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Intervista a Shigeru Morita

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Questa intervista, tratta dal numero autunnale di Great Mechanics G, Ú dedicata a Shigeru Morita, membro dello Studio Nue che curò l'ambientazione ed i settei di ∀ Gundam.
Visto che già la scorsa volta vi ho tradotto una sua intervista per il 20° anniversario della serie ed il 40° di Gundam, manteniamo viva questa tradizione 😁
L'intervista Ú raccolta da Hiroyuki Kawai.

Tra l'altro, se ve la sentite di approfondire il tema dell'ambientazione di , vi indirizzo al Data Collection della serie 😇

La serie "∀ Gundam" dà l'impressione di avere una visione del mondo molto ben sviluppata, anche in termini di ambientazione. Come Ú stato coinvolto nel progetto, Morita-san?
Morita:
Credo di essere stato coinvolto per la prima volta in ∀ Gundam quando Eiji Yamaura, che all'epoca era andato in pensione come presidente di Sunrise ed aveva fondato una propria società di progettazione, iniziando a creare progetti originali con i disegni meccanici del regista Yoshiyuki Tomino e di Kunio Okawara, mi ha invitato a unirmi a lui. Credo sia stato intorno al 1998.
Avevamo sessioni settimanali di brainstorming e ci venivano in mente molte idee di design, ma alla fine non riuscivamo a realizzare un progetto definito. Questo Ú stato uno dei motivi per cui, dopo la riunione, il direttore Tomino mi ha chiamato e mi ha chiesto “Faremo qualcosa per il 20° anniversario del Gundam, tu cosa ne pensi, Morita?"
All'epoca pensavo che i “progetti di anniversario” fossero ridicoli. Risposi onestamente, “Non ho idea di cosa stia dicendo".

Quindi un progetto del genere era già nell'aria.
Morita:
Poi l'espressione del direttore Tomino Ú cambiata e ho pensato, "Oh, diamine!”, ma poi ha detto, “Stiamo per pianificare un progetto con Syd Mead come designer, e tu sarai coinvolto nell'ambientazione e nella ricerca sulla fantascienza”.
Poi c'erano i grandi nomi dell'ufficio pianificazione della Sunrise... C'erano Hiroyuki Hoshiyama, che ha scritto la sceneggiatura, e Yoshitaka Kawaguchi, responsabile della produzione. Ricordo chiaramente che Kawaguchi disse, “È proprio necessario fare questo con Gundam?” e ricordo ancora di aver pensato "Questo tipo Ú davvero un grande". A quel punto sentii che ne sarebbe uscito qualcosa di interessante.

C'erano già dei piani specifici?
Morita:
Era più una sorta di concept da parte del regista che una proposta, raccolta in qualche pagina in formato A4. Quando l'ho letto, mi ha ricordato una sorta di racconto mitologico, così gli ho chiesto, “Signor Tomino, vuole fare di Gundam una specie di mito?”, e lui mi rispose “No, non Ú affatto mia intenzione". Tuttavia, ricordo di aver pensato che ciò che aveva scritto fosse “la struttura di un mito”. Beh, credo che questo sia dovuto in parte al fatto che non avevo ancora stabilito l'ambientazione.
Ma fondamentalmente, il modo in cui il regista Tomino crea le sue storie parte da una struttura narrativa molto ortodossa. Credo che questo sia un altro dei motivi per cui si ha l'impressione che si tratti di un racconto mitologico.

Qual Ú stato il suo approccio nella creazione dell'ambientazione?
Morita:
Uno dei temi che avevo in mente era quello di "rappresentare Gundam come Science Fiction per la prima volta", perchÚ credo che il primo Mobile Suit Gundam fosse comunque un'opera strana in termini di SF a causa delle sue particolari origini. Tuttavia anche i Gundam successivi li trovavo poco convincenti come SF.
L'idea di “fantascienza” che volevo costruire era di impostare una visione del mondo e una storia sulla base della scienza e della tecnologia, basandomi su un certo livello di integrità scientifica. Seguendo questa logica, non importa che tipo di emozioni si volesse esprimere, avrebbe comunque costituito la spina dorsale della storia. Non lo dissi a nessuno, e non potevo farlo, ma ci sono parti dell'anime che stavo realizzando pensando “Questo Ú un tema che voglio inserire per me stesso."

