Nonostante la fuffa e il sovraffollamento turistico, Tokyo sa offrire ancore delle gemme preziose a chi si prende la briga di cercarle.

Sono capitata alla
Biblioteca dei Manga e delle Sottoculture, che raccoglie le collezioni di Toshio Naiki e Yoshihiro Yonezawa, per
una mostra sui manga che hanno ispirato Katsuhiro Otomo (e
di cui vi parlerò altrove), e sono finita a fissare copertine di manga e riviste di più di 70 anni fa interrogandomi e fantasticando, non tanto su
Gundam, ma su cosa può aver contribuito a ispirare e formare chi lo ha creato e che continua a portarlo avanti.
In questo report, quindi, non vi parlerò tantissimo della Biblioteca in sè, di cui per motivi di tempo ho visitato solo lo spazio al primo piano aperto al pubblico per la mostra, ma includerò le mie riflessioni e considerazioni su ciò che ho potuto vedere.

Come vi dicevo in apertura, questo stabile raccoglie le collezioni di due personaggi immensi del sottobosco otaku, organizzate nella
Biblioteca del Manga Contemporaneo (現代マンガ図書館), che raccoglie i manga e riviste conservati da Toshio Naiki, e la
Biblioteca dei Manga e delle Sottoculture dedicata alla memoria di Yoshihiro Yonezawa (米沢嘉博記念図書館), dove sono invece archiviati centinaia di
doujinshi e pubblicazioni preservate dal nostro.
Toshio Naiki, quando era ancora uno studente universitario, dopo il suo trasferimento a Tokyo aveva aperto una libreria che "affittava" manga, la primissima forma di intrattenimento pop nel Giappone del dopoguerra.

I manga allora erano molto differenti da come li conosciamo noi, e non godevano di una distribuzione capillare come adesso. I capitoli delle storie, raccolti separatamente, venivano quindi rilasciati settimanalmente o mensilmente, e i lettori li affittavano per leggerli per poi restituirli alla libreria, una pratica comune sin dai tempi delle raccolte di stampe di
ukiyo-e.
Resosi conto della difficoltà di preservare certi materiali nel tempo, nel 1978 Naiki fonda la Biblioteca del Manga Contemporaneo, che raccoglie e conserva la sua incredibile collezione di manga d'annata.
Yoshihiro Yonezawa, dal canto suo, è stato un collezionista e lettore avido, impostosi come saggista di spicco delle cultura manga grazie alla pubblicazione di studi leggendari che per la prima volta affrontavano il tema dei generi e delle sottoculture manga con il cipiglio dell'accademico.

Sostenitore delle pubblicazioni amatoriali come "vera" espressione del linguaggio manga e della passione creativa dei fan, nel 1975 sostenne come uno dei fondatori la nascita del mitico
Comic Market, contribuendo a impostarlo come il più grande fenomeno di massa
otaku dei giorni nostri.
Con la sua morte nel 2012, la sua collezione è stata unita a quella di Naiki nella forma che vediamo adesso.
Sul percorso per la Biblioteca, sfiorerete la sede centrale della Meiji University.

Non è un caso, perchè l'edificio appartiene proprio all'Università ed è parte di essa, tanto che i suoi studenti hanno accesso gratuito alla sua collezione.
Questo perchè sia Naiki che Yonezawa vi si sono laureati, e si è voluta mantenere una continuità accademica col lavoro di raccolta e preservazione.
Il primo piano dell'edificio, oltre allo spazio per la mostra temporanea, ospita delle piccole ma significative esposizioni stabili, dedicate alle collezioni dei due e al Comiket.

All'ingresso, delle vetrine mostrano, attraverso degli esemplari raccolti nella Biblioteca, lo sviluppo dei manga come fenomeno culturale e sociale suddividendone i contenuti per generi e temi, una classificazione non poi così ovvia come ai giorni nostri.
In questa mia selezione di foto (non tutto era fotografabile!) mi concentro sulle pubblicazioni dal sapore "fantascientifico", destinate a bambini e ragazzi:
Come vedete, in questi racconti era comune mescolare più generi... Quindi poteva capitare di trovare
shojo manga horror, che un ninja giapponese si trovasse a sopravvivere nel selvaggio West a combattere contro un robot, o titoli che oggi non esitiamo a definire "fantasy"-- Quando si parla di SF giapponese, infatti, si parla non solo di robot e futuro, ma di tutto ciò che può concernere il "fantastico": alieni,
yokai,
kaiju,
tokusatsu e tutto ciò che è legato al mondo degli "effetti speciali" e delle "emozioni forti".
Per darvi un'altra idea, potete dare un'occhiata alla copertina di questo strepitoso pamphlet dedicato ad un "SF Anime Manga Festival" datato 1978 che ho scavato fuori dal
Mandarake di Shibuya durante il mio viaggio:

In copertina non solo
Terra e,
Galaxy Express 999 o
Cyborg 009, ma anche
Spiderman, o
Kaibutsu-kun (In Italia, "Carletto il Principe dei Mostri")-- E all'interno i contenuti spaziano da
Lupin 3 a
Il Clan dei Poe..!
Questo mi fa pensare a quei poveri idioti che quando contestualizzano la nascita di
Gundam tirano fuori l'idea del "real robot" che salta fuori dal nulla e la chiudono lì, come fosse stata un'ispirazione fulminante di Tomino o chi per lui, ignorando tutto lo strato storico e culturale che la precedente, che parte da
Ultraman e passa per
Yamato.

