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Le Conseguenze dell'Ignoranza: Tre Protagonisti, Tre Destini

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Questo articolo si collega al precedente contributo sui Mass Media e il loro uso in Gundam e ne fa un pò da corollario; prende in esempio la storia e il comportamento di tre protagonisti gundamici e ne mostra le conseguenze di un'informazione e formazione scorretta.
L'obiettivo di questo post Ú analizzare come alcuni dei piloti di Gundam (i protagonisti, quindi, non dei personaggi minori o degli antagonisti) mostrano durante la serie di essere vittime più o meno involontarie di un certo tipo di ignoranza, quali conseguenze questo porta e quali sono le loro reazioni una volta realizzata la realtà dei fatti.

Andiamo in ordine cronologico e iniziamo dal primo esempio degno di nota, Shinn Asuka da Gundam SEED Destiny (2004).
Nell'interpretazione di Fukuda e della Morosawa, Shinn rappresenta il ragazzo comune "dei tempi moderni". E' un ragazzo che ha vissuto una vita pacifica, ha ricevuto una buona istruzione, Ú insomma il protagonista che più punti in comune ha con lo spettatore. Tutta la tranquillità in cui ha vissuto finora questo personaggio, tuttavia, verrà distrutta dallo scoppio del conflitto mostrato nel precedente Gundam SEED (2002), e questo modificherà pesantemente il suo carattere e il suo modo di vedere le cose.
Nella sua "normalità", Shinn non ha informazioni o competenze per "digerire" ciò che ha vissuto, per reagire in maniera "sana" allo scoppio di un conflitto che non aveva neanche idea esistesse al di fuori del suo paese pacifico.
La sua Ú quindi una reazione di "pancia" in cui identifica un colpevole, il più ovvio dal suo punto di vista, e su questo sfoga tutto l'odio risultato da un estremo senso di impotenza e inadeguatezza.
Shinn non Ú interessato a conoscere "la verità", non gli interessano le ragioni del conflitto, e neanche chi lo ha iniziato o chi manipola gli eventi dietro le quinhte. A Shinn interessa solo "punire i colpevoli" identificati con chi lo scaraventa fuori della sua "normalità", che si confermino i suoi pregiudizi, che venga lodato e appoggiato per questo. Si unisce quindi a ZAFT, nemico diretto di chi "gli ha rubato tutto", ed in seguito Ú ben felice di unirsi alla squadra FAITH, non tanto per ciò che rappresenta ma perchÚ presantatagli come "un'elite".
Shinn a fine serie Ú talmente "convinto di essere convinto", che pure quando viene messo a conoscenza del folle Destiny Plan, nonostante le ovvie titubanze, si fa convincere facilmente della bontà del progetto, proprio perchÚ ormai completamente ingarbugliato nelle sue convinzioni-- A quel punto Ú più facile essere imboccati da chi conferma il percorso intrapreso finora invece di metterlo in discussione.
Un punto Ú comunque da sottolineare: Shinn non Ú "cattivo" perchÚ incapace, perchÚ spinto da un senso di inferiorità verso i suoi avversari, come accade di solito nelle serie gundamiche: Ú il pilota più potente e pilota il Gundam più figo. A dire il vero non Ú neanche "cattivo", Ú solo un ragazzo che si preoccupa della sua famiglia, della persona che ama e dei suoi amici, come tutti. Spesso durante la serie afferma di combattere proprio per evitare lo scoppio di un nuovo conflitto. PerchÚ quindi la nostra "percezione" Ú quella di Shinn come di un personaggio "problematico", di un "antagonista" invece che di un "protagonista", addirittura?
Questo dipende dal suo comportamento, dal suo atteggiamento intollerante e insofferente che ci colpisce in maniera diretta, quindi tendiamo a metterci dalla parte di chi subisce i suoi sfoghi (Cagalli, Athrun--) piuttosto che dalla sua.
Ma quanti di noi si comportano come Shinn? Quanti di noi prediligono e condividono informazioni che "ci fanno comodo" perchÚ confermano le nostre opinioni? Quante volte preferiamo ignorare le ragioni altrui, informarci, o ampliare il nostro punto di vista per sentirci "forti" e "completi" nel nostro piccolo universo--?
Shinn avrà il suo scontro decisivo con la sua vera nemesi, quell'Athrun considerato un "traditore", che lo metterà davanti all'evidenza dei fatti: il potere non va' utilizzato per armare il braccio di un ideale, per perseguire la vendetta, ma deve essere guidato dalla consapevolezza delle proprie azioni, che ciò che si fa punti effettivamente a un progresso e non alla sua negazione.
--Ad oggi, il pianto disperato di Shinn tra le braccia di Lunamaria, Ú una delle scene più vere e intense di "presa di coscienza", di rinascita, di un personaggio.

