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GUNDAM SCHOOL ④ Lo Sviluppo dei Mobile Suits

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Prendendo ispirazione dall'omonima rubrica informativa di Gundam.info a cura di Ema Baba, GUNDAM SCHOOL è una sezioncina dove mi diverto a prendere in considerazione gli stilemi di Gundam introdotti nell'UC e in seguito sviluppati nell'Universo Espanso per vederne insieme l'evoluzione negli anni!
Potete trovare i precenti capitoli a questo link!

Ci concentreremo adesso su un altro caposaldo di Gundam, lo sviluppo dei Mobile Suits nelle fasi seguite dalla loro evoluzione tecnologica.

Tra i temi più appassionanti e divertenti e che fanno davvero di Gundam "Gundam" c'è sicuramente quello relativo alla progettazione e alla realizzazione di Mobile suits, del loro sviluppo come mezzi da combattimento, insomma.
Si tratta di quel retrogusto "industriale" e ingegneristico che dona al franchising il fascino di un realismo plausibile, anche quando, come vedremo, prendiamo in considerazione quelle serie più "super robotistiche" come possono essere gli ottimi Wing o Seed.


Quello che viene chiamato il P&D (Production & Development, "Produzione e Sviluppo") segue naturalmente due linee principali.
La prima, è mostrare lo sviluppo del mezzo finale, quindi ad esempio, in Wing si fa un gran parlare dei vari prototipi e le fasi di lavorazione ad esso collegate (prima la scrittura del software noto come ZERO System, poi lo sviluppo del progetto del Wing Gundam Proto Zero in seguito occultato dal team dei cinque scienziati, e infine l'approntamento, avvenuto decenni dopo, del Wing Gundam Zero da parte di Quatre col supporto della Winner Corporation), così come in Seed c'è molta attenzione a ricordarci che il primo mobile suit sviluppato da ZAFT fu il prototipo del GINN nello spazio che fu poi usato come base per i mezzi successivi, fino ad arrivare al DINN per uso aereo in gravità.
E' una costante regolare che si trova in tutte le serie, anche quelle più eccentriche come G Gundam o giocattolose come Build Fighters Try.

A volte però questa progettazione non porta i risultati sperati, magari a causa della scarsità di materie prime, o un rapido sviluppo del conflitto che rende necessaria la creazione di mezzi con prestazioni a volte inferiori dei prototipi, ma di veloce produzione: come succede per il GM della serie TV originale, degli spettri in confronto alle prestazioni del Gundam, è il caso dei Leo di Wing, prodotti in massa dal formidabile Tallgeese (ed è anche il caso dei cinque Gundam stessi, se paragonati allo spaventoso prototipo Wing Gundam Zero), oppure dei Dagger dell'Alleanza Terrestre e degli Astray di Orb in Seed, entrambi versioni "povere" dei Gundam della serie G... Sono i grunts, le unità "carne da macello" destinate a scoppiare come palloncini a ricordarci la fragilità della vita umana, ma anche a imprese eroiche, a darci la speranza che comunque è sempre l'uomo a fare la differenza nei conflitti.

Spesso si fa anche riferimento a tecnologie nascoste, vietate o "proibite" in merito allo sviluppo dei mobile suits, come è il caso di Turn A, AGE, G no Reconguista e anche il recente Tekketsu no Orphans dove i secoli e a volte i millenni che separano i personaggi dall'ultimo conflitto scatenatosi sulla Terra caricano i mobile suits e in particolare i Gundam di evocative simbologie belliche tra il divino e il diabolico, e in cui parte del plot riguarda l'evitare che le forze nemiche si approprino delle tecnologie mortali della "precedente guerra"... Comunque è divertente notare come si parta da questi presupposti quasi esoterici per finire sempre in qualche hangar, al cospetto del meccanico di turno esaltato (o seccato!) dalla possibilità di customizzare un Gundam per renderlo nuovamente operativo!

E questo accento ci porta alla seconda linea interpretativa, che è quella dello "Sviluppo", ovvero del miglioramento delle prestazioni del mezzo in base alle condizioni atmosferiche, climatiche o semplicemente le nuove funzioni che si esigono dal mobile suit.
Un esempio abbastanza eclatante in questo senso si ha in serie come Seed, dove lo Strike Gundam viene presentato in vari assetti a secondo delle operazioni cui deve far fronte, quindi eccolo in versione "Sword" per i combattimenti a breve raggio, provvisto di "Launcher" in caso di combattimento a lungo raggio o per fornire fuoco di copertura agli alleati, e con un bel backpack in modalità "Aile" quando si tratta di volare in presenza di gravità-- Ma come sappiamo l'upgrade non è meramente una faccenda di ninnoli più o meno avvinghiati al corpo del robot, ed ecco che in Seed Destiny fa la sua comparsa lo strabordante Strike Freedom, uno Strike Gundam che ha affrontato non solo un upgrade di equipaggiamento e look, ma soprattutto di prestazioni, sempre più aggiornate alle abilità del pilota, che come sappiamo, durante i combattimenti migliora, ponendo quindi la necessità di un continuo aggiornamento delle prestazioni della sua macchina.
Ed è questo che poi porta sempre Gundam nel suo personale recinto di identificazione: l'idea che sia il pilota a contribuire allo sviluppo del mezzo e quindi alla sua "invincibilità", e non il contrario, come ingiustamente rimproverava Ramba Ral ad Amuro a bordo del suo RX-78-2.

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