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WHAT THE GUNDAM?!

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Quest'oggi vorrei intrattenervi con alcune riflessioni fatte su Gundam in questi giorni, in virtù delle reazioni scaturite dalla trasmissione di Gundam Build Divers, dalle chiacchierate in fiera, dagli annunci delle nuove serie in vista per il quarantennale, dai risultati del sondaggione sui 40 anni di Gundam di NHK.
Voglio togliermi un pò di sassolini dalla scarpa, e spero sarete indulgenti con gli sproloqui di una vecchia che si sente gggiovane.

Me ne frego del Talebano, il Robottone trionferà! Se non trionfa sarà un bordello, con spade laser e leoni a man--!


Il "Realismo" in Gundam

Quante volte lo avrete sentito dire? "Gundam ha portato il realismo nelle serie robotiche ed Ú il primo anime del genere real robot".
Ormai lo diciamo quasi automaticamente, tanto da farne una sorta di dogma e impallidire davanti a Gundam che volano o Gundam che si uniscono... La conseguenza Ú che se un mecha non Ú disegnato come uno scatolone, "Non Ú Gundam".

Partiamo quindi da qualcosa che ci dovrebbe venire più facile capire, ad esempio, "Cos'Ú Gundam".
Gundam vede la luce nel 1979, dopo che la Sunrise decide di far soldi proponendo una storia simile a quella de La Corazzata Yamato, ovvero un racconto fantascientifico incentrato sulle vicissitudini emotive dei personaggi, seppur nel quadro di una cornice fantascientifica piuttosto rigorosa.
Tuttavia, per trovare l'appoggio di sponsor ed emittenti televisive, che i soldi con la Sunrise li facevano grazie ai robottoni, il presidente della Clover, l'allora Shichiro Komatsu, decise di aggiungere un mecha nella trama per giustificare la vendita di giocattoli.
Leggenda vuole che uno dei produttori del tempo, Eiji Yamaura, non sapendo dove sbattere la testa, chiese aiuto a Haruka Takachiyo, fondatore dello Studio Nue e consulente per il background fantascientifico di Gundam per qualche dritta; fu così che fu fatto il nome del romanzo Fanteria dello Spazio, ma fu anche così che agli schizzi di Ken'ichi Matsuzaki delle "Powered Armor" furono preferiti i "Mobile Suit" disegnati da Okawara, più compatibili col gusto giapponese dell'epoca.

In pratica, tutta la storia di Gundam non Ú altro che un continuo "compromesso" tra generi differenti e gusti differenti.

Gundam non ha inventato la fantascienza in Giappone, non ha inventato il genere militaristico, e tanto meno non Ú stata la prima serie in cui si prende in questione la fondamentale stupidità della guerra dipingendone il dramma nella popolazione.
L'originalità sta che tutte queste cose sono inserite in una storia di "super robot", che solitamente seguiva una determinata "mitologia", ma faceva sempre parte dello stesso genere che compone il minestrone dell'intrattenimento "fantastico" nipponico, di cui fanno parte anche Kamen Rider, Mazinger o Godzilla, per citarne alcuni.

"Gundam-- VINCE!"


Insomma, Gundam ci sembra "realistico" non perchÚ effettivamente lo sia, ma perchÚ utilizza un "approccio realistico" nella spiegazione della "mitologia robotica".

Ad esempio, quando il Gundam nel primo episodio taglia a metà uno Zaku con la sua spada laser, non fa niente di differente da un Mazinger qualunque: guardate la scena, l'iconografia del mecha protagonista che attraversa il nemico dandogli le spalle, lasciandolo esplodere a mezz'aria dopo quell'interminabile secondo di pausa: Ú quello a cui i bambini giapponesi sono abituati da mezzo secolo.
Oppure, guardate la famiglia Zabi, che ricalca la formula dei "generali" alieni che cercano di farsi le scarpe uno con l'altro, o l'architettura del palazzo governativo di Zum City, Capitale di Zeon, a forma di capoccione mecha-demoniaco. Fa tutto riferimento ai tre milioni di anime di robottoni usciti prima di Gundam.

