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GUNDAM SCHOOL ⑩ Il Protagonista Tormentato

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Prendendo ispirazione dall'omonima rubrica informativa di Gundam.info a cura di Ema Baba, GUNDAM SCHOOL è una sezioncina dove mi diverto a prendere in considerazione gli stilemi di Gundam introdotti nell'UC e in seguito sviluppati nell'Universo Espanso per vederne insieme l'evoluzione negli anni!
Potete trovare i precenti capitoli a questo link!

Gundam è fatto anche di straordinari personaggi-- Iniziamo ad esplorarli partendo dai suoi caratteristici protagonisti!

Certo oggi come oggi, non si vede la straordinarietà di un protagonista tormentato e pieno di dubbi come l'Amuro del First Gundam.
Diciamoci la verità, non è stata certo la Sunrise a inventare questo archetipo, il protagonista immaturo che cresce durante e a causa di un viaggio è un plot di successo sin dai tempi dell'Odissea di Omero, l'originalità della Sunrise risiede nell'aver applicato questo archetipo per la prima volta ad una serie robotica.


Prima di Gundam, infatti, le serie robotiche avevano una funzione "educativa" attraverso il quale il bimbetto giapponese acquisiva quei concetti di coraggio, dedizione e lealtà che poi gli sarebbero stati utili per la carriera da salaryman.

Ma la serie robotica di Tomino non aveva come obiettivo l'educazione morale dei bimbetti, Tomino voleva contribuire alla creazione di Newtypes nella vita di tutti i giorni, ragazzi responsabili, in grado di poter prendere le proprie decisioni consapevolmente per cambiare il mondo, e andare aldilà della loro condizione di pedine.
E quindi giù di Bildungsroman, alla ricerca di cosa rende prezioso un protagonista all'interno della società, ma anche all'interno della propria individualità.

Per fare questo, Tomino ci presenta un giovane come tanti nel Giappone di quel periodo, raccolto tra il frivolo e il disinteressato, chiuso in sè stesso e incapace di comprendere il mondo che lo circonda, un ritratto che definirei piuttosto attuale in ogni epoca e a tutte le latitudini.
E' attraverso le esperienze traumatiche e dolorose che Amuro affronterà durante la serie, culminate con la morte di Lalah, simbolo di un sentimento puro e disinteressato di attrazione reciproca, che il ragazzo dirà addio alla sua apatica gioventù e alle convenzioni di una vita famigliare e sociale asfissiante e insoddisfacente per, presumibilmente, concentrarsi su ciò che è davvero importante nella vita, ovvero il sincero interagire con sè stessi e col prossimo, processo vitale per la comprensione di tutto ciò che ci circonda.

Col passare degli anni, il messaggio di Tomino si snatura in toni più pessimistici, con l'intenzione di allertare lo spettatore sui rischi di una deriva egoistica di sè, che sfocia nel singolo con l'infermità di Kamille, caustico protagonista di Zeta Gundam forte di tutte le cariche ribelli dei viziatissimi ragazzi degli anni '80, o con l'insoddisfazione di un Amuro che vede i suoi ideali traditi ne Il Contrattacco di Char, ma che su larga scala si riflettono sui continui, tragici conflitti che costellano l'universo gundamico e che sono da ascrivere a un individualismo nocivo che punta sull'inutile sete di potere di pochi bastardi.

Questo accento di "incompletezza" è evidente anche in personaggi apparentemente "opposti" a quello di un "giovane tribolato" come può essere Amuro, come Domon in G Gundam.
Domon è il classico esempio del protagonista "a sangue caldo" delle serie robotiche classiche, uno di quelli che sistemano i problemi e stringono amicizie a suon di pugni: eppure, anche lui, durante la serie combatterà a lungo sulle imperfezioni del suo carattere, e per questo sarà indispensabile il confronto col mentore/nemico Master Asia, col fratello sotto mentite spoglie, con il fragile amore di Rain, e non sempre i pugni si riveleranno risolutori, anzi.