Il secondo personaggio che voglio analizzare Ú Soran Ibrahim (forse più noto come Setsuna F. Seiei!) da Gundam 00 (2007).
Se per Shinn il tentativo era di avvicinarsi alla generazione di oggi per dialogarvi direttamente, qui Kuroda decide di puntare su uno dei grandi temi gundamici, lo sfruttamento dei ragazzini in tempi di guerra, con la figura del "soldato bambino" tanto cara già a Tomino.
Lo spettatore Ú quindi portato a guardare fuori di sÚ, e giudicare obiettivamente la crescita di un personaggio che non ha nulla a che spartire con la sua esperienza di vita, anche nel tentativo di renderlo più partecipe di cosa succede nel mondo attorno a lui. Si sceglie quindi lo strumento del "romanzo di formazione" per mostrarci la crescita del nostro protagonista.
Essendo nato in medioriente, Soran Ú stato da sempre circondato da una condizione di conflitto e combattimento. La sua giovane mente impressionabile Ú stata circuita dal "maestro" Ali Al-Saachez, un mercenario che si atteggiava a filosofo e padre spirituale, quando il suo obiettivo era in realtà assoldare giovane carne da macello da utilizzare nei prossimi conflitti.
Soran, affascinato dai discorsi sul divino, si offre con fiducia agli insegnamenti di Ali, finendo presto vittima di un feroce lavaggio del cervello che lo porterà all'uccisione dei suoi genitori, una prova folle del suo volersi affrancare dalla vita terrena e seguire gli ideali della dottrina.
Quello dell'indottrinamento Ú un altro tema molto frequente quando si tratta il tema della manipolazione delle informazioni, ed Ú quello che porta le conseguenze più gravi: chi la subisce, soprattutto in tenera età, ha infatti un sistema di analisi e giudizio pesantemente carente, anche a causa della mancanza di istruzione e ovviamente di esperienza, quando non si nutre e pasce di comprensibili sentimenti di vendetta e rappresaglia.
Il caso di Soran ha ovviamente tutte le caratteristiche del "miracolo": in primo luogo, riesce a sopravvivere, quindi ha la possibilità di confrontarsi col destino dei suoi "compagni"; in secondo luogo, il "Gundam" appare nella sua vita, proprio mentre constatava l'inesistenza del "dio" di cui tanto aveva sentito parlare da Ali.
Si può dire che in un certo senso Setsuna, in un tentativo di legittimazione personale, sovrascriva il "Gundam" al dio predicato da Ali, cercando di supplire alla delusione del primo indottrinamento con un secondo. Durante la serie, in effetti, nonostante sia guidato da ideali corretti e prese di posizione oggettivamente "giuste", sembra mancare di quella comprensione di un ideale di giustizia che tuttavia riesce a intuire.
Un importante punto di svolta nel personaggio avverrà col suo ritorno nelle sue martoriate terre: qui vivrà nuovamente le crudeltà del suo passato, e sarà costretto a confrontarvicisi, con esiti drammatici: "Io non sono Gundam", realizzerà dopo aver ucciso una seconda volta "dei suoi compagni", avendo l'evidenza e la certezza di star commettendo degli errori nonostante i suoi buoni propositi.
Se per Shinn "l'impotenza" Ú la causa del suo deragliamento comportamentale, qui invece, per Setsuna, Ú il primo passo verso una genuina comprensione di sÚ, che parte quindi dalla presa di coscienza dei suoi limiti.
L'abilità di realizzare i propri errori, le proprie carenze e cercare un modo di porvi rimedio Ú parte di quel "miracolo" di cui si parlava, e che probabilmente rende Setsuna il protagonista gundamico più positivo e se vogliamo "utopico".
La sua ricerca, la sua curiosità, quel continuo tentativo di "dialogare" che sfocerà poi nell'apoteosi dell'"Innovator" Ú probabilmente il tentativo più lineare e ben riuscito di proporre allo spettatore un racconto edificante che facesse da esempio, pur appassionando.

Infine, ultimo esempio, e forse più rappresentativo, Mikazuki Augus in Gundam Iron-blooded Orphans (2015).
Mika riprende in toto la "backstory" di Setsuna, ma riesce a condurla in un contesto ancora più distopico introducendo l'atteggiamento con cui si guarda ai soldati bambini-- Il termine derogatorio "detriti umani", implica infatti una posizione anche inferiore a quella di uno schiavo, o del bestiame.
Partendo da questo presupposto, diventa anche difficile per Mika comprendere l'impegno di Kudelia per avvicinare i ragazzi del Tekka all'istruzione, o alla gestione del denaro. Fin da subito, in effetti, dopo un'adrenalinica prima stagione, c'Ú l'impressione che i nostri eroi non faranno una bella fine, presagito dai logoranti episodi legati alla guerriglia sulla Terra che fanno da prologo al "declino" dei nostri.
Qui, il discorso diventa ancora più complesso, e prende in esame un altro aspetto dell'ignoranza: la volontà a non voler capire, l'analfabetismo come caratteristica della personalità, le "competenze" come inutile bagaglio prerogativa di "chi comanda".
A fare da contraltare, ma in maniera sempre equivalente, abbiamo Orga, che in quanto "capo" deve studiare, quindi indossare una giacca e vedersela con il "paperwork", ma anche per quanto riguarda questo personaggio, l'incapacità di leggere la situazione e di porsi un obiettivo sensato, non stupisce che la destinazione sia il fallimento.
Infatti, Iron-blooded Orphans Ú la prima serie in cui i protagonisti muoiono (il primo Gundam in assoluto dove muore il protagonista Ú in realtà Il Contrattacco di Char, ma in quel caso si tratta di un lungometraggio, fatalisticamente conclusivo), e non muoiono "semplicemente" perchÚ alle prese con un avversario più forte o "più giusto" di loro, o meglio ancora, per sacrificarsi per il bene dell'umanità, muoiono per manifesta incapacità di vivere.
Sembra forse un pò eccessivo voler imputare certe colpe a Mika e Orga, ma seguendo "la morale" dietro una narrativa solo apparentemente realistica, chi Ú che muore nel Tekka, e chi sopravvive? Sopravvive chi ne scappa, chi se ne allontana e decide di prendere posto nella società-- Takaki, Eugene, Yamagi, Zack, Dane si distaccano dai loro compagni per seguire un'altra via, riconoscono la possibilità di una vita al di fuori della prigionia del campo di battaglia. Non Ú quindi neanche un caso, se il primo lutto del Tekka sia proprio Biscuit, il personaggio probabilmente più maturo e responsabile: getta via la sua possibilità quando abbandona le sorelle e il suo futuro per seguire Mika e Orga nella loro sconclusionata battaglia-- Nega del tutto il suo potenziale.
In questo caso quindi, non abbiamo a che fare con un ragazzino che vuole avere ragione, e filtra solo le informazioni che gli interessano, come Shinn, o un bambino manipolato da un adulto per proprio interesse: la tragicità della situazione di Mika Ú che si tratta di un bambino fondamentalmente ignorante che sceglie di restare ignorante perchÚ "Ú più comodo così". E' una posizione terrificante ma più popolare di quanto si creda, e che non coinvolge solo casi eclatanti di "scugnizzi" e "piscitielli".
Quante volte preferiamo "lasciar correre" o "farci trascinare dalla corrente" dandoci anche qualche aria zen o fatalista? Quante volte procrastiniamo decisioni importanti, o non ci curiamo delle conseguenze delle nostre azioni, supponendo che "le cose si aggiusteranno" o che, "visto che siamo noi" cosa "potrebbe mai succedere"--?

Scegliere di non pensare, o supporre che spesso e volentieri non sia necessario, perchÚ ci si affida al "sentire comune" o perchÚ alcune prese di posizione ci sembrano giuste in base alla nostra esperienza limitata, non Ú mai una buona idea e difficilmente ci porta a conclusioni gradevoli. Visto che saperlo Ú più necessario di quanto di creda, Gundam ci ricorda anche questo.

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