La cosa "strana" Ú che per la prima volta ci si prende la briga di spiegare queste cose in maniera "plausibile": quindi il Gundam ha una corrazza particolare che lo rende resistente a certi attacchi che viene fabbricata in un certo modo, ha un sistema operativo originale che gli permette di rispondere con più prontezza ai comandi del pilota e migliorare con l'uso, la psicologia di alleati e nemici viene analizzata con più precisione.
Per la prima volta inoltre, queste "spiegazioni" non venivano fornite nella serie, dove venivano solo accennate o mostrate nelle conseguenze (pensate ai proiettili che esauriscono o al Mobile Suit che si "scarica" dopo aver portato troppi attacchi di un certo tipo che consumano energia), ma condivise e diffuse con la complicità della stampa specializzata.
I ragazzi che compravano la rivista Animec con i suoi inserti esclusivi e i disegni preparatori, rimanevano stupiti di sapere che oltre che "Gundam", il robot protagonista fosse identificato come "RX-78-2", con una nomenclatura quasi fosse un carrarmato o un caccia qualunque.

L'iconico quanto non tanto "realistico" palazzo governativo di Zum City.
Erano piacevolmente sconcertati di trovare dati riguardo il peso, la potenza dei reattori o il calibro dei proiettili.
La "magia" di Gundam però, più che del genere "real robot" in generale, quindi, o in tutte le spiegazioni che ti possono fornire su una rivista, sta in questo: che sei cosciente che Ú solo una macchina, ma per te assume un significato speciale-- PerchÚ il Gundam rispetto a tutti gli altri Mobile Suit rimane comunque "speciale": Ú il mezzo che accompagna Amuro per tutta la durata della serie, anche se alla fine viene distrutto, ma dopo un onorato servizio.
E' un'impressione inevitabile, ereditata dalla percezione dei super robot, a cui Gundam, nonostante l'impronta realistica, strizza l'occhio.

Nella serie TV questa "mitologia" Ú anche confermata dal nomignolo che viene affibbiato al Gundam dai nemici, il "Demone Bianco". Questo rende il Gundam "un simbolo": un simbolo di speranza per gli alleati, ma anche di oppressione per i nemici.
La Bandai non Ú la società giapponese più potente o ricca del Giappone, eppure nessuno a Tokyo si Ú opposto all'erezione di una statua in scala reale nel mezzo di Odaiba, nessuno ha considerato l'idea di farlo camminare e di indire un contest internazionale in proposito come una buffonata, così come nessuno ha esitato a utilizzarlo come promoter delle Olimpiadi 2020 di Tokyo. Eppure Ú un cartone animato. E' una macchina. E' un pupazzo.

Evidentemente non Ú così, ed evidentemente ci piace chiuderlo in un comodo cantuccio, il cantuccio del "realismo", perchÚ così ci sentiamo più pragmatici, più maturi o "adulti" degli altri. Come se smettere di "fantasticare", di "immaginare risposte plausibili per delle assurdità" ci renda migliori degli altri. In realtà Gundam, ma anche la fantascienza in generale, non sono altro che questo: "immaginare risposte plausibili per delle assurdità".
Quindi se esce fuori G Gundam "E' Gundam", se esce fuori Gundam W "E' Gundam!", se esce fuori Gundam OO "E' Gundam!! (anzi, IO SONO GUNDAM!!)" e se escono fuori Iron-blooded Orphans e Build Divers, "Continueremo a chiamarlo Gundam"...
Abbiamo deciso che questa cosa di Gundam sta sfuggendo di mano alla Sunrise. Ma magari Ú semplicemente sfuggita di mano a noi.


I "Cattivi" di Gundam

Un'altra idea piuttosto diffusasi negli anni Ú che in Gundam non esistano "buoni e cattivi", ma tutto sia immerso in un'indistiguibile zona grigia. Tutti combattono per motivi che ritengono giusti, ma nessuno di loro Ú fondamentalmente "cattivo".
Questa impressione Ú data dalla meravigliosa caratterizzazione di alcuni personaggi, incastonati per sempre nella perfezione dell'animazione giapponese, come l'intrigante Char Aznable o il tragico Ramba Ral... Visto che sia Char che Ramba sono tra le fila degli "antagonisti", ma a noi piacciono tanto e tutto sommato hanno una caratterizzazione da "persone decenti", abbiamo l'impressione che questi tizi di Zeon, beh, tanto male poi non siano, quindi di conseguenza, "non sono cattivi".
Invece certo che esistono "cattivi" in Gundam. Ci sono sempre stati. E sono il motivo per cui in Gundam si combatte, c'Ú più di una guerra e la gente muore.