Kenichi Matsuzaki mi diceva che quando stava lavorando a "Mobile Suit Gundam", gli era stato ripetutamente detto dal regista Tomino di "non farlo SF", il che mi aveva sempre fatto pensare.
Morita:
Il regista Tomino non Ú contrario alla fantascienza, anzi la ama. È solo che non Ú bravo a gestire i fan della SF 😁 Probabilmente questo Ú colpa della nostra società (Studio Nue) 😁

😁
Morita:
Ad esempio, quando ho presentato il concept del SacktrÀger, l'ho abbozzato in maniera molto stilizzata. Alla fine il design si Ú basato su quello schizzo, col regista Tomino che diceva “Il tizio della Nue lo ha disegnato direttamente così!" 😁 Per lui andava bene anche se era uno scarabocchio, ma non Ú belissimo a vedersi.

A quel tempo ricordo che quando fu rivelato che il mondo dei terrestri aveva l'aspetto dell'inizio del XX secolo suscitò un certo scalpore tra i fan.
Morita:
Ne abbiamo parlato in varie occasioni, ma la Terra Ú solo apparentemente all'inizio del XX secolo... Per esempio, abbiamo deciso fin dall'inizio che anche se lo stile sembrava coloniale, le sue origini erano del tutto diverse. Per esempio, la catena della bicicletta e gli altri materiali strutturali impiegano l'ingegneria genetica, per cui non richiede un grande sforzo di pedalata, e la vernice Ú fatta di materiali fotovoltaici che generano elettricità semplicemente applicandola al muro. Un altro esempio Ú rappresentato dai pannelli solari sui manti erbosi artificiali.
Lo stesso vale per la sabbia che genera elettricità, che perde la sua potenza quando viene utilizzata, ma lavandola con acqua, l'idrogeno in essa contenuto viene convertito in elettricità. Nel passato di questo mondo, ci sono state guerre e disastri, in cui le nanomacchine sono andate fuori controllo e hanno reso parte del territorio inabitabile. In questo contesto, la gente non si preoccupa di come funzionino certe cose e continua ad usarle. Ed il risultato Ú stato quel tipo di società.

Si tratta quindi di un mondo in cui la civiltà Ú stata distrutta, ma la sua influenza rimane sullo sfondo.
Morita:
Anche il regista Tomino lo trovò interessante. Ora che ci penso, ha usato le ambientazioni in modo molto arbitrario. D'altro canto era importante averne un gran numero. Scrivevo il background tecnico del mondo dell'opera quasi come fosse un taccuino della mia immaginazione.

L'ambientazione dei Moonrace invece era in netto contrasto.
Morita:
Il lato Moonrace Ú stato creato per portare in primo piano l'alta tecnologia. Credo che questa sia stata la parte più gratificante del mio lavoro, perché ho potuto creare due diverse visioni della civiltà.

Mi ha particolarmente colpito l'idea del canale sulla Luna.
Morita:
Sì, Ú vero. Quando ho pensato che avremmo dovuto costruire un canale all'equatore e farvi scorrere l'acqua per equilibrare la temperatura, ho capito di aver raggiunto l'apice del mio lavoro 😁

😁
Morita:
Sulla Luna le giornate e le notti sono estremamente lunghe. La differenza di temperatura diventerebbe un problema. Ho quindi deciso di canalizzare l'intera superficie equatoriale della Luna e di utilizzarla come sistema di trasporto del calore. Ho pensato che la civiltà sarebbe stata probabilmente costruita su una struttura che avrebbe mantenuto le temperature del lato giorno e del lato notte il più vicine possibili. L'acqua Ú anche un'importante fonte di ossigeno ed Ú importante che sia esposta alla luce del sole per ottenere calore.
Se vi crescono le alghe, il passaggio della luce del sole Ú ostacolato. Si vede quindi la necessità di professionisti che rimuovano il muschio dai canali.
Queste persone sono esposte a più raggi cosmici, quindi hanno un tasso di esposizione alle radiazioni molto elevato. Si Ú pensato di rendere la loro pelle più scura e più resistente alle radiazioni attraverso l'ingegneria genetica, e questo ci ha portato a Loran. Spesso si pensa a Loran come a un ragazzo di colore, invece appartiene ad una razza geneticamente modificata per resistere alle radiazioni.
E Loran Ú uno dei lavoratori di basso rango della casta degli abitanti della Luna, quindi gli vengono assegnati i compiti più pericolosi. È come se quest'ambientazione si fosse scritta da sola...

È un'ambientazione molto interessante, che potrebbe risultare controversa in questo momento storico.
Morita:
Parlare delle radiazioni Ú sempre stato un argomento controverso, quindi non credo di averne parlato affatto nella serie, anche se ne avevo scritto. Per questo motivo ho realizzato un nuovo simbolo nucleare per la scena in cui il Borjanon recupera la bomba atomica. Non potevamo usare quello originale, quindi l'ho interpretato in un simbolo che facesse pensare a un'arma nucleare.

Sembra che abbia rivoluzionato il concept della Città sulla Luna.
Morita:
Non volevo creare una città a cupola convenzionale. Così ho calcolato la larghezza del canale, quanti metri di profondità aveva, il volume dello spazio creato scavando la terra e la sabbia, la popolazione e così via. Fino ad allora non c'erano state molte produzioni o lavori in cui il volume di una città era stato calcolato e supportato da cifre. Volevo quindi convincere lo staff che non si trattava di una cosa pensata a caso, ma di un'ambientazione convincente.

Anche il termine “storia oscura” Ú diventato di uso comune.
Morita:
Chissà quando Ú accaduto..? Non sono sicuro della linea temporale, ma Ú il fantasy che ha creato l'intero flusso della storia oscura dell'epoca. Va dall'Anno Domini all'Universal Century, dal mondo parallelo di “Gundam” per finire nell'era di “∀ Gundam”.
“∀ Gundam” sarebbe stata l'ultima era di “Gundam”, a prescindere da tutto.
Questo Ú ciò che viene mostrato nel video del passato ai Moonrace. Naturalmente, all'epoca si trattava solo di un documento che non sarebbe dovuto essere reso pubblico, ma per qualche motivo Ú circolato nei negozi di modellismo come materiale promozionale. Mi fece davvero ridere 😁

In effetti, il regista Tomino ha realizzato Reconguista in G ambientandolo nel mondo successivo a ∀ Gundam e, forse perché si tratta della continuazione di ∀ Gundam, ha adottato un'ambientazione simile.
Morita:
Se ci fosse stata qualche influenza residua di ∀ Gundam nel lavoro di Tomino, sarebbe stata una bella storia. Tuttavia, quando "l'acqua che può essere compressa” Ú stata introdotta in G-Reco, ho pensato “Ecco, ci ha ributtato in mezzo il fantasy”. Si tratta di una super-tecnologia.

"La Farfalla del Chiaro di Luna" ne Ú un esempio, ma ritengo che le nanomacchine siano un elemento importante che influenza la storia in termini di ambientazione.
Morita:
"La Farfalla del Chiaro di Luna" non Ú farina del mio sacco, ma in un articolo, K.E. Drexler, sostenitore della nanotecnologia, scrive che se un robot molecolare programmabile andasse fuori controllo, si trasformerebbe in una massa grigia e pastosa simile all'argilla, chiamata Grey Goo, che scomporrebbe tutta la materia ponendo fine alla civiltà...
La farfalla del Chiaro di Luna ne Ú un'estensione. Credo che il motivo per cui il regista Tomino ha tirato fuori questi elementi alla fine sia stato quello di tramandare la storia di Drexler.

Ritengo che la mentalità fantascientifica sia direttamente collegata al racconto.
Morita:
Per esempio, lo Psycho-frame Ú un elemento troppo occulto per me. Quindi, finché sono stato coinvolto, non ho incluso alcun elemento occulto in ∀ Gundam. La Farfalla del Chiaro di Luna invece, pur non esssendo chiaramente spiegata, resta un prodotto della scienza pura, e questa scienza non Ú nemmeno una super-scienza. Anche se si tratta di una tecnologia fittizia, Ú riconosciuta come un'estensione delle basi della scienza moderna.

Com'era l'atmosfera in quel periodo?
Morita:
All'inizio venivo invitato alle riunioni di sceneggiatura, e lo sono ancora, ma a causa della mia personalità tendevo a parlare a sproposito. Ero così invadente che il signor Hoshiyama chiese di non invitarmi più 😁 Ripensandoci, pensai pure io “Effettivamente mi butterei fuori io stesso...”, perché interrompevo sempre tutti, dicendo “No, questa cosa Ú impostata così".

Era difficile trovare il giusto equilibrio.
Morita:
È stata un'opera che mi ha fatto venire voglia di fare tutto quello che potevo. La sceneggiatura non era stata ancora scritta, quindi mi sentivo in dovere di dire “Questo non si può fare a causa dell'ambientazione”. Quando ho iniziato a scrivere io stesso le sceneggiature, avrei voluto chiedere scusa al signor Hoshiyama. Ho iniziato a pensare che le ambientazioni fossero una seccatura 😁

Tuttavia trattandosi dell'ambientazione, le persone tendono a volerla approfondire.
Morita:
Penso che questa fosse la cultura di Sunrise in passato, ma se qualcuno non interviene a una riunione, Ú come se non fosse presente. Sono quelli che dicono “Non sono obbligato a venire”. Quindi, quando vado a una riunione, sono consapevole di dover lasciare un segno. In passato, questa consapevolezza era molto più forte.

L'ambientazione Ú solo un "condimento", giusto?
Morita:
La Sunrise Ú famosa come azienda che crea opere originali, ed Ú lì che ho costruito la mia carriera. Creare opere originali significa che se tutti non continuano a proporre idee, non ne uscirà nulla. In questo senso, la creazione di varie ambientazioni in una situazione in cui la storia non Ú fissata in anticipo ha un grande impatto sul lavoro. Oggi Ú più comune avere prima una storia e poi chiedere alle persone di creare l'ambientazione, ma nel caso di prodotti originali di fantascienza, l'ambientazione sviluppata in anticipo domina la storia. Si sente dal racconto stesso che “Questo Ú l'ambiente che ha dato vita a questa storia”.

È evidente che l'ambientazione influenza la storia.
Morita:
Ci sono sicuramente “idee che nascono dalla conversazione sul momento”, il che rende interessanti gli incontri sui lavori originali. Per me, questo Ú il punto più interessante nella creazione di un'opera. L'idea di Dianna e Kiel che si scambiano di posto Ú nata durante uno di questi incontri. Per me Ú davvero emozionante quando le idee alla base di un'opera come questa nascono da una reazione chimica, e solo in una serie originale questo può accadere.

Quali impressioni ebbe una volta vista l'animazione?
Morita:
Ho ricontrollato l'anime dopo che mi Ú stato chiesto di fare questa intervista, e l'ho trovato interessante.
Ci sono molte informazioni e i disegni sono estremamente elevati anche per gli standard dell'animazione di oggi.
Soprattutto, l'intera opera Ú ricca di cultura. Il racconto finale, “Autunno Dorato”, ha una quantità spaventosa di informazioni e una struttura formidabile. Anche la distanza tra Loran e Sochie Ú molto chiara, e sono certo che quella non Ú la fine della loro relazione. È l'ultimo episodio, ma fa pensare, “Ah, in fondo la loro vita da adolescenti continua."

A 25 anni dalla sua messa in onda, cosa significa per lei "∀ Gundam", Morita-san?
Morita:
All'epoca della produzione, io stesso non ne ero consapevole e una delle cose che avrei voluto fare era renderlo più militare, trattandosi di un Gundam. Questa reazione ha portato a Mobile Suit Gundam SEED e alla sua ambientazione pesantemente militare.
Ma dopo 25 anni, mi sono finalmente reso conto che la mentalità del “perché Ú Gundam” era completamente scomparsa, e quando ho guardato ∀ Gundam come pura e semplice animazione, ho pensato che avesse raggiunto uno straordinario livello di perfezione. Se mi chiedete di nominare un'opera che possa competere con essa, non me ne viene in mente nessuna.

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