei si è occupato della ricerca e della sceneggiatura di diversi episodi della serie principale. Potrebbe raccontarci nuovamente come è stato coinvolto nel progetto?Kamoshida: Tutto è nato dal legame che si è creato quando The Pet Girl of Sakurasou è stato adattato in un anime, con Mari Okada che si è occupata della composizione della serie. Da lì, ho ricevuto diversi progetti legati all'animazione tramite la signora Okada. Mentre tornavamo da una riunione per un altro lavoro, ha affrontato l'argomento, “C'è un altro titolo a cui vorrei che ti unissi”, e ha tracciato la lettera "G" con il dito. Ripensandoci, avrei voluto riflettere più a lungo prima di rispondere, ma in quel momento ho sparato un “Conti su di me!” istantaneo, e mi sono ritrovato catapultato in un ambiente di produzione piuttosto impegnativo 😄
Come persona coinvolta in questo lavoro, come si sente riguardo il 10° anniversario di "Iron-Blooded Orphans"?
Kamoshida: Quando ho aderito al progetto, non avrei mai immaginato che sarebbe durato dieci anni, quindi provo una sensazione nostalgica del tipo "Sono già passati 10 anni...". D'altra parte, da quando la serie TV principale è terminata, ho lavorato sulla side-story Gekko, l'app per smartphone (Iron-Blooded Orphans G) con Urdr Hunt... Quindi sono stato coinvolto in Iron-Blooded Orphans quasi ininterrottamente fino a poco tempo fa. Pensandoci bene, sono stato con Iron-Blooded Orphans praticamente per dieci anni consecutivi. È stato un periodo davvero gratificante.
Nella versione app di “Urdr Hunt”, lei era responsabile della composizione della serie. Come si è confrontato con il regista Nagai?
Kamoshida: Nagai ha detto che voleva dare a Urdr Hunt un'impronta leggermente più pop. La serie TV descriveva un mondo duro e difficile per Mikazuki e gli altri, vero? In particolare gli "Iron-Blooded Orphans", che si lanciavano in battaglia, facendosi strada con la forza mentre avanzavano: quell'aspetto mi ha colpito molto. Con Urdr Hunt, dato che descrive una storia in una parte diversa dello stesso mondo, abbiamo leggermente cambiato direzione, arrivando alla forma che vedete ora.
L'idea di una corsa a premi con dei checkpoint ha sicuramente un che di ludico.
Kamoshida: Il regista Nagai ha parlato per primo della possibilità di incorporare elementi simili a una caccia al tesoro. Il mio ruolo era quello di strutturare il tutto, cercando trasmettere eccitazione, quel brivido di curiosità che dava vita a certe aspettative, e di infondergli un sapore avventuroso.
Quali sono i punti salienti dell'edizione speciale “Urdr Hunt: The Journey of the Small Challenger” rispetto alla versione completa di 12 episodi dell'app?
Kamoshida: Durante il rilascio dell'app, l'alternanza tra segmenti animati e sezioni di dialogo all'interno del gioco era fondamentale per il formato, quindi la struttura è stata adattata di conseguenza. Stavolta abbiamo solo materiale animato, e l'obiettivo è connettere i vari momenti più avvincenti in maniera congrua. Urdr Hunt vanta molti personaggi interessanti, quindi saremmo lieti se gli spettatori potessero divertirsi ad esplorare anche queste loro personalità distinte.
Il nuovo cortometraggio che fa da accompagnamento, Makuai no Chigiri (幕間の契, trad.: "Giuramento dell'Intermezzo"), è stato scritto da Mari Okada. Cosa ne pensa?
Kamoshida: Beh, direi che è molto nello stile della signora Okada. Non posso dire molto senza rovinare la sorpresa, ma ha davvero messo in risalto i punti di forza di Orga. Si percepiva anche l'atmosfera di Iron-Blooded Orphans, quindi penso che chi non l'ha ancora visto ne sarà soddisfatto. Mi è piaciuto molto.
Il fascino della peculiare visione del mondo di "Gekko"
Vorrei anche chiederti qualcosa sulla side-story manga "Gekko". Cosa ti ha portato a ricevere l'incarico di scrivere la sceneggiatura?Kamoshida: In termini di flusso narrativo, è stato concepito come uno spin-off della serie TV principale. Il piano era quello di avvicendare racconti brevi, gunpla originali su Hobby Japan e il manga su Gundam Ace. Sunrise mi ha contattato per affidarmi la sceneggiatura e io ho accettato. Ho ricevuto da Sunrise la struttura del mondo e una bozza della trama generale, e il mio ruolo era quello di strutturarla in una narrazione coerente.
Per quanto riguarda il world building, è stato affascinante veder apparire in "Gekko" diversi Gundam Frame che non erano presenti nella serie TV e approfondire il funzionamento interno delle Seven Stars.
Kamoshida: È emozionante quando emergono dettagli che arricchiscono la storia principale, vero? Spero che anche i fan di Iron-Blooded Orphans abbiano apprezzato l'esperienza di Gekko.
Anche “Gekko” è un'opera di dieci anni fa. Potresti condividere alcuni punti salienti per chi non l'ha ancora letto?
Kamoshida: Credo che uno dei punti di forza di Gekko sia che il protagonista, Argi Mirage, è un ragazzo normale. La storia si svolge dal suo punto di vista, incentrata sulla sua “famiglia”, composta da persone che probabilmente sono cresciute in circostanze più privilegiate rispetto a Mikazuki o Orga. Sarei felice se i lettori potessero apprezzare anche i piccoli misteri intrecciati nella narrazione. Inoltre, il Gundam Astaroth, progettato da Ippei Gyoubu, è ricco di gimmick. La mia missione mentre scrivevo Gekko era quella di assicurarmi di dare risalto ad ogni singola arma 😄
Infine, vuole rivolgere un messaggio ai lettori, compresi quelli di “Eight” e “Iron-Blooded Orphans”?
Kamoshida: Per quanto riguarda Eight, mi rendo conto che vi abbiamo fatto attendere a lungo, ma finalmente il Gundam è partito. Dal punto di vista della trama, le cose iniziano davvero a muoversi dal quinto capitolo in poi, quindi sarei felice se tutti, compresi coloro che devono ancora leggerlo, continuassero a sostenerci. Per quanto riguarda Iron-Blooded Orphans, in occasione del 10° anniversario, stanno per uscire la versione cinematografica speciale di Urdr Hunt e il corto Makuai no Chigiri dedicato al Tekkadan. Spero che vi piaceranno e che vi faranno rivivere la passione di quei giorni.





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