Titans brava gente.
Ed anche Char e Ramba sono loro "vittime".

A partire dalla serie classica quindi, mi viene difficile non vedere in Gihren Zabi un "cattivo". Solitamente il fan medio giustifica le sue azioni con l'oppressione federale delle Colonie, ma in realtà di quello si occupavano già Deikun e Degwin. Gihren, contrariamente al padre, Ú quello che fomenta i semi della guerra, e impedisce e boicotta ogni trattativa diplomatica che porterà poi non solo alla disfatta, ma a una continua serie di battaglie e conflitti che costelleranno un pò tutto l'Universal Century.
Quando il gunota medio mi parla di Zeta come di un capolavoro, sinceramente non so dove decida di infilare questo concetto di "mancanza di buoni e cattivi" che spesso sembra così fondamentale, perchÚ dai, i Titans non sono altro che dei "cattivi" di uno stampo che più becero non si può. Arroganti, superficiali, ognuno con una personalità più orrenda dell'altro, da che parte della storia decidono di schierarsi Ú già chiaro da come bistrattano Bright "Slap" Noah.
Non venitemi a dire che il Char de Il Contrattacco di Char Ú un sant'uomo che ha a cuore l'evoluzione umana, guardatemi in faccia e ditemi che Syam Vist non sia un opportunista figlio di puttana, o che i tizi della Crossbone Vanguard o dell'Impero di Zanscare agiscano per il bene della popolazione e non per fini prettamente egoistici.
E se vogliamo entrare nel merito degli Universi alternativi, cosa ne dite di Wong e del Maggiore Ulube, del Duca Dermail e di Dekim Barton dopo di lui, parliamo di Azrael e Ali Al-Sacheez, o anche solo di Ribbons Allmark.

Per forza di cose deve esserci un "cattivo" in Gundam. E spesso e volentieri ha anche ruoli di spicco, soprattutto nelle dinamiche della trama... Quindi boh. Semmai spiegatemi voi cosa intendete per "cattivo", a parte il Joker di Batman.


"La Gloria dei Perdenti"

Questo Ú un altro argomento che mi sta a cuore, e nel quale, a mio avviso, giace molto del fascino di Gundam.
Il discorso Ú saltato fuori durante una delle chiacchierate al Romics, in virtù delle critiche ricevute da Iron-blooded Orphans. Ora, se IBO non Ú una delle mie serie preferite al momento poco ci manca, quindi la faccenda mi ha piuttosto infervorato.
La frase che mi ha molto colpito Ú stata "Per me Gundam Ú la storia di cinque ragazzi, io sono rimasto a Wing, che cambiano il mondo, quindi per me un finale come quello di Iron-blooded Orphans Ú inconcepibile". E', tuttavia, una frase che mi ha fatto tenerezza, ma che mi ha fatto anche riflettere.
Che IBO sia una serie più "catartica" che altro Ú abbastanza evidente dai vari "indizi" sparsi lungo la serie; in breve, il messaggio della Okada o chi per lei, Ú di non perdere di vista il proprio obiettivo nella vita, ed alzare la testa invece di continuare a cercarlo nel fango: Mikazuki alla fin fine voleva fare il fottuto contadino, non pilotare un mecha. E decide di "andarsene con una fiammata" non tanto e non solo per rimanere coerente al tragitto tracciato da Orga, ma soprattutto dopo essersi reso conto che a quel punto "non c'era più spazio per lui nel mondo immaginato da Kudelia".
In breve, sì, ci rimaniamo male perchÚ ci rendiamo conto che tutto ciò che ha fatto il Tekkadan fino a quel momento Ú stato sbagliato: alleanze sbagliate, obiettivi sbagliati, ma soprattutto un approccio alla vita sbagliato che non era altro che quello inculcatogli da quegli stronzi che li hanno sfruttati sin dall'inizio, da quel mondo "sbagliato" che costringe alla violenza per sopravvivere.
I ragazzi del Tekkadan che riposano sotto quella lapide dissacrata non hanno "vinto", ma la loro vittoria dovrebbe essere nella nostra consapevolezza che spesso una piccola gioia legata ai nostri desideri Ú più importante di un grande sogno inculcatoci da altri.

"Nonno, ma cosa fanno questi minchioni? Non si era detto che la guerra
era finita..?"


Il messaggio di Gundam W Ú lo stesso. Quei cinque poveracci non sono affatto convinti di andare a distruggere la Terra per imporre il dominio delle Colonie, anzi, e nella confusione generale se la prendono con i primi che capitano, OZ, innescando un tragico conflitto su larga scala che si sarebbe potuto tranquillamente evitare.
Alla fine, sia della serie TV che di Endless Waltz, la loro battaglia non viene interpretata, rispettivamente da Lady Une e da Dorothy, come una cosa buona e giusta ma come una "battaglia da perdenti" destinata a finire male se l'umanità, gli spettatori, noi stessi, non ci rendiamo conto che i cambiamenti non si fanno aspettando qualche poveraccio che viene a morire per noi per "salvarci", ma che per la salvezza, la pace, la tolleranza e il rispetto, cose di cui Ú facile parlare ma difficile da mettere in pratica, serve il nostro impegno in prima persona.
Insomma, i cinque ragazzi da soli non cambiano proprio niente, il mondo cambia perchÚ la gente vuole che cambi.

Questo messaggio appare non solo in serie più moderne, come Wing, OO e IBO, ma soggiace anche nella serie originale. Amuro non Ú "un figo" o "una macchina da guerra", come ogni tanto lo sento descrivere, Ú un ragazzino spaventato, costretto in una guerra che di certo non vuole, e che farebbe molto volentieri altro piuttosto che vedersela ad ogni puntata contro quell'altro fallito di Char.
La fuga da Ao Baoa Qu non avviene sotto le fanfare di un vincitore, ma ha le note dolci e confortanti del "ritorno a casa" tra le braccia dei compagni di viaggio dopo essersela scampata per puzza e per miracolo. In Gundam non vengono mai glorificate le battaglie, nÚ i loro risultati, che invece lasciano ancor più confusione e tristezza nel cuore dei protagonisti.
Il motivo per cui in Gundam i nemici non sono "alieni invasori", contro il quale Ú certamente più facile ed ovvio provare un comune senso di "avversione" in vista di un'epurazione della nostra specie, ma altri esseri umani, Ú una scelta precisa che mette lo spettatore davanti la stupidità dei conflitti, a partire dalla nostra esperienza storica.
"Gli stupidi imparano dall'esperienza, i saggi imparano dalla storia", o qualcosa di simile, diceva Bismarck. Il nostro cuore certamente simpatizza con la stupidità dei "perdenti", ma Ú nel nostro animo che impariamo dalla loro tragica esperienza, proprio per non comportarci da stupidi a nostra volta.


Nostalgia Canaglia

So che adesso mi infilerò in un argomento tabù che mi farà odiare dal 70% del fandom gundamico, ma davvero non ne posso più della serie storica del 1979. E ne ho le palle piene di Char Aznable.
O meglio, non ne posso più di questa mitologia misto-nostalgica secondo la quale le cose vecchie sono migliori di quelle nuove.

E' un messaggio che di fondo trovo abberrante con tutto il mio essere, che leggo come un "tanto valeva essere morti nel 1979, cosa posso mai aspettarmi di meglio nel futuro, che sarà invariabilmente abitato da bimbiminkia?"
Personalmente, questo atteggiamento di disprezzo verso le nuove generazioni lo vedo in tutti i campi della vita umana, e francamente, non ne capisco le cause, a meno che non si voglia tirare in ballo l'invidia e l'inadeguatezza del vecchio davanti al nuovo, il suo innato senso di "sospetto" verso ogni novità.
PerchÚ la pensiamo così? PerchÚ i genitori fanno studiare i figli per poi rinfacciargli che non capiscono niente, perchÚ sviluppiamo smartphone, robot e macchine che guidano da sole per poi lamentarci della mancanza di responsabilità o dei deficit emotivi dei nostri figli?
A me pare che deficit emotivi, bullismo, mancanza di responsabilità e femminicidi ci fossero anche anni, decenni e secoli fa. Magari ne Ú cambiata semplicemente la nostra percezione, e il fatto che adesso li riconosciamo come "problemi" invece che cose ovvie, e magari Ú anch'esso il risultato di un "progresso" che stentiamo a riconoscere.
A me inquieta non poco tutto ciò, perchÚ mi dà l'idea di una "competizione" tra generazioni: la puntiamo sul fattore dell'"esperienza", quando questa esperienza in realtà non significa niente, in questi giorni e in questi tempi: in natura non vince il "più forte", ma chi si "adatta" meglio.

L'animazione, l'intrattenimento, Gundam, seguono anche loro questo processo.
Nel 1979 aveva senso un personaggio come Amuro Ray. Ma negli ultimi anni, "la natura" dei protagonisti Ú cambiata. Tuttavia, ci accomuna l'eterna ricerca del nostro posto nel mondo.
Come sono i bambini, i ragazzi di oggi? E cosa desideriamo non solo per loro, ma anche per noi stessi? La mia impressione generale, Ú che le nuove generazioni siano molto più "sveglie" di noi, più attive, motivate. Sanno già cosa vogliono, ma non hanno chiaro come ottenerlo, proprio come noi alla loro età, in fondo: a noi, a sentire i TG, sembrano desensitivizzati e superficiali, ma probabilmente sono in realtà molto più "sensibili" di come eravamo noi, più emotivi e ricettivi. E questo può essere una cosa buona, come può essere negativa: perchÚ questo fa aumentare insicurezze, inadeguatezze, sfiducia verso il futuro. E ce li fa sembrare più fragili e inconsistenti di come eravamo noi, molto più rustici e bovini nell'educazione ricevuta.

Ed in questa cornice, arriva lui, il "girellaro", che dice che "si stava meglio quando si stava peggio", e niente batteva il guardare la TV il pomeriggio mentre si ingurgitavano merendine che sapevano di cioccolata ma solo Dio sapeva che c'era davvero dentro.

Un bel ritratto dei "bei tempi che furono" al MACRO GRADE.

Quindi io mi trovo davanti dei ventenni che mi dicono che la loro serie preferita Ú Zeta, ma ad indagare più a fondo ammettono che gli piaceva di più Wing. PerchÚ devo sentire queste cose?
PerchÚ un ragazzino deve "vergognarsi" di essere un ragazzino? Ma soprattutto perchÚ un ventenne dovrebbe citare un cinquantenne?!
La verità Ú che i cosidetti "girellari" guardavano serie adattate di merda, con nomi approssimatizzati, scene riscritte, sigle raffazzolate alla buona e meglio che spesso e volentieri praticamente nulla avevano a che fare con i contenuti dell'anime in questione... E ancora oggi credono che tutto ciò fosse "bello". Ne fanno un dogma, di come gli anime di decenni fa fossero migliori di quelli di adesso. E la cosa peggiore, Ú che se tiri in ballo una nuova edizione, un nuovo doppiaggio, un nuovo adattamento fedele all'originale, iniziano a sbavare come cani rabbiosi. "Chi Ú Amuro Reiii?! Si chiama PETERREIII..!"
Considerate ad esempio l'eterna diatriba tra chi persiste a pronunciarlo "Gundam" invece di "Gandam". Ma guarda un pò se "Evangelion" non lo pronunci "Evanghelion" come fioccano, giustamente, le prese per il culo!

Quindi io vi chiedo, ma state davvero proteggendo la qualità dell'animazione dei bei tempi andati, o state semplicemente cercando di proteggere i vostri preziosi ricordi d'infanzia, ergendoli ad inespugnabile cittadella medievale..? Non Ú il caso di introdurre un pò di energia elettrica o di acqua corrente?
In tutto ciò, non voglio sminuire il contributo che noi "vecchi" dobbiamo dare ai giovani, e di certo non voglio sminuire i classici del passato (ovvio che la serie storica sia collocata in un Pantheon tutto suo), ma mi piacerebbe che invece di trasmettergli anacronistiche prese di posizione, fossimo in grado di togliergli un pò di stupidi meme dalla testa, invece di aggiungerne di ancora più idioti.
Diffondere, informare, aprire gli occhi su ciò che si ignora, lasciare che la "natura" di questi protagonisti faccia il suo corso: dobbiamo "nutrire" queste giovani generazioni, non atrofizzarle in tanti inutili noi stessi del passato.

...O sbaglio?

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