In Gundam Wing, abbiamo ben cinque protagonisti afflitti da turbe più o meno intense, ed è attraverso la collaborazione e l'apertura al mondo e al prossimo che riusciranno a migliorare come persone, consapevoli del loro ruolo nella società a prescindere dagli sfavillanti robottoni di cui si trovano al comando per una serie di coincidenze.
Degna di nota è l'originale caratterizzazione di Heero, un "non eroe" freddo e distaccato che nulla ha a che fare col ragazzino introverso e viziatello dell'Universal Century, ma che al tempo stesso è uno degli esempi più lampanti dell'ingenuità e dell'immaturità che caratterizzano i ragazzi della sua età seppur temprati da lunghe, logoranti battaglie: Heero a inizio serie non è in grado di riconoscere alleati o rivali, preso com'è dall'eseguire ciecamente ordini riconducibili a una precisa missione.
Questo particolare tipo di protagonista, che contrappone efficienza e utilità all'indispensabilità dell'individualità, sarà ripreso con molta fortuna in Gundam 00 e Tekketsu no Orphans, dove la specificità dei personaggi è quasi la loro iniziale "disumanizzazione", che li porta addirittura a rendere il Gundam che pilotano come una vera e propria appendice di loro stessi, e una parte fondamentale della loro esperienza "formativa".

Per il ventennale di Gundam Tomino ritorna sulle scene e dice la sua su un nuovo tipo di protagonista, che stavolta infonde di quegli ideali pacifici e altruistici che vede mancare nelle nuove generazioni e la cui carenza identifica come il problema della società.
Loran di Turn A Gundam è anch'egli un protagonista anomalo e improbabile: non è particolarmente intelligente, ha un aspetto femmineo ed è completamente privo di ambizioni personali, ma dalla sua ha una profonda scala di valori che non esita a mettere in gioco quando si tratta di proteggere ciò che gli è caro. Questa idea del "proteggere" è qualcosa che caratterizza tutti i protagonisti di Gundam, e ovviamente tutti i protagonisti di serie robotiche in generale, ma mentre all'inizio è visto più come un obbligo e parte della sofferenza del protagonista che come una vocazione, con Turn A diventa un assoluto. Tomino riproporrà questo protagonista anche in Reconguista in G, presentandoci stavolta l'intelligentissimo e sveglio Bellri, che condivide con Loran una chiara visione morale dell'umanità e dei suoi valori, anche quando questi vanno contro gli interessi dei suoi alleati, amici o famigliari: quello che si protegge in G-Reco non è più quindi il compagnuccio di classe o il parente di turno col suo innato bisogno di vivere in grazia di Dio, ma la dignità stessa dell'essere umano, riconosciuta nella sua capacità di fare "del bene" per la comunità, e non per i propri interessi o per mantenere l'imperfetto e ingannevole ordine costituito.

Digerendo tutte le esperienze migliori della produzione gundamica fino ad allora prodotta ma con un occhio di favore per l'UC, il duo Fukuda/Morosawa per Gundam SEED e il complementare Gundam SEED Destiny propongono ben tre protagonisti, tutti e tre caratterizzati da un simile, sofferente senso del dovere: Kira sale sul Gundam per difendere degli amici che sotto sotto lo temono, Athrun lo fa per obbedienza in un ruolo di soldato che gli va stretto, Shinn lo fa per odio e vendetta in una parabola autodistruttiva. I protagonisti di SEED nonostante gli ottimi preamboli hanno sofferto una gestione particolarmente scellerata, laddove lo sviluppo di una storia si è trasformata in mero fanservice, ma è comunque facile vedere in questi ragazzi tutti i dolori dei secoli che li hanno preceduti.

Con questo preambolo sotto gli occhi quindi, è anche facile vedere da dove escono fuori i protagonisti di Gundam AGE: Flit, il protagonista che "non deve chiedere mai", capace e dotato ma accecato dall'odio e dai pregiudizi; Asemu, il figlio che porta sulle spalle la gloria del padre, schiacciato dalla sua inadeguatezza; Kio, la speranza per il "futuro" in cui vediamo l'ispirazione di un Loran e il seme di un Bellri...

Di certo il modo più rapido per veicolare un messaggio è quello di imbeverne il protagonista, e con un protagonista "imperfetto" di cui vediamo lo sviluppo, di certo dovrebbe essere anche più facile riconoscere i nostri, di errori e pregiudizi, causa dei nostri tormenti.

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