Come abbiamo già visto al
Museo dell'Animazione di Suginami, il genere real robot è tra i più pregnanti e rappresentativi della cultura pop giapponese, e ha a che vedere con una società sconfitta che si rialza, appropriandosi e utilizzando a proprio beneficio ciò che gli "invasori" hanno usato per distruggerla: pensate all'energia atomica delle bombe su Hiroshima e Nagasaki da cui nasce
Atom o la civiltà demoniaca di Micene da cui viene creato
Mazinger Z.
Adesso pensate a
Gundam, e come alla base ci sia la Federazione Terrestre che crea un mobile suit, prerogativa del nemico Zeon, in grado di sbaragliare i suoi opponenti, teoricamente tecnologicamente più evoluti-- Vedete che non è poi così difficile fare un 2+2 un pò più sostanzioso delle "armi a munizioni limitate".
Questa ambiguità e spregiudicatezza sono tipiche della cultura asiatica, ed è ciò che rende stimolante ed affascinante andarci a metterci naso: non solo capire qual è la genesi o lo stimolo dietro la creazione di certi lavori, ma anche e soprattutto capire perchè questa "meccanica" resta così affascinante e incomprensibile per noi occidentali.
A questo proposito, visto che mi è capitato sotto al naso nella mostra di Otomo e mi è quasi preso un infarto, eccovi un volume de
Mangaka Zankoku Monogatari:

Ricordate perchè ve ne parlo?
E' il manga citato da Imagawa per raccontarci il suo stato d'animo durante la regia di G Gundam e la conseguente "nascita" del personaggio di Master Asia... L'impressione di un "maestro" che si scontra con un discepolo che non ha i suoi stessi valori, in grado di sbaragliarlo con crudeltà... Pensate che oltre che per Imagawa questo manga è stato "segnante" anche per Katsuhiro Otomo, e traete le vostre conclusioni. --L'ispirazione può arrivare davvero da qualunque storia, per questo mantenere una mentalità flessibile è così necessario per chi vuole addentrarsi in certi ambiti.
Se quindi da una parte abbiamo questa "storia", fatti di strati e strati di esperienze e necessità di esprimere un bisogno, dall'altra abbiamo la passione più sfrenata che ci porta a fare "nostri" certi personaggi e lavori che ci hanno colpito ed ispirato.
La seconda sala del primo piano dell'edificio è dedicata al Comiket, la "creatura" di Yonezawa che tanto ha plasmato e ispirato quegli otaku di ieri che oggi ci troviamo come creativi e creatori (Nagano, Mikimoto, Kitazawa, Anno--).
La sala ospita una cronologia e una vetrina dove sono contenuti alcuni cimeli, tra cui figurano i primissimi "cataloghi" del Comiket, semplici volantini fotocopiati--
E naturalmente non manca qualche mitica
doujinshi gundamica d'annata--

Anche se non sembra interessarvi molto,
continuerò a parlarvi delle doujinshi per sempre, perchè si tratta di uno dei fenomeni fondanti di animazione e manga, e resta uno dei metodi più sicuri ed affidabili per testare la salute di un fandom (altro che share!)-- Ignorare le attività dei fan significa avere una visione parziale e pregiudizievole della popolarità di una serie.
A questo proposito, la sala offre un'interessante installazione che rappresenza la disposizione dei banchetti durante il Comiket del 2004.
I banchetti sono decorati col
cut dal catalogo che rappresenta il circolo che lo occupa e la sua posizione, dandoci un'immediata impressione della popolarità delle serie rappresentate.
Questa installazione faceva parte del padiglione giapponese alla Biennale di Venezia, che col tema
OTAKU: Persona = Space = City raccontava come il pop contemporaneo avesse il potere di modificare non solo gli spazi individuali, ma anche l'architettura cittadina.
Con le mie incredibili abilità atletiche e il mio occhio di lince ho immediatamente identificato l'area del padiglione dedicata a Gundam, ahaha!
E proprio come fatto in quel fine settimana, mi sono divertita a curiosare tra quei banchetti virtuali--

Nel 2004 a farla da padrone era
SEED, ma è bello vedere che anche
Gundam W teneva ancora alta la bandiera, ahah!
Bisogna ammettere che Gundam in certi eventi gode sempre di buona salute, anche se il confronto con le serie di Jump resta impietoso...
In chiusura, una volta finita la visita mi sono affacciata sull'entrata che porta al secondo piano dell'edificio, quello che ospita oltre 14000 esemplari di manga, doujinshi e riviste, tra cui spiccano 2000 pubblicazioni e oltre 400 doujinshi solo di
Gundam...

E un giorno riuscirò ad addentrarmici e farlo mio..!
--Beh, sempre che riesca a sconfiggere la fobia di raggiungere il piano di un edificio che ha come unica via di accesso e fuga un ascensore 